Matteo, l’erede [Il Citazionista]

matteo-renzi_big_jimdi Andrea Antonuccio.

«Bravo Matteo, io ti avevo capito quella volta che sei venuto ad Arcore!»
Telefonata di Silvio a Matteo, dopo le primarie Pd

Diciamoci la verità: Silvio Berlusconi è come Rambo. Il meglio di sé lo dà quando è braccato. E nessuno, nella politica italiana, è morto e risorto tante volte come lui.

Nessuno, ma proprio nessuno, sa parlare agli elettori come sa fare Silvio. Certo, si sa che punta soprattutto alla pancia: abolizione di Imu, Ici, tasse e burocrazie varie, pur sapendo bene che in questo povero Paese, distrutto dall’incompetenza dei suoi governanti e dall’immobilismo dei Poteri Forti, non si potrà cambiare nulla.

Amato e odiato, Silvio nostro, nella stessa misura. Non farà la fine di Saddam, di Gheddafi o di Mussolini a piazzale Loreto. Perché lui è un bugiardo paradossalmente sincero, e fa le cose che faremmo anche noi se solo ne avessimo la possibilità: feste, viaggi, cene eleganti e acrobazie copulatorie.

Silvio è dotato di quello che Gianfranco Miglio prima, e Lorenzo Ornaghi poi, nelle loro lezioni di Scienza della Politica in Cattolica chiamavano χάρισμα (“carisma” in greco antico, con l’accento sulla prima “a”). Il famoso quid di alfaniana memoria, insomma. Roba che non si impara: o ci nasci o non ci nasci. E lui, Silvio, carismatico modestamente lo nacque (alla Totò).

Se ci pensate, anche i nemici più agguerriti ne subiscono il fascino. Ve li ricordate Travaglio e Santoro a Servizio Pubblico, prima delle elezioni? E la gag della sedia spolverata? Ridevano tutti, anche Marco e Michele. E che dire di Enrico Letta che sussurra allo sbigottito Alfano “è un grande”?

Certo, è evidente anche ai sassi che la discesa in politica dello chevalier è stata determinata in buona parte dalla volontà di salvare le sue aziende. Non lo ha fatto per Amor di Patria, lo sappiamo bene. Gli altri, invece, che la Patria la amano veramente, non possono fare a meno di odiarlo: D’Alema, Epifani, Formigoni, Monti, Fini, Lupi, Mauro, Maroni, La Russa, Alfano, Bonino, Vendola… se ne ho dimenticato qualcuno, mettetecelo voi.

PS: a dire il vero, uno l’ho volutamente tralasciato. E’ Matteo, l’erede. Il χάρισμα ce l’ha, eccome se ce l’ha. Un esempio? Quanti erano i renziani nel Pd alessandrino sei mesi fa? E quanti sono adesso? Ecco, appunto.