BlogLettera] Il Partito Democratico boccia il Piano sanitario di Cota e Monferino

La battaglia condotta nei mesi scorsi dal Partito Democratico a difesa della sanità piemontese ha portato qualche risultato. Cota e Monferino sono stati costretti: 1) a rinunciare alla separazione tra ospedali e servizi territoriali; 2) a rinunciare all’istituzione di una nuova azienda per il 118, che avrebbe comportato un ulteriore aggravio di costi; 3) a recedere dal tentativo di svalutare il ruolo dei sindaci; 4) a contenere i tagli alle risorse per i servizi socio-assistenziali.

Resta, tuttavia, il risultato finale di una cattiva riforma, che non elimina quasi nessuna delle serie preoccupazioni aperte sul fronte del mantenimento e della riqualificazione dei servizi territoriali e ospedalieri. Una riforma che, oltretutto, difficilmente otterrà lo stesso conclamato obiettivo del “risparmio”. I sei nuovi “superdirettori” delle neo-istituite Federazioni, porteranno con sé un  nuovo e aggiuntivo costo burocratico, sottraendo risorse ai servizi.

Ottenuto un primo contenimento del danno con la mobilitazione dei mesi scorsi, occorre adesso continuare nell’impegno, a ogni livello, per contrastare gli effetti applicativi della “controriforma” più deleteri per il tessuto dei servizi insediati sul nostro territorio. A cominciare da una ferma e precisa richiesta alla Giunta regionale, le nomine dei nuovi manager, tanto i direttori delle aziende quanto quelli della Federazioni muovano da logiche premianti la competenza e la professionalità e non le “amicizie” politiche.

La proroga delle figure dei Commissari non è, in questo senso, un buon segnale. E’ chiaro, infatti, che passate le “colonne d’Ercole” dell’approvazione del Piano sanitario, nel centrodestra piemontese si è aperta adesso la lotta interna per la spartizione delle poltrone. Una guerra per bande il cui prezzo, ancora una volta, ricadrà sulle spalle degli operatori e dei cittadini.

Domenico Ravetti    
Responsabile Sanità PD

Daniele Borioli
Segretario Provinciale PD