Di Masi: “Da tifoso a presidente, per puntare in alto”

Di Masi Luca 1Eleganza impeccabile anche nel primo pomeriggio di un giorno feriale di inizio settembre, e aria da ragazzo perbene. Luca Di Masi  per chi segue il calcio di casa nostra, e i Grigi in particolare, non ha bisogno di presentazioni. A tutti gli altri spieghiamo che è il giovane (37 anni) presidente e proprietario dell’Alessandria Calcio, rilevata lo scorso febbraio nello stupore generale (e con le inevitabili ipotesi ‘complottistiche’: chi e cosa c’è dietro? La Iuve? Il Toro?), con un annunciato progetto ‘ultradecennale’: che, nella precarietà complessiva del paese e della città, e nell’ancor più instabile mondo del calcio, a qualcuno è sembrato un azzardo. Lo abbiamo incontrato in sede, allo stadio, dopo aver  ‘riassaporato’, assaporando dopo molti anni l’inconfondibile odore dell’erba del mitico Moccagatta. Peccato per la ‘mancata’ prima vittoria casalinga di ieri: ma certamente non basterà così poco a smorzare il nuovo entusiasmo che aleggia quest’anno attorno all’Orso grigio.

Presidente, la sua è una storia curiosa, quasi d’altri tempi: torinese doc, eppure tifosissimo dei Grigi. E, come se non bastasse, ad un certo punto decide di rilevare la società. Ci racconta come è andata, davvero?
(sorride riflessivo, ndr) Parto dall’inizio, come è giusto che sia. Nella mia famiglia il calcio è sempre stato importante, e la fede incrollabile è sempre stata granata, l’ho già dichiarato tante volte. L’emozione della curva Maratona credo sia qualcosa di indimenticabile, specie se cominci a viverla da bambino. Però ad un certo punto, intorno ai vent’anni,  mi venne questa idea, non so quanto strana: provare a vedere se, in giro per il Piemonte, ci fosse una squadra di provincia, in categorie meno blasonate della A e della B, capace di emozionarmi, a livello di squadra e di tifo.

E perché i Grigi?
Per caso, all’inizio. E poi la passione è cresciuta, e si è sviluppata, perché ho trovato la curvaGradinata nord 1 Nord davvero coinvolgente, viva: simile per certi versi a quella del mio Toro. Per cui ho cominciato a venire stabilmente ad Alessandria per le partite al Moccagatta, e a seguire anche non poche trasferte. Mitica quella di Vigevano, che ho già rievocato in qualche occasione…

Quindi la sofferenza degli ultimi dieci anni, da tifoso, se l’è vissuta tutta…
E come no. Mi ricordo l’epoca Boiardi, il fallimento, Veltroni. Tutte le tappe meno edificanti, ma che hanno fortificato il mio amore per la maglia Grigia. Finché, appunto, saputo che la precedente proprietà aveva deciso di cedere, ho deciso di farmi avanti. Ma, sia chiaro, non in maniera improvvisata. Anzi, con Luca Borio (attuale responsabile dell’area marketing, dopo un’esperienza professionale alla Ferrero, ndr) abbiamo fatto diversi studi di gestione, e ci siamo mossi solo a fronte di un progetto chiaro, e di lungo periodo. Rilevando le quote in toto, e saldando, vorrei fosse chiaro, tutte le pendenze precedenti. Un esborso non da poco, ma fare tabula rasa e risanare davvero era l’unico modo per ripartire seriamente.

Per arrivare dove?
Abbiamo piani ambiziosi, ma realistici. Non mi sentirà mai dire: tra due anni saremo in B, tra quattro in A o simili. Anche perché il calcio è prima di tutto un gioco, uno sport, con variabili di risultato che, per fortuna, non sono determinabili a priori. Però sicuramente abbiamo idee chiare, e una seria programmazione societaria.

Di Masi Luca 2Quest’anno però, per accedere alla nuova serie C unica, è sufficiente arrivare nei primi otto posti…
Sì, forse anche nove. Ma basta dare un’occhiata al nostro organico, e aver seguito la nostra campagna acquisti, per capire che puntiamo da subito ad un campionato di vertice. Siamo sicuramente, sulla carta, una delle squadre più forti del girone, e spero che lo dimostreremo sul campo. Abbiamo messo a disposizione di mister Notaristefano giocatori di livello ed esperienza, rinunciando anche agli incentivi che la Lega concede a chi fa giocare un elevato numero di giovani. Ora tocca alla squadra. Se a fine campionato, come tutti ci aspettiamo, saremo nella nuova serie C unica, valuteremo anche quale sarà la composizione dei gironi, e cercheremo senz’altro di muoverci con traguardi ambiziosi. Che Alessandria, come piazza, meriti almeno la serie B dubbi non ne ho.

Parliamo di settore giovanile Presidente. Tanti anni fa, per una società di provincia, quello era il punto di forza, da cui ogni tanto saltava fuori il Paolo Rossi di turno. Oggi come siamo messi?
Ad Alessandria vogliamo che le giovanili tornino ad essere un serbatoio di qualità, oltre che certamente un percorso importante per i ragazzi sul fronte dell’aggregazione sociale, e dei valori che si sviluppano. Abbiamo deciso di partire dalla Scuola Calcio (per bambini e bambine dai 5/6 anni), proprio perché vogliamo rappresentare fin dall’inizio un punto di riferimento. Poi, dai Pulcini di 8 anni in poi, proponiamo tutto il percorso che, idealmente, dovrebbe portare fino alla prima squadra. Maschile naturalmente: per le ragazze c’è l’Alessandria calcio femminile, che è un’altra società, da noi assolutamente indipendente. Ma da quanti anni i Grigi non producono talenti giovanili locali in grado appunto di giocare poi in prima squadra, prima ancora di muoversi sul mercato dei professionisti nazionali? Decisamente troppi, e ci piacerebbe invertire la tendenza.

Presidente Di Masi, lei è molto amato dai tifosi Grigi, anche perché arriva dallaGrigi in azione curva. Ma, si sa, il tifoso di calcio è volubile. E, soprattutto, negli ultimi anni un po’ disaffezionato…
Purtroppo è così, ed è naturale. Lo scorso anno l’Alessandria aveva meno di 500 abbonati: il Mantova, ossia una città molto più piccola di noi, 1.500, per fare un esempio. Ma questa è la conseguenza inevitabile di una serie di esperienze negative, sul fronte dei risultati, e non solo. La campagna abbonamenti è naturalmente ancora aperta, e speriamo di crescere rispetto allo scorso anno, e soprattutto di riportare allo stadio tanti alessandrini anche durante il campionato, a prescindere dagli abbonati. Naturalmente stiamo aprendo un ciclo, e non ci aspettiamo risultati eclatanti e immediati: ma il recupero graduale di un rapporto di fiducia, entusiasmo e partecipazione sicuramente sì.

Altro snodo essenziale presidente: i poteri forti locali (semplificando molto, naturalmente: ed ammesso che esistano) e la politica. Chi negli ultimi dieci anni ha cercato di ‘cavalcare’ i Grigi è sempre finito disarcionato…
Noi non ci faremo cavalcare da nessuno, mi creda. Semplicemente non abbiamo rapporti con la politica, se non quelli istituzionali doverosi, essendo lo stadio Moccagatta di proprietà comunale. Ho seguito da tifoso le vicende degli ultimi anni, e so bene che Alessandria, in un contesto di difficoltà di tutto il Paese, è alle prese con una serie di complicazioni in più. Noi speriamo di contribuire, attraverso i risultati sportivi, a restituite entusiasmo ed orgoglio ad una città che lo merita. Quanto ai poteri forti: non li conosco, davvero. In questi mesi ci siamo limitati a provare a contattare, questo sì, alcune tra le principali realtà imprenditoriali del territorio, per presentare il nostro progetto. E francamente abbiamo trovato un po’ di diffidenza, anche solo ad incontrarci. Ci riproveremo però: non ci arrendiamo così facilmente.

Sul fronte marketing e merchandising quali progetti avete?
Speriamo di chiudere a breve la trattativa con un marchio importante, come sponsor principale. Ma non è una realtà locale. Al merchandising crediamo molto: e abbiamo messo a punto un’offerta di una quarantina di prodotti, tutti marchiati Alessandria calcio e Orso Grigio, che commercializzeremo attraverso diversi canali: in centro città, grazie all’accordo (che stiamo per annunciare) con un negozio specializzato, allo stadio naturalmente e poi su Internet, che ormai rappresenta un canale di interazione quotidiana con i tifosi, grazie al nostro sito www.alessandriacalcio.it, completamente rinnovato

Stadio-Giuseppe-MoccagattaPresidente De Masi, la sua attività di imprenditore va al di là dei Grigi: quanto tempo pensa di dedicare all’Alessandria Calcio?
A Torino la mia famiglia ha un’avviata attività di abbigliamento per uomo, donna (e ora anche bambini) sia classico che sportivo in piazza San Carlo: Olympic. Mi sono organizzato per seguire sia gli impegni torinesi, che quelli alessandrini, grazie a due ottimi staff di collaboratori. E il sabato cerco di riservarlo a mia moglie, e a miei due bimbi, rispettivamente di 2 anni e mezzo e 8 mesi. La domenica, però, sarò sempre al Mocca, o in trasferta. E non potrebbe essere altrimenti.

Ettore Grassano