Libri: armi di distruzione di massa? [Strusci di carta]

Capra Federicodi Federico Capra

 

Quando si dice: “Una penna è più forte di mille spade”. Lo hanno imparato a loro scapito i giornalisti di «Charlie Hebdo» che hanno pagato con la propria vita l’ideologia, condivisibile o meno, di una satira pungente e dissacrante.
Ma davvero le parole, i disegni e in generale la cultura fanno paura? Ho iniziato così a spulciare l’archivio dei ricordi, cercando di rintracciare qualcosa del genere in epoche più o meno recenti.

Ben presto ho capito che il mondo è stato costellato di fatti aberranti come quelli accaduti a Parigi alcune settimane fa. Si possono citare, infatti, centinaia di uomini che, a causa di una ideologia, hanno perso la vita proprio come Stephan, Cabu, Tignous, Philippe, Georges e altre sei persone vittime ‘collaterali’ degli attentatori. Ben prima di «Charlie Hebdo», Giordano Bruno era stato messo al rogo per le sue sacrileghe visioni dell’universo, Ferrante Pallavicino aveva perso letteralmente la testa poiché i suoi scritti attaccavano duramente la corruzione del papato, senza parlare delle crociate o dell’11 settembre che sfregiò indelebilmente l’America.

Altri potrebbero essere gli esempi, ma non siamo qui né per fare una lezione di storia, néNafisi Azar tantomeno per aggiungere altro disgusto a quello che ha campeggiato per giorni sulle prima pagine dei giornali di tutto il mondo. Oggi, tuttavia, ispirato da quanto successo nella redazione di «Charlie Hebdo», voglio parlare di un libro che ha la forza di mille assaltatori in passamontagna, di mille kamikaze, di mille e ancora mille crociate.

Già, perché Leggere Lolita a Teheran è un grido di protesta, forte, audace, quasi assordante, nei confronti dei totalitarismi nemici di una qualsiasi forma di espressione e cultura. Non per caso il libro scritto nel 2003 da Azar Nafisi, autrice iraniana esule negli Stati Uniti dal 1997, parla proprio della potenza delle parole contro cui nessuna dittatura o integralismo può fare nulla. Leggere Lolita a Teheran è proprio questo, oltre ad uno spunto autobiografico dell’autrice stessa e dell’Iran di metà anni ’90. E proprio da questa data che inizia il racconto, con la Nafisi che, impossibilitata a continuare l’attività di insegnante senza attirare su di se le ire del regime, decide di licenziarsi e invitare sette delle sue migliori studentesse a seguire delle lezioni-dibattito nella privacy del suo appartamento studiando le opere censurate dal governo dittatoriale di Teheran. Lolita, Madame Bovary, Il grande Gatsby sono i classici che la professoressa insieme alle sue alunne studia e rielabora in chiave attuale e iraniana.

 

Nafisi libroAUTORE: Azar Nafisi

TITOLO: Leggere Lolita a Teheran

EDITORE: Adelphi

PAGINE: 379 pg.

PREZZO: 18.00 €