Coldiretti: “Partiamo da Alessandria per dire no alla svendita dei cereali”. E Rita Rossa ‘trebbia’ il grano

Coldiretti Rossadi Roberto Cavallero

 

Alessandria capitale del grano. Nella centralissima corso Crimea, davanti al monumento ai Caduti, si è tenuta mercoledì mattina l’anteprima nazionale de #laguerradelgrano, la grande mobilitazione del settore cerealicolo della Coldiretti.

Alessandria scelta non a caso dato che, assieme a Bologna, è la città dove è maggiore la produzione di grano tenero e dove, come nel resto del nostro Paese, è anche evidente la moltiplicazione del prezzo dal campo alla tavola con gli agricoltori che devono vendere 30 chili di grano per potersi permettere una pagnotta di pane da un chilo.

Una scenografia non da poco per questa mobilitazione, con una trebbiatrice portata davanti al monumento, oltre 1.000 sacchetti contenenti pane fresco al 100% italiano realizzato dalle aziende di Campagna Amica e distribuiti a tutti i presenti e slogan che recitavano “Salviamo il pane quotidiano, Stop alle speculazioni, Etichettatura subito”.
Dal campo alla tavola, dunque, sono stati ricreati tutti gli elementi più significativi della fiera cerealicola.

“Sul mercato serve maggiore trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origineColdiretti no grano del grano impiegato nella pasta e nel pane” ha sottolineato Roberto Paravidino, presidente provinciale Coldiretti “ma è anche necessario estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.

E lo slogan sulle bancarelle presenti davanti in piazza del Cavallo non poteva essere più eloquente “No grano, no pane”.

Una protesta cui ha preso parte anche il Prefetto Vicario di Alessandria, Raffaele Ricciardi, e il sindaco del capoluogo, Rita Rossa, che ha affermato di capire e condividere le ragioni per cui gli agricoltori hanno scelto di scendere in piazza. “Ho chiesto al Ministro Martina di farsi carico della difficile situazione e trovare soluzioni concrete, che non si arenino a Bruxelles” la promessa del primo cittadino.

Sul tavolo della politica romana, dunque, un impegno non da poco. Quello di salvaguardare il futuro della coltivazione del grano, uno dei prodotti simbolo del Made in Italy, ma anche porre quantomeno un freno alle speculazioni sul commercio delle materie prime agricole, speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano su livelli di 30 anni fa mettondo a rischio, appunto, il futuro della coltivazione in Italia.

“Abbiamo apprezzato ciò che ha garantito il Ministro Maurizio Martina al termine della manifestazione nella Capitale ma non ci basta, per questo #laguerradelgrano deve continuare” ha aggiunto ancora Roberto Paravidino.
Presenti alla mobilitazione anche Leandro Grazioli, direttore Coldiretti, che ha sottolineato come “con questi prezzi gli agricoltori non possano più seminare con il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso che ha già provocato la delocalizzazione degli acquisti del grano e degli impianti industriali di produzione della pasta con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza, occupazione e salvaguardia ambientale” e Monsignor Ivo Piccinini, consigliere ecclesiastico della Coldiretti alessandrina, che si è fatto portavoce del Vescovo, Guido Gallese, ribadendo l’importanza di salvare il “nostro pane quotidiano” dalle speculazioni.

Al termine della manifestazione si è tenuta una simbolica trebbiatura che ha visto, in prima linea, anche lo stesso Sindaco di Alessandria.

Dopo il capoluogo mandrogno, la mobilitazione della Coldiretti si sposterà a Sud.
Prossimo appuntamento venerdì 29 luglio, a partire dalle 9, a Palermo, in Piazza Indipendenza, Termoli, in piazza Giovanni Paolo II, Potenza, in piazzale Vincenzo Verrastro, e Bari, sul lungomare Nazario Sauro.