Volpedo regina dello ‘Sblocca Italia’. Caldone: “Ecco come rilanceremo paese e territorio”

Caldone Giancarlo Pio“Adesso però venga con noi, che le facciamo ‘toccare con mano’, altrimenti non capisce”.
Dopo una lunga chiacchierata nella sala del consiglio comunale, il sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone (accompagnato da Alessandro Verna, capogruppo di maggioranza ma anche fondatore e responsabile della Protezione Civile volpedese, che estende la sua attività ad una serie di paesi limitrofi) ci invita ad un ‘tour’ nel centro storico del paese, per mostrarci concretamente i progetti futuri legati al progetto “Sblocca Italia” (a Volpedo arriveranno risorse ministeriali per 9 milioni e mezzo di euro, da spendere nei prossimi tre anni), ma anche i risultati ormai evidenti e prossimi al traguardo del Programma 6000 campanili, grazie al quale è stato già quasi completamente risistemato e valorizzato il centro storico del borgo, a partire dalla piazza del municipio.

E lì, mentre ci mostrano il selciato ‘risistemato’, la nuova fontanella “a cui potranno dissetarsi le persone, ma anche i cani”, e l’intero centro storico ‘rifiorito’, ma anche lo ‘scheletro’ della mai realizzata casa di riposo adiacente alle scuole, destinata entro tre anni ad ospitare palestra, aule, un ostello, un laboratorio artigianale per conserve di frutta biologica, “e anche altro: nei prossimi mesi vedrete altre sorprese”, capiamo quanto Caldone e il suo collaboratore siano ‘innamorati’ di Volpedo, e stimati dai loro compaesani. Non una persona che non solo non saluti, ma non si fermi a commentare, a completare con una frase un discorso cominciato forse il giorno prima. La differenza tra un paese ‘bomboniera’ come Volpedo, e le tante tristi frazioni ‘dormitorio’ del comune di Alessandria, ben note al cronista, emerge via via in maniera feroce: un abisso non solo architettonico, ma di qualità della vita, e delle relazioni umane.

Sigaro toscano sempre alle labbra, e smartphone ultimo modello costantemente connessoVolpedo_Municipio - Photo Vision 2006 (“ma ora spengo un’ora, o non riusciamo neanche a parlare”), Giancarlo Pio Caldone, sindaco di Volpedo dal 2009 (“ma consigliere dal 1985, e poi a lungo anche vicesindaco: in pratica mi occupo del mio paese da quando avevo i calzoni corti, e conosco proprio tutti”), da queste parti e in questa valle non è solo un politico da sempre ‘macchina da voti’ e da preferenze (quando ancora contavano, almeno), ma una vera star, certamente agevolato dal suo carattere aperto e gioviale, e dalla capacità di parlare la lingua delle persone umili. E da quando, una decina di giorni fa, è stata ufficializzata pubblicamente la notizia del progetto Sblocca Italia (non senza codazzi polemici) il suo tasso di popolarità è ulteriormente cresciuto. Proviamo quindi a farci raccontare in cosa consiste il progetto e come verrà realizzato, ma anche, prima ancora, come i ‘volpedesi’ sono riusciti nell’impresa. E anche, naturalmente, cosa hanno provato a fronte delle reazioni un po’ ‘scomposte’ di alcuni uomini del Pd provinciale, non propriamente di secondo piano, o di primo ‘pelo’. Meglio far invidia che pietà, recita un vecchio adagio popolare: e Caldone quando glielo ricordiamo ci sorride, e ‘mordicchia’ il sigaro: “dicano un po’ quel che vogliono: noi cercheremo di fare il bene di Volpedo e di tutto il territorio, come sempre”.

 
SONY DSCSindaco Caldone, partiamo dall’inizio: come vi è venuto in mente di partecipare al bando Sblocca Italia del giugno 2014?
Una premessa: qui a Volpedo siamo sempre stati attentissimi a tutte le opportunità di finanziamento, non da ora. E il Programma 6000 campanili, che stiamo quasi per completare, credo che lo dimostri. Ricordo perfettamente che l’anno scorso, appena sentita la notizia al telegiornale, ci siamo subito attivati, e siamo andati a leggerci la lettera ufficiale di Renzi (che Caldone tiene in mano, e di cui ci offre una copia, ndr). Subito dopo, non so se il 3 o il 4 giugno, ero al telefono con il centralino del Ministero, alla ricerca di tutti i chiarimenti del caso. E, verificata la natura e i contenuti dello “Sblocca Italia”, per noi amministratori è stato naturale guardarci in faccia e dirci: “è esattamente il progetto che abbiamo nel cassetto da tempo: dobbiamo proporlo immediatamente”.

A quel punto avete mandato tutto a Roma?
No, attenzione. La procedura prevedeva che, nel primo step, si inviasse via e.mail solo l’idea, e una traccia del progetto di riconversione. Così abbiamo fatto. Poi quest’anno, a febbraio, dopo una prima scrematura delle proposte ricevute, il Ministero ci ha chiesto di compilare una serie di schede tecniche. E qui la politica ha lasciato il posto ai tecnici, ovviamente. Finché il 10 aprile c’è stata la delibera del Cipe, che ci inserisce tra i comuni finanziati.

 

Al terzo posto assoluto per entità delle risorse, sindaco Caldone: e unico fra i comuni della nostra provincia: un bel colpo!
In effetti è così: però ci sono altri comuni dell’Oltrepo, qui a due passi da noi: tra cui Broni e Fortunato. Territori con cui esiste una vicinanza non solo fisica, ma anche culturale. Diciamo che noi siamo mandrogni, ma parliamo già il dialetto vogherese. Per cui, anche in questo periodo di Expo, stiamo cercando di sviluppare forti sinergie per la promozione congiunta dei nostri paesi, in un’ottica di maggior visibilità, per progetti di promozione comuni.

Invece, dal fronte alessandrino, sono arrivate reazioni un po’ ‘scomposte, soprattutto da amministratori del Pd, Caldone. Cosa le imputano?
Ma chi lo sa? Ci accusano di saper fare svolgere bene il nostro ruolo di amministratori forse, o di amare il nostro paese. Non le nego che certi attacchi, mossi da personaggi certo non sprovveduti, mi hanno un po’ amareggiato: ma loro, vorrei sapere, li hanno almeno presentati, i progetti per i loro comuni? Perché un conto è lamentarsi perché non si ricevono sufficienti risorse per le calamità naturali (è successo anche a noi di subire danni, ad esempio con il terremoto dell’autunno 2013: abbiamo ‘acceso’ un mutuo, e risistemato le scuole in poco più di un mese), altro mescolare capitoli e vicende diverse, che non c’entrano nulla.

Ma guardiamo avanti sindaco: ora che succederà? Come spenderete questaVolpedo nuova struttura montagna di denaro?
Naturalmente tutto procederà nel rigoroso rispetto delle procedure, sia nell’individuazione delle aziende a cui affidare i lavori, sia per quanto riguarda la tempistica di realizzazione, che è triennale. E naturalmente speriamo che, già come è successo per il Programma 6000 comuni, si riesca a dare anche una bella boccata d’ossigeno all’economia del nostro territorio, che ne ha davvero molto bisogno. In ogni caso, si tratta di riqualificare un ampio immobile in passato di un privato, e oggi di proprietà comunale: è adiacente e collegabile alle attuali scuole, e i lavori sono fermi dal 2006. Sono quattro piani (l’interrato, il pian terreno, e due piani sopra) di circa 700 metri quadri per piano, e dovevano inizialmente ospitare una casa di riposo. Nel nostro progetto ci sono nuove aule scolastiche, una palestra, un ostello per il turismo scolastico da 27 posti letto, un laboratorio artigianale per conserve di frutta biologica, Perché non scordiamoci che noi siamo il paese di Pellizza, ma anche delle pesche, e qui la filiera della frutta è un bel pezzo della nostra economia. Ma ci saranno anche altre novità, a cui stiamo lavorando: le sveleremo appena possibile, prometto!

Tutto dovrà essere pronto per l’estate del 2018, sindaco Caldone? E chi si occuperà della gestione della struttura, a regime?
Sì, abbiamo tre anni di tempo, con rendicontazione e verifiche periodiche di avanzamento lavori, e conseguente immediata elargizione delle somme pattuire con Roma. E il comune, appena riceverà il denaro, lo girerà alle imprese che lavoreranno al progetto. La nostra ambizione è di portare il tutto a compimento anche prima di tre anni pieni, e di consegnare al nostro paese, e a tutta la valle, una nuova struttura in grado di aiutare la crescita economica, oltre che culturale. Memori che, anche da queste parti, spesso si sono realizzate autentiche cattedrali nel deserto, opteremo per una gestione davvero innovativa: ne solo pubblica ne solo privata, diciamo così, ma ‘condominiale’. In cui comunque la regia e il controllo saranno sempre del comune.

Volpedo_Mura spagnoleGià oggi Volpedo, con i suoi poco più di 1.200 abitanti, è una piccola bomboniera. Come va il turismo da queste parti?
Le rispondo con un dato: in controtendenza rispetto a tutta la provincia di Alessandria, che arretra, da noi i turisti crescono costantemente: solo per i Musei Pellizziani, nel 2013 abbiamo registrato 5.452 presenze, a cui vanno aggiunte le altre tipologie di turismo. Naturalmente il nostro biglietto da visita, non solo nazionale ma internazionale, si chiama Pellizza da Volpedo, che attira sia scolaresche che estimatori d’arte. Ma se siamo ‘attrattivi’ è anche per merito delle nostre colline, e della nostra industria ricettiva. Sul fronte Pellizza, poi, va considerato che ci fu una ‘scintilla’, un evento davvero clou da cui è partita la crescita del nostro turismo culturale: fu il grande evento del 2001, quando ospitammo per circa tre mesi Il Quarto Stato (che comunque è stabilmente esposto a Milano: a 30 minuti di autostrada da qui), nello studio del pittore. E, tanto per ricordare che esiste anche una politica capace di creare sviluppo, vorrei rammentare che l’artefice di quel grande progetto si chiama Fabrizio Palenzona, all’epoca presidente della Provincia, con il capo di Gabinetto di allora, Paolo Affronti (ex parlamentare democristiano vogherese, ndr), e un assessore al Turismo che si chiamava Caldone, se posso aggiungerlo.

A proposito Caldone, lei è ancora in Provincia anche oggi, come consigliere diQuarto Stato Partecipazione Democratica. Ma nei secoli fedele al socialismo, giusto?
Scherza? Come potrebbe essere altrimenti? Sono nato socialista, e socialista morirò, fieramente. E socialismo, per noi qui a Volpedo, vuol dire stare sempre dalla parte della gente comune, e di chi ha bisogno: lo sa che in comune una volta alla settimana ospitiamo un ambulatorio dell’Asl, per consentire ai tanti anziani della valle di non dover andare a Tortona per un banale prelievo del sangue? Questo per noi è il socialismo. Del resto, se lo vuole ricordare, noi qui ospitiamo la sede stabile dei circoli socialisti di tutto il nord Italia, con un raduno annuale che è diventato un altro evento di rilievo, politico e anche culturale. Che non vuol mica dire essere sempre d’accordo su tutto: io con Nencini, segretario nazionale del mio partito, per ragioni politiche ci ho anche bisticciato, quando è stato il momento. Ma sempre, e per sempre, da socialista.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAE Caldone cosa farà da grande, da socialista appunto?
Il mio secondo mandato da sindaco di Volpedo scadrà nel 2019, con la possibilità di farne un terzo. Decideranno i miei concittadini, come sempre: ma fosse per me, si figuri, lo farei a vita, perché amo troppo il mio paese, e i suoi abitanti. E, sia chiaro, mai preso un euro di indennità o rimborso, come del resto tutti gli amministratori che sono con me: tutto assoluto volontariato, compreso qualcuno che, in questi tempi difficili, magari non ha lavoro. Ma ci va di fare così: e il bilancio del nostro comune lo chiudiamo in genere in pareggio, o con piccoli avanzi di gestione. Altro che certe voragini di cui si sente dire altrove….

Ettore Grassano