5 Stelle nel mirino

Denigrare l’avversario politico in genere porta male. Denigrarlo poi scrivendo strafalcioni (un piattaforma, provincie) mostra un livello di approssimazione ai limiti del ridicolo, per un blog che vorrebbe fare da traino ad un nuovo quotidiano cartaceo progressista come Pubblico, in edicola si dice a settembre per la direzione di Luca Telese. Se il buongiorno si vede dal mattino, un progetto editoriale non indispensabile, diciamo così.

Ma a parte le quisquilie da addetti ai lavori, la questione è: quanto interesse c’è ormai attorno al Movimento 5 Stelle?
Tanto, tantissimo, e da parte dei media di regime (quasi tutti) traspare una forte voglia di “impallinamento”, che naturalmente non può che far aumentare la simpatia e il consenso per i “grillini”. Impressionante, per chi coltiva il vizio della memoria, l’analogia con il disprezzo  per la Lega prima maniera, quella di Roma ladrona. Cui seguì poi peraltro una stagione, altrettanto imbarazzante, di “idolatrìa” per la genuinità e le ragioni del popolo padano. La stampa italica è così, sempre in soccorso del vincitore, specchio fedele di buona parte del Paese del resto.

Torniamo però al punto, ossia ai criteri di scelta dei prossimi candidati al Parlamento.
Nessuno di noi si sogna neppure di immaginare che i parlamentari del Pdl o del Pd possano essere individuati con criteri di trasparenza, meritocrazia o competenza. Da una parte ha sempre deciso solo Berlusconi, dall’altra una piccola conventicola di portatori di interessi non propriamente popolari.
Si pensi anche a quanto sta succedendo dalle nostre parti, con lotte intestine senza quartiere. E vedrete che le Primarie finiranno in un cassetto, sotto chiave.

Del resto, se un’attività in sé nobile ed essenziale come la politica è in Italia oggetto di disprezzo assoluto e condiviso da parte della popolazione (pur non immune da responsabilità), qualche motivo ci dovrà pur essere.

Eppure sembra che a mettere a rischio la democrazia oggi possano essere solo Beppe Grillo, e i criteri con cui sarà determinata “l’infornata” dei parlamentari dei 5 Stelle.

In realtà a me pare prematuro parlarne, perché finché non si sa quando si voterà, e soprattutto con quale legge elettorale, è come discutere del sesso degli angeli. Tuttavia attenzione: perché davvero questo sarà un passaggio importante.

Non so se davvero il consigliere regionale  piemontese 5 Stelle Davide Bono abbia affermato (cito sempre da pubblicogiornale.it) “Chiunque dei nostri attivisti che sia in grado di comprendere un testo italiano di media-alta complessità (leggi, provvedimenti, regolamenti), che ha passato anni a leggere ed informarsi e ha voglia di impegnarsi h15 a 800 km da casa, è in grado di fare il deputato/senatore”. Se lo ha detto, semplifica in maniera eccessiva. Diciamo che in Parlamento e in Senato oggi c’è di ben peggio, e lo sappiamo bene. Ma se leggere, informarsi e studiare è certamente cosa buona, forse è ora di ri/cominciare a chiedere ai nostri futuri rappresentanti parlamentari (e non solo a quelli dei 5 Stelle) di possedere competenze vere, e conoscenza approfondita del territorio che si candidano a rappresentare. Per questo (e per non ripetere gli errori della già citata Lega Nord) i prossimi mesi saranno decisivi per  la selezione della classe dirigente del movimento di Grillo. Osserveremo con interesse, e torneremo ad occuparcene.

E. G.