Il camouflage e le urne alessandrine [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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“Ovviamente non invocavo colonne di artiglieria pesante o la militarizzazione della città (e solo per Alessandria): semplicemente pensavo che per tutte le città d’Italia (e non sono poche) alle prese con questi problemi venissero impiegati gli stessi mezzi e gli stessi presidi già utilizzati per la Capitale e altre grandi città”. Rita Rossa, sindaco di Alessandria, non demorde. A meno di un anno dal voto rilancia il problema sicurezza (i casi sono due: o è tutto scoppiato in questi ultimi giorni, oppure nei quattro anni precedenti non ha visto alcunché) e ribadisce la bontà dell’opzione esercito. Ma forse Alessandria avrebbe bisogno solo di buon senso, un po’ di logica e la capacità di ‘un buon padre di famiglia’ per amministrare il capoluogo.

Le originalità si sprecano e il ‘camouflage’ del rudere dell’ex Cangiassi èCangiassi camouflage paradigmatico della capacità di azione. ‘Nascondo e aspetto tempi migliori’. Si invocano i corpi speciali per combattere i piccoli vandalismi, intanto la città è in preda di cantieri che rischiano di fare collassare la viabilità. Certo, la replica è che sono tutti lavori da fare. Vero. Ma non è stato il dottore a ordinare una concomitanza che, di fatto, mette in seria difficoltà la zona di Astuti per la costruzione della nuova rotonda, il quartiere Cristo con i lavori del teleriscaldamento, la zona del p0nte Meier, la piazza di Santa Maria di Castello, la riqualificazione di via XX Settembre e, per ultima, la gigantesca rotonda alla base del cavalcavia. Traffico deviato per giorni, giri dell’oca, segnaletica alternativa approssimativa e non del tutto chiara: in una qualsiasi ora del giorno è un passaggio a rischio (di polizia municipale nemmeno l’ombra: forse qualche marine sarebbe invece utile). Gli interventi potevano essere calendarizzati diversamente? Chissà.

Amag gruppoAlessandria intanto si consola con il Gruppo Amag che, come ha certificato l’assemblea degli azionisti, ha registato nel 2015 ricavi complessivi per 82,7 milioni, un utile netto di 3,5 milioni, un patrimonio netto di 95 milioni. Tutto bene, recita il comunicato stampa (diffuso da una agenzia esterna cui è stato affidato l’incarico: ma che fine ha fatto l’ufficio interno all’Amag che per anni ha curato, a costo zero, la comunicazione?) e per la multiutility da oltre cinquecento dipendenti il futuro è radioso, anche dopo l’annessione del servizio di trasporto pubblico e la nascita di Amag Mobilità. Forse.

Fra un carro armato, un cavallo di frisia, un cantiere aperto e un teatro pronto all’uso chissà quali altri camouflage arriveranno prima della chiamata alle urne?