Gentiloni a Confindustria: ‘Il Piemonte Orientale è l’Italia capace di grandi risultati’ [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 
“Questo è un territorio con una grande capacità di fare impresa, ha un export forte, ospita distretti di grande tradizione e innovazione, dalla rubinetteria all’oreficeria fino al settore dolciario e alimentare. Questa è l’Italia capace di grandi risultati, frutto di un atteggiamento collaborativo, di fare sistema e di confrontarsi in un contesto economico favorevole. L’innovazione è di casa, e le opportunità che abbiamo davanti sono straordinarie se sapremo investire sulla qualità del nostro capitale umano. L’unione fra le tre Confindustrie vi renderà più forti per affrontare le sfide che abbiamo davanti”.

Gentiloni a Confindustria: ‘Il Piemonte Orientale è l’Italia capace di grandi risultati’ [Centosessantacaratteri] CorriereAl

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei ministri, ospite lunedì mattina al Teatro Civico di Vercelli per l’assemblea congiunta delle associazioni Industriali di Vercelli Valsesia, Novara e Alessandria ha parlato chiaro di fronte alla platea di imprenditori, amministratori pubblici e vertici dell’Università del Piemonte Orientale. Lo ha fatto in apertura di quella che è stata l’ultima assemblea delle tre territoriali. Infatti dal luglio 2018 sarà operativa Confindustria del Piemonte Orientale. La sintesi è anche nell’acronimo che a un certo punto campeggia sullo schermo dietro al grande palcoscenico: ‘ViCiNOALl’impresa’. Le lettere iniziali corrispondono alle sigle delle tre province, mentre nella parola ‘impresa’ è riassunta la sfida e la scommessa delle territoriali guidate da Luigi Buzzi (Alessandria), Fabio Ravanelli (Novara) e Giorgio Cottura (Vercelli Valsesia). Sono i presidenti ad alternarsi al microfono durante i lavori, iniziati dopo un’ora dalla ‘blindatura’ del Teatro Civico, in attesa dell’arrivo di Gentiloni. L’assemblea congiunta è stata scandita poi da due momenti di approfondimento, il primo con Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria, e il secondo con Licia Mattioli, vicepresidente nazionale dell’associazione degli industriali con delega alla internazionalizzazione.

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Lo scenario descritto da Gentiloni di una nazione in cui “è tornata la crescita”, ha “le carte in regola per la riduzione del deficit che oggi si attesta sul due per cento” e dimostra come l’innovazione “sia di casa” anche grazie “al rilevante pacchetto di investimenti per l’industria 4.0” trova conferma negli interventi di Paolazzi, Mattioli e i presidenti delle territoriali. “L’Italia è agganciata al ciclo mondiale, quindi le stime per il Pil (prodotto interno lordo) italiano sono state riviste al rialzo: 1,5 per cento nel 2017 e 1,3 per cento nel 2018. Ma questa fase positiva – è la sottolineatura che arriva dal direttore del Centro Studi di Confindustria – non deve far dimenticare che è ancora ampio il divario con gli altri paesi euro e sono profondi e diffusi i danni della crisi. A fine 2018 il Pil recupererà il terreno perduto con la seconda recessione (2011-13). Sarà ancora del 4,7 per cento inferiore al massimo toccato nel 2008. Pertanto riforme e politiche pro-crescita sono indispensabili, soprattutto politiche rivolte ai giovani, che in modo sempre più preoccupante emigrano dall’Italia in cerca di migliori opportunità, impoverendo il potenziale di crescita del Paese. L’Italia è ben agganciata alla ripresa mondiale degli scambi mondiali e le esportazioni sono la componente più dinamica della domanda con il Made in Italy che continua a guadagnare quote di mercato. Nel 2018 l’export sarà del 15 per cento sopra i livelli del 2008 e al 32,5 per cento del Prodotto interno lordo (dal 26,4 per cento di dieci anni prima). Anche i consumi delle famiglie sono in crescita quasi ininterrotta dall’estate del 2013 con prospettive di accelerazione tra fine 2017 e inizio 2018”.

Un contesto nazionale che dovrebbe guidare in modo più agevole le imprese locali “nella sperimentazione dei mercati internazionali. L’internazionalizzazione delle imprese – afferma Licia Mattioli (classe 1967, nata a Napoli, proprietaria e amministratore delegato della Mattioli Gioielli Spa, storica azienda orafa torinese) – rappresenta una leva strategica per la crescita economica del Paese e il gioco di squadra tra soggetti privati e pubblici si è rivelato una modalità vincente”. A giudizio del vicepresidente di Confindustria, l’aggregazione di Alessandria, Novara e Vercelli Valsesia “porterà a una maggiore integrazione delle imprese favorendo così azioni sinergiche anche per il presidio dei mercati internazionali, soprattutto in questo momento di grande crescita dell’export italiano”. L’area Affari Internazionali di Confindustria si occupa in particolare della politica commerciale, tutela del Made in Italy, lotta alla contraffazione e cooperazione internazionale.

L’esigenza di “ricevere un supporto ancora più qualificato per affrontare la internazionalizzazione” viene rilanciata da Luigi Buzzi. “Accompagnare le aziende associate sui mercati globali e quelli emergenti, maggiormente attrattivi è diventata una priorità per il sistema confindustriale, particolarmente rivolta alle piccole e medie imprese”. Il Piemonte Orientale può contare sull’originalità e sulle specificità produttive dei territori. “Ecco perché Confindustria è impegnata a sostenere le imprese nell’approccio ai mercati esteri promuovendo scambi commerciali, grazie a missioni e programmi di supporto agli investimenti”. A livello locale, la nascita di Confindustria del Piemonte Orientale permetterà “di soddisfare meglio le richieste manifestate dalle aziende, anche nel caso specifico dell’internazionalizzazione. La nuova entità associativa di maggiori dimensioni consentirà di sfruttare economie di scala, ma anche di trasferire su un’area più vasta le buone prassi già in atto e allo studio a favore dei comparti produttivi d’eccellenza dei rispettivi territori”.

Per Fabio Ravanelli la maggiore sinergia fra i settori strategici della componente manifatturiera, compreso tutto l’indotto che l’industria e i servizi ad essa collegati portano con sé, potrà portare benefici che vanno ben oltre i confini del Piemonte orientale. Stiamo costruendo un nuovo ‘macro-polo’ produttivo, esteso, solido e integrato, che sarà in grado di interagire in modo organico con quello torinese, portando vantaggi all’intero Nord Ovest del Paese”. Anche per Giorgio Cottura, l’aggregazione “consentirà di mantenere le strutture nelle tre province e al tempo stesso affrontare il futuro con la certezza di non disattendere le aspettative dei nostri associati. È il momento di passare dai campanili a una grande terrazza che guarda alla ricchezza del territorio”.

La nuova territoriale di Confindustria conterà circa 1.200 aziende associate per 60.000 dipendenti complessivi e sarà la seconda aggregazione piemontese dopo Torino.