Sull’adesione di SEL al Partito del Socialismo Europeo

Nel corso degli ultimi anni la sinistra italiana, il campo del centrosinistra oggi lacerato dalle scelte nazionali, ha tentato in qualche modo, in mancanza di una progetto partecipato e condiviso, e di una chiara e riconoscibile identità politica, di individuare nel momento di partecipazione delle primarie, pure importante, un ruolo in qualche modo di supplenza a questa carenza di identità. Una debolezza che è stata sottovalutata e ha portato alla sconfitta di Italia Bene Comune e che attraversa la stessa vita e le incertezze di Sinistra Ecologia Libertà.

La crisi della sinistra italiana nasce dall’assenza di un’identità politica più chiara, forte e credibile, intorno a cui si organizza un partito con il suo progetto. Da questa mancanza di un progetto condiviso nascono le difficoltà e in taluni casi anche le degenerazioni della politica.

Sinistra Ecologia Libertà è tuttora un piccolo partito che, pur nelle travagliate vicende della sua vita politica, vuole mantenere alte le sue ambizioni di innovazione.

La  chiara adesione di SEL al Partito del Socialismo Europeo contenuta nel documento congressuale proposto da Nichi Vendola  è un importante e decisivo contributo a indicare “la strada giusta” non solo a noi ma a tutta la realtà della sinistra italiana oggi così debole e impaurita, incapace di un rilancio che sappia coinvolgere.

Il PSE ha naturalmente limiti e contraddizioni evidenti ma – oltre al fatto che la stagione del blairismo è ormai completamente archiviata con infamia ed è in atto un grande ripensamento circa l’adozione e gli effetti delle politiche liberiste degli ultimi anni, un ritorno insomma pur faticoso e laborioso alle radici – è soprattutto una sfida da raccogliere per noi che abbiamo bisogno di autorevolezza per affrontare la complicatissima e difficile fase che attraversa l’Europa delle politiche di rigore neoliberiste. Nel tentativo di cambiarla profondamente e di evitare l’avverarsi di uno scenario tetro fra due fondamentalismi, quello del neoliberismo e quello dei populisti, che rischia di cancellare le ragioni stesse su cui si fonda la civiltà europea col suo lungo e fruttuoso processo di integrazione.

Per combattere questa sfida è necessario riscoprire fino in fondo il conflitto, rappresentare gli ultimi, i lavoratori (in particolare quelli dipendenti), i precari, gli sfiduciati, i disoccupati, che altrimenti andranno a incrementare le file degli imprenditori del rancore, del populismo. Ma occorre farlo in modo maturo e credibile. E per poterlo fare credibilmente, essendo polo di attrazione riconoscibile e autorevole, è necessario riscoprire radici forti e aderire e appartenere a una grande e riconoscibile famiglia politica europea.

Il Socialismo Europeo è perciò per noi il grande campo e la grande sfida della sinistra in Europa, può essere il luogo dove si rimette in moto la “grande politica” che coinvolge e cambia le vite e deve, a nostro parere, diventare per tutta la sinistra la casa comune, che sappia in un futuro che oggi non vediamo ancora all’orizzonte ma che vogliamo propiziare, unirsi in una sola grande forza popolare della sinistra, socialista e ambientalista, di cui fanno parte a pieno titolo le migliori esperienze della storia della sinistra italiana, comunista, socialista, ambientalista, con cultura di governo e capacità di trasformare questa Europa.

Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Congresso della Federazione Provinciale di Alessandria di Sinistra Ecologia Libertà