Anche il Renate passa al Moccagatta. Esonerato Banchini, serie D sempre più vicina

di Pier L. Cavalchini

L’U.S. Alessandria Calcio 1912 comunica di aver sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra il signor Marco Banchini. La societa ringrazia il Tecnico per il lavoro svolto ed augura allo stesso le migliori fortune professionali. La guida della squadra e’ stata affidata momentaneamente al signor Jonatan Binotto, già vice allenatore della stessa, affiancato da Andrea Servili!

Questa la nota della società, post Alessandria Renate, con cui si cerca di individuare il capro espiatorio.

Esonerato l’allenatore Marco Banchini, capro espiatorio di una situazione complessivamente difficile e a volte indecifrabile. Come più volte ribadito, con questi uomini a disposizione, non si poteva fare di più. E ora che succederà? É tempo di bilanci e auticritiche senza inganni e furbizie.

Ma partiamo dagli ultimi quindici minuti di partita. L’Alessandria e il Renate si sono confrontate a viso aperto per tutti i precedenti ottanta minuti o giù di lì, per quanto potevano fare due squadre evidentemente in difficoltà, di idee, di gioco, di posizionamenti. L’Alessandria a pressare senza troppa convinzione, con pochi uomini veramente disponibili a “mordere” la palla e, probabilmente, già con la valigia pronta vicino al comodino, il Renate preoccupato di limitare i danni, “allargandosi” se possibile per ottenere qualcosa in più. I “Grigi” giocano, combattono anche …ma arrivando davanti alla porta si sciolgono come neve al sole o, più prosaicamente, non sanno superare difese arcigne, pronte a tutto pur di portare via punti. E, in quei casi, ci vuole tecnica, occhio, astuzia, un pizzico di fortuna e mira giusta (quando si arriva al tiro). Tutte qualità che mancano e sono mancate ai Grigi alessandrini per tutto il campionato.

Intendiamoci, il Renate non è il Real Madrid, nemmeno il Mantova di quest’anno. Sarebbe stata una squadra perfettamente abbordabile e battibile sia in casa che fuori e, invece, pur non facendo giocate eccelse, porta via i tre punti da Alessandria e si piazza in una zona della classifica di relativa tranquillità. Preoccupa invece il baratro, prima psicologico poi tecnico-sportivo, in cui è precipitata l’Alessandria praticamente dopo la sconfitta di misura a Novara, circa due mesi fa. Invece di risalire si è andati al contrario, sempre più giù, come dice qualcuno, “come piombini”.

Per fare in modo che la musica cambi tre consigli, visto che i jolly a disposizione per miracoli vari ce li siamo già spesi tutti. Uno: le prossime partite giocarle già in chiave nuovo anno gestionale, con calma, raziocinio, seguendo le indicazioni di allenatore e preparatori tecnici e atletici, preparando – e realizzando – giocate piacevoli e, soprattutto, efficaci. Due: data la piega che ha preso questa progressiva discesa agli Inferi pensare a come uscirne, perché i dati del 17 marzo sono drammatici, quelli più importanti, quelli che riguardano il pubblico: “Incasso 962€ – Paganti 161 – Abbonati : 356. Vale a dire “uno schifo”. E’ come se nel nostro glorioso Teatro Comunale dei Giardini (fino a quando è stato aperto) per uno spettacolo costato centinaia di migliaia di euro per assicurarsi i migliori attori e registi…venissero 70 persone su una doppia sala da 1180 posti, con misere entrate conseguenti. Tre: per fare tornare il pubblico, un pubblico che travalica la città e che rappresenta tutto un territorio e anche più (ricordate i 21.000 di Torino di qualche anno fa?) non è solo importante “vincere”, ma bisogna giocar bene, avere una squadra bene organizzata e ben diretta in campo e, soprattutto, una Società con la “S” maiuscola, con fondi veri a disposizione e buoni consiglieri tecnici per operare acquisiti opportuni.

In sostanza per “migliorare lo spettacolo” , visto che quello proposto non è solo “perdente” nei numeri ma lo è anche nella capacità di entusiasmare e di dare una motivazione in più per dire “sono di Alessandria”, bisogna giocar bene e, a seguire, si avrà una risposta positiva di pubblico e città. E si deve ricominciare con umiltà e con disponibilità all’ascolto, mettendo da parte polemiche e attriti. Non ci è piaciuta, ad esempio la contestazione, ben oltre gli sfottò di routine, che ha inscenato una (piccola) parte del pubblico presente, non ci è piaciuta perché non serve a cambiare le cose, non serve a motivare di più i giocatori e, in modo particolare, non serve in vista di un riscatto, non solo possibile ma doveroso.

I giocatori e l’allenatore non hanno particolari colpe, anzi. Con una o due soluzioni favorevoli, anche in questa partita come era già successo con il Trento, con il Lumezzane, con il Mantova ecc., il risultato sarebbe stato diverso e l’impegno di tutti sarebbe stato riconosciuto. Siafa ha giocato meglio di altre volte, il portiere Spurio ha fatto anche lui miracoli alla Liverani; Nichetti, Ciancio, Nunzella, Mastalli hanno sputato sangue e più non potevano fare. E’ l’insieme che, dopo il ritorno a Novara, ha cominciato a impazzire, proprio come una maionese che peggiora man mano che la solleciti e cerchi di migliorarla.

Siamo all’inizio del campionato di D. Un campionato da vincere. E se si incontreranno ancora squadre non eccelse come il Renate non ci potrà essere, in futuro, che un risultato: la vittoria.

Per il momento, comunque, limitiamoci alla routine del racconto di primo e secondo tempo, riprendendo, giusto con due righe, la “predica” alla fine.

L’Alessandria ritorna all’antico con tre centrali e due tornanti che partono dalla difesa. Una mossa che, nei piani di Banchini, dovrebbe scompaginare la munita retroguardia del Renate. Ma sembra non sufficiente. La squadra ospite si impone, specie nei primi venti minuti, per un gioco più lucido a centrocampo e per una maggiore facilità di pressione sull’area dei Grigi. Nonostante la doppia mossa sulle ali con Nunzella e Pellegrini a far da stantuffi continui bene supportati da Sepe e Mastalli, l ‘Alessandria fa fatica, ancora una volta, ad arrivare in vista della porta difesa da Ombra. Anzi è la squadra di mister Colombo ad avere le occasioni più propizie, specie intorno al minuto 20 quando un ottimo Acampa salta due difensori “grigi” e serve il più invitante degli appoggi a Sorrentino. L’attaccante lombardo, però, cicca la facile deviazione a rete. Si continua almeno fino al trentesimo minuto con una supremazia territoriale dei “bianchi” del Renate senza però arrivare a concretizzare nulla di particolare. L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è più di marca grigia. Con Ciancio e Nichetti che cercano in più occasioni le due punte alessandrine, Samele e Siafa. Discreta la loro prestazione, migliore di altre volte. Proprio Samele ci prova dal limite dopo un appoggio di Gega ma tira alto, poi tentano qualche triangolazione veloce Pellegrini, Sepe e Mastalli ma senza particolare successo. L’occasione giusta per passare in vantaggio ce l’ha comunque l’Alessandria al minuto 43, ma il forte tiro di Mastalli viene murato sulla linea da Alcibiade, molto attento in fase difensiva. La prima frazione si chiude pertanto con una occasione per parte, con i supporters alessandrini nervosi come non mai e, fatto più rilevante, con enormi vuoti sugli spalti.

Si riprende con il nuovo Vimercati per gli ospiti e con una leggera pressione da parte del centrocampo e degli avanti dei Grigi. Sepe e Siafa avrebbero l’occasione buona per il vantaggio già al quinto minuto ma il tutto finisce in un passaggio innocuo al portiere. Il Renate, però, non sta a guardare e con Anghileri, Acampa e Sorrentino continua a impensierire la retroguardia alessandrina. Proprio al decimo minuto è l’ex Bocalon a girare di testa, perfettamente, in rete un appoggio di Sorrentino, completamente libero in una zona del campo delicatissima. Un errore che, come molti altri in altre partite, costerà carissimo ai Grigi di Banchini, perché la perfetta carambola Anghileri – Sorrentino – Bocalon porta all’ uno a zero per i lombardi, risultato che rimarrà invariato fino al termine. La reazione dell’Alessandria non è veemente come dovrebbe e si esaurisce in un pallonetto da distante di Siafa a porta vuota, fuori di poco e in una mischia al minuto 22 che, però, viene neutralizzata da Ombra prima e poi da Possenti e Alcibiade. Per parte grigia poco altro se non due tiri “telefonati” di Nichetti e Femia che non preoccupano nessuno. Mentre invece il renate va vicino al raddoppio almeno in due occasioni. Prima con Spurio che compie un miracolo su Sorrentino poi con tiri a raffica, fuori di poco di un po’ tutti gli attaccanti in maglia bianca. I giocatori di mister Colombo sanno come si tiene un risultato e con mestiere tengono il più possibile lontana la palla dall’area piccola renatese. Ci riescono e portano a casa il bottino pieno.

Come già segnalato, il Renate non è imbattibile, poteva essere l’ennesima occasione per il riscatto e, invece, ha reso ancor più evidenti le pecche della squadra dell’ormai mister Banchini. Si ricomincia da “D” ma… si ricomincia sul serio, gli ultimi dieci minuti, per tornare alla frase di apertura, hanno messo in evidenza paure, timori a toccare la palla, a prendersi responsabilità, a correre, a pressare. Una “non squadra” che non vogliamo più vedere.

Alessandria 0 – Renate 1

Marcatori: 54′ Bocalon (R)