di Graziella Zaccone Languzzi
In questi giorni spuntano suggerimenti su come si vorrebbe piazza Libertà. Ha iniziato l’illustratore alessandrino Lele Gastini che, utilizzando l’intelligenza artificiale, ha riprodotto le principali aree cittadine prive di auto. Tra cui spicca piazza Libertà con un prato al posto dell’attuale parcheggio.
Grande rispetto per l’artista: immaginare, desiderare e sognare costa nulla, e magari migliora la vita. Ma la realtà è un’altra cosa temo. Prima di tutto mi sono subito immaginata come sarebbe quel prato, se mai realizzato. Avete presente la condizione media del verde alessandrino, durante l’anno? Ecco, provate a fare un rendering (ormai ha vinto l’inglese, anzi l’americano, ma simulazione va benissimo) e poi mi direte. Metteteci erba alta, panchine rotte, cartacce e bottiglie vuote e abbandonate. Ah sì, anche un sindaco che esorta i cittadini ad occuparsi della manutenzione del verde, nel tempo libero. Ecco, ora forse ci siamo.
Aree verdi, fiorite, specchi d’acqua quante volte sono andate a ramengo. Persino le belle variopinte rose moldave che toglievano un po’ di grigio a questa città e ai cimiteri, non appena insediata l’amministrazione Rossa furono lasciate morire di sete e soffocate dalle erbacce con la motivazione del risparmio idrico, ricordate? Ed erano pure dotate di irrigazione automatica.
Il sindaco Abonante è arrivato a chiedere aiuto alla comunità, suggerendo ai cittadini di dotarsi di guanti e tre minuti di fatica e sudore per dare una mano al Comune ad estirpare erba e cespugli sui marciapiedi vicino alle case. Ossia ciò che in tanti facciamo da sempre, in silenzio, nei quartieri e nei sobborghi.
Dopo le critiche ricevute sui social per incanto è partito il calendario della cura del verde in città e sobborghi. E speriamo duri.
Tornando alla nostra bella piazza se diventasse prato. Godrebbe nei mesi estivi di un regime speciale, considerato che ormai le Ordinanze ci vietano stabilmente di innaffiare le aiuole condominiali?
Al quadro prospettato aggiungo l’inciviltà di individui che bivaccano sulle panchine, con aiuole che diventano vespasiani a cielo aperto e le fontane utili per la toilette quotidiana. Insomma, viva l’arte quando rimane tale.
Dopo l’artista Lele Gastini è arrivato il turno di Emiliano Poggio, cittadino attivo che spesso propone idee interessanti, e inascoltate. Ricordo qualche anno fa un mega progetto per la riqualificazione della Cittadella ad uso concerti, e non solo, che avrebbe meritato miglior sorte. Anche perchè nel frattempo la Fortezza sempre lì sta, sotto utilizzata e decadente.
Stavolta Poggio, raccogliendo il suggerimento di Gastini ha proposto di recuperare i resti del primo duomo di Alessandria in piazza della Libertà per ridare vita a un po’ del passato alessandrino e valorizzarlo: “E se piazza della Libertà ritrovasse il suo vecchio duomo, senza auto?”
Il cittadino Poggio suggerisce: “Il parcheggio attuale potrebbe essere interrato come accade a Rimini dove ci sono scavi romani con anche parcheggio sotterraneo, o a Modena per il parco archeologico cittadino. Tra tecnologia sotterranea e tecnologia artistica e digitale oggi è possibile riportare in vita una città che non c’è più: una possibile soluzione per rendere Alessandria attrattiva”.
Nel dicembre 2003 in una campagna archeologica promossa dall’Amministrazione comunale di Alessandria presieduta dall’allora sindaca Mara Scagni e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, alcuni resti del Duomo furono riportati alla luce in seguito agli scavi e furono lasciati in esposizione fino al 2007, quando la nuova giunta li fece ricoprire. Molto probabilmente tale operazione aveva dei costi insostebili e il Comune non navigava già in buone acque. Altri suggerimenti sono certa non tarderanno ad arrivare, ma nel frattempo chiedo: che vi hanno fatto le auto, visto che in realtà non ne potete fare a meno e le usate tutti fino a che non vi tolgono la patente per età o altri motivi? Riuscireste ad espletare ogni necessità pratica della vostra vita e della vostra famiglia senza un’auto?
Sapete vero qual è la condizione del trasporto pubblico su gomma? O forse no, perchè un autobus non lo prendete dai tempi della scuola.
La realtà alessandrina è nota a tutti: bandire le auto dal centro (ed eliminare il parcheggio di piazza Libertà questo significa, di fatto) è il modo più veloce per far morire il centro città già mal messo di suo. Non solo: il parcheggio in centro oggi è fonte di introiti non trascurabili, con costi pari a quelli di una metropoli: chi incassa quelle risorse, ingenti, è un altro paio di maniche, ovviamente.
Dunque, suggerire ciò che si desidera è un diritto di chiunque, soprattutto in una città come Alessandria, stremata da un regime fiscale da dissesto mai superato, con tasse locali al massimo di legge e servizi pubblici residuali. Ma attenti ragazzi: continuate a tener ben distinti il piano del sogno da quello della realtà, o rischiate enormi delusioni.