In merito alla vicenda I.C.A. s.r.l.

Brina-Massimo_okdi Massimo Brina*

 
Da qualche settimana domina sullo scenario cittadino il tema della s.r.l. ICA che ha, correttamente sotto il profilo giuridico, dato applicazione alle disposizioni del Decreto Legislativo 15.11.1993 n.507. E’ evidente che detta normativa esiste e che nel corso degli ultimi anni non è stata applicata correttamente ed ogni considerazione sui contenuti del decreto non potrà che essere affrontata in sede legislativa; inoltre è una normativa abbastanza precisa nell’individuare gli importi (art. 12), le classi dei comuni (Alessandria rientra nella terza classe), le modalità di applicazione (art. 7) e le esenzioni (art. 17).

Tuttavia la mancata applicazione negli anni pregressi ha trovato i negozianti alessandrini impreparati davanti una “novità” che impone il pagamento di un’imposta comunale aggiuntiva rispetto quelle già applicate; detta “novità” agisce in un momento estremamente delicato per il commercio cittadino già gravato da una condizione generale della città non favorevole e da una crisi economica nazionale, in atto da anni, di cui forse oggi si comincia, ma con estrema timidezza sotto il profilo dell’andamento dei consumi privati, a vedere una via d’uscita.

In un contesto di questo tipo, ove il tessuto commerciale cittadino ha già subìto, perSaldi effetto della situazione generale, un grave danno di estrema visibilità per il numero dei negozi chiusi è utile che l’Amministrazione comunale agisca tempestivamente sull’unico fronte che ha a disposizione, atteso che la legge è precisa e vincolante, e cioè quello dell’individuazione della c.d. categoria speciale prevista dall’art. 4 del D. LGS che consente maggiorazioni del 150 % delle tariffe base individuate dal decreto, nelle aree considerate commercialmente più importanti. L’individuazione delle aree fatte rientrare nella c.d. categoria speciale è avvenuta in un periodo radicalmente diverso da quello attuale. Nel contesto dato è utile, in questa fase, eliminare totalmente le aree rientranti nella categoria speciale senza distinzioni territoriali se non quelle forse legate ai centri commerciali che, per loro natura, hanno afflussi di pubblico molto consistenti.

L’Amministrazione comunale può oggettivamente fare solo questo oltre a suggerire all’ente preposto alla riscossione modalità che consentano un contraddittorio con il singolo esercente, ma è estremamente necessario che ciò venga fatto così come, sempre in favore del commercio della nostra città, è importante che i proprietari degli immobili con destinazione commerciale, apprendano in via definitiva che, in un’epoca segnata dai grandi centri commerciali e dal commercio elettronico, la pretesa del pagamento di canoni di locazione anche di € 50.000 all’anno, appartiene ad una “belle epoque” ormai definitivamente tramontata.
*Segretario cittadino PD Alessandria