Camillo: “Il risanamento dei conti di Palazzo Rosso è nei numeri: ma non fermiamoci qui!”

Camillo-FabioDi recente ha rappresentato il Comune di Alessandria a Rjazan, in Russia, alle celebrazioni per il 70esimo della vittoria sul nazifascismo, e ne è molto orgoglioso: “chiariamo che ci sono andato a spese mie, altrimenti di questi tempi immagino i commenti: Rjazan è città gemellata con la nostra Provincia, e patria della medaglia d’oro al valor militare italiana ed eroe dell’Unione Sovietica Fiodor Poletaev, morto partigiano sulle nostre montagne. E francamente mi ha impressionato toccare con mano il patriottismo dei russi, in una ricorrenza così importante”. Fabio Camillo, 34 anni, è capogruppo del PD in consiglio comunale ad Alessandria, e lo incontriamo a distanza di quasi un anno dalla nostra precedente chiacchierata, per ragionare del presente e del futuro di casa nostra, ma anche per qualche riflessione più generale sullo stato di salute del PD, e sullo scenario nazionale del Paese, dal punto di vista di un cittadino con saldi valori da sinistra ‘classica’ (non un renziano, insomma), attualmente impegnato in un’attività amministrativa locale, “ma certamente non politico di mestiere”.

Camillo Scagni celebrazioni Russia resistenza

Consigliere Camillo, partiamo dallo stato dell’arte a Palazzo Rosso: il risanamento finanziario c’è stato, o no? Ed è sufficiente?
Il risanamento di questi tre anni di amministrazione di centro sinistra in comune ad Alessandria c’è stato: non perché lo dico io naturalmente, ma perché lo mostrano i numeri, riconosciuti e certificati. Oltre 8 milioni di avanzo sul consuntivo 2014 sono un dato straordinario. D’accordo, va considerata la posta straordinaria dell’Osl, che è una tantum. Ma anche senza quella, e guardando solo ai dati ‘ordinari’, avremmo un piccolo avanzo di circa 600 mila euro. Attenzione però: il percorso non finisce qui. Il 30 giugno l’Osl completerà il proprio percorso, consegnando massa attiva, e massa passiva. E ci sono creditori che, avendo rifiutato la transazione, potrebbero fare causa al comune per avere il 100% del dovuto più gli interessi, e vincerla.

Cissaca sede centraleCome il Cissaca? Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi con il presidente Buzzi…
Esatto. Il Cissaca è il caso più ‘pesante’, anche se non l’unico. Per questo è opportuno che gli avanzi di amministrazione, a partire da quello cospicuo del 2014, vadano a costituire un fondo di riserva, da utilizzare in caso di necessità. Ipotesi certamente non remota. Intanto però c’è un altro dato positivo, che è la progressiva normalizzazione nel rapporto coi fornitori. I dati parlano chiaro: nel 2012 il nostro comune pagava le fatture mediamente a 365 giorni, nel 2014 siamo arrivati a 164. E’ ancora troppo, lo sappiamo: ma è un segnale positivo.

E fin qui si parla di numeri consigliere: che però per noi cittadini si sono tradotti, in questo triennio, in tasse ai massimi livelli, in cambio di servizi oggettivamente mediocri. Nel prossimo biennio c’è la speranza che qualcosa cambi?
Un piccolo segnale, anche sul fronte delle tariffe, c’è già stato da quest’anno, con la Tari diminuita mediamente del 3% rispetto allo scorso anno. Ed in quella direzione occorre continuare a muoversi. Ma soprattutto, prima di pensare ai massimi sistemi, occorre intervenire là dove gli alessandrini lamentano le carenze più gravi e immediate: dal verde pubblico alla manutenzione delle strade, per intenderci. Queste sono cartine di tornasole immediate, che non si possono trascurare.

Poi, però, c’è la visione strategica: e qui cominciano i dolori veri. Perché Comune Alessandria 3l’impressione è che davvero Alessandria abbia perso nei decenni tutti i treni più importanti (logistica, infrastruttura fisiche e immateriali, trasporti, cultura), per ridursi ad essere un po’ la pattumiera del Piemonte, se pensiamo all’ambiente e alle discariche, e non solo a quelle. Non siamo attrattivi insomma, neanche un po’….
(sospira, ndr) Quel che dice, in termini decennali e pluridecennali, è verissimo. Ma oggi, 2015, ha ancora senso andare a recuperare grandi progetti infrastrutturali, in un contesto economico drasticamente cambiato? E comunque, inutile nascondercelo, il comune questo percorso non può farlo da solo, perché non ne ha davvero le forze. Quel che, più modestamente, possiamo e dobbiamo fare come ente, in questi due anni ma anche in quelli successivi (chiunque vinca le elezioni, intendo), è porci come facilitatori, e come aggregatore di progetti, che necessariamente coinvolgano anche e soprattutto risorse private. Penso al potenziamento delle reti web, ma anche a progetti legati alla cultura, capaci di diventare vòlano di sviluppo per il territorio. Poi ci sono sempre i grandi progetti: secondo ponte sul fiume Bormida, nuovo ospedale, logistica, recupero scalo ferroviario, potenziamento del collegamento ferroviario con Milano. Tutte questioni che non si possono abbandonare, e a cui è legato lo sviluppo del nostro territorio.

Partecipazione, altro capitolo doloroso. L’impressione, dopo tre anni di vostra gestione, è che il Palazzo sia sempre più distante dalla gente comune….
Non è proprio così, perché ci sono tanti fermenti, legati ad esempio al mondo del volontariato, dell’associazionismo diffuso. E poi speriamo possa cominciare a prendere forma il progetto sul rilancio dei quartieri, a cui in questi anni sta lavorando con grande competenza il consigliere Nicola Savi. Il punto, anche qui, è non guardare al passato, ma al futuro: per tante ragioni, oggi le modalità di aggregazione, e di partecipazione collettiva, sono cambiate. Perché c’è la rete, ma soprattutto perché è venuta meno un po’ la cultura del quartiere, mentre si assiste alla crescita dell’aggregazione verticale, sui singoli temi. Non si tratta di stabilire se sia meglio o peggio di prima: è così, ed è questo il contesto in cui, come comune, dobbiamo muoverci, con grande capacità di ascolto. La gara di idee promossa dall’assessore Mauro Cattaneo, ad esempio, va in questa direzione, ed è un tassello importante.

Atm mezzi 1Qualità della vita ad Alessandria: si può migliorare, e come?
Ci sono assolutamente ampi spazi di miglioramento, a cui dedicarci da subito. Penso ad un nuovo, complessivo piano del traffico, che tenga conto anche del fatto che siamo città con molti anziani, e comunque con un tasso di inquinamento da polveri sottili inaccettabile. Occorre davvero ridisegnare complessivamente la mobilità, comprendendo all’interno del progetto anche il ruolo di ATM: le numerose manifestazioni di interesse raccolte nei mesi scorsi sul mercato dimostrano che la nostra azienda dei trasporti ha un mercato, e può e deve svolgere un ruolo importante anche domani, e dopodomani.

 

Poi c’è la Fraschetta: terra di chimica e di cave. Oggi. Domani nuove discariche….Spinetta discarica 2
Tema delicatissimo: La discarica della Guarasca (che comprendeva una tipologia di materiali davvero troppo ampia) l’abbiamo stoppata noi, prendendo atto delle esigenze della cittadinanza, che si è detta assolutamente contraria ad una discarica che non fosse di soli inerti. A quel punto, però, si poneva comunque la necessità di riempirlo, quel buco, e da qui l’inserimento del percorso del Terzo Valico (mentre le altre cave, private, hanno stipulato accordo direttamente con il Cociv). Naturalmente occorre che siano messi in campo controlli rigorosi da parte di Arpa, ma anche coinvolgendo tutti gli altri attori della filiera: Provincia, Regione, Comune, Cociv. Ma la riqualificazione ambientale della Fraschetta non può sicuramente limitarsi al rifacimento di alcune strade, nell’ambito delle opere di compensazione. L’obiettivo, anche pensando agli insediamenti industriali a cui lei ha fatto cenno, deve essere quello di investimenti veri, e della realizzazione di progetti di ampio respiro, come potrebbe essere il Bosco e il Parco della Fraschetta. Non cattedrali nel deserto insomma, ma un progetto organico di riqualificazione ambientale vera.

Discarica nuovaSul fronte partecipate, quale sarà il futuro di Aral: entrerà a far parte di Amag? E Amag stessa andrà sul mercato alla ricerca di un partner?
Aral va certamente salvata e rilanciata, e come socio di maggioranza ci stiamo impegnando in questa direzione: anche perché, se fallisse, ci ritroveremmo a dover pagare milioni di euro di debiti pregressi, legati a fideiussioni di vario tipo. Certo, occorre decidere che farne, e quali rapporti avrà con Amag: fermo restando che la questione smaltimento rifiuti è delicatissima, e occorre gestirla con la massima attenzione, e trasparenza. E’ un fatto però che, dopo il forte passivo del 2014, la nuova gestione di Aral ha già portato ad una significativa inversione di tendenza. Quando ad Amag: ad oggi non esiste un binario già tracciato. Occorre che management e proprietà valutino quali sono le opportunità offerte dal mercato, e operino una scelta. Intanto, però, è in corso un importante processo di risanamento, recupero crediti, ricerca di miglior efficienza dei processi.

Consigliere Camillo, alle elezioni comunali del 2017 mancano ancora due anni,Camillo 2 eppure sembra che siano già dietro l’angolo. Se il sindaco Rossa non dovesse dimenticarsi, ci potrebbe essere anche il suo tra i nomi dei possibili candidati del centro sinistra?
(sorride, ndr) Assolutamente no: anzi, è ancora da vedere se deciderò di ricandidarmi anche come semplice consigliere. E’ un’esperienza formativa, ma anche molto impegnativa, per chi ha al contempo un lavoro a cui dedicarsi seriamente. Comunque credo sia davvero presto per parlare di candidature a sindaco. Oggi il nostro compito è lavorare a testa bassa sui tanti progetti ancora da realizzare. Se poi ci fosse la necessità di individuare un nuovo candidato o candidata, lo strumento delle primarie (che pure non mi hanno mai entusiasmato, soprattutto se utilizzate a livello nazionale) potrebbe essere certamente d’aiuto.

A proposito di scenario nazionale, Camillo: col passare del tempo è diventato un po’ renziano anche lei, come è successo ad altri esponenti del PD alessandrino?
Scherza? La mia posizione oggi è certamente “A sinistra, nel Pd”, se vogliamo citare l’iniziativa del senatore Fornaro, nelle cui posizioni in effetti tendo a rispecchiarmi. Io cerco ancora di credere in un Pd portatore di valori di sinistra, anche se non so per quanto, data l’evoluzione del quadro. Renzi parla di un 41% di consensi che in realtà non ha mai avuto: perché riferito ad una piattaforma europea, in cui l’elettorato ha semplicemente, e giustamente, scelto il PD essendo l’alternativa un antieuropeismo senza prospettive. Ma all’epoca il nostro premier non aveva ancora drasticamente ridimensionato i diritti dei lavoratori, né enunciato i suoi progetti sulla sanità, e sulla scuola. E guarda caso, nel 2014 abbiamo poi registrato un crollo degli iscritti al partito, con vera e propria fuga dei militanti storici. Questo un po’ ovunque, anche nelle periferie.

Civati nuovaQualcuno dal PD è anche uscito Camillo: Cofferati, Civati….
Sì, ma fuori dal PD si vede ancora poco, in termini di proposta organica, incisiva. Vede, se si tratta di ragionare in termini di una nuova Rifondazione, ossia una nicchia di nostalgici del comunismo, io non ci sto. E segnalo peraltro che il fortissimo dissenso a Renzi, dentro il PD, arriva anche da figure di ben altra estrazione, da Bindi a Letta. La strada secondo me è una sola: tornare allo spirito e alla proposta politica dell’Ulivo del 1996: che, lo ricordo, portò ad una coalizione vincente e capace di una grande stagione di riforme, come non ne abbiamo più avute.

Camillo, non è che il suo leader anti Renzi si chiama Romano Prodi?
(ride, ndr) Tornare allo spirito dell’Ulivo non significa tornare per forza alle stesse persone, perché nel frattempo sono trascorsi vent’anni. Ma il modello vincente secondo me resta quello.

Ettore Grassano