Riciclo ed economia circolare: ReLife dimostra che è possibile [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

Il gruppo di origine genovese possiede in provincia di Alessandria alcuni degli impianti più innovativi, da quelli per la plastica e la carta a quello che produce il combustibile solido secondario (Css). Uno dei fiori all’occhiello è Plastipol (2)

Per comprendere il significato di raccolta, riciclo ed economia circolare bisogna andare nella zona logistica di Tortona, a Rivalta Scrivia, dove opera su un’area di circa dodicimila metri quadrati uno degli impianti di ReLife. Il gruppo ha ventuno siti produttivi tra Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana ed è il maggiore operatore privato attivo nel riutilizzo e nella valorizzazione energetica degli imballaggi di carta e plastica.

Un primo numero, per chiarire: nell’impianto tortonese sono lavorate mediamente quarantamila tonnellate all’anno di plastica. Amag Ambiente, ad Alessandria, sfiora a malapena le quattromila. Sempre Amag raccoglie circa seimila tonnellate di carta, mentre a Rivalta Scrivia le tonnellate all’anno sono circa cinquantamila. La percentuale di recupero, nell’impianto ReLife, è del settantacinque per cento per la plastica (selezione e lavorazione è meccanica, ma al termine c’è un passaggio manuale con il quale gli addetti eliminano i materiali non direttamente riciclabili) e del novantacinque per cento della carta e cartone che proviene da raccolta urbana, industrie e grande distribuzione.

L’azienda è nata nel 2013 dall’intuizione dei fratelli Marco e Paolo Benfante, genovesi, titolari dell’omonima Srl fondata negli anni Cinquanta del secolo scorso per la raccolta della carta da macero, e di Enzo Scalia, attuale direttore generale, insieme al fondo Xenon Private Equity. Dal luglio 2021, la maggioranza del pacchetto azionario appartiene a F2i Sgr, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali.

L’ultima novità del gruppo è l’impianto ReFuel di Silvano d’Orba che produce Combustibile solido secondario (Css), lavorando i rifiuti residui dell’industria del riciclo, destinato ad alimentare i cementifici italiani ed europei. E il primo è il colosso Buzzi di Casale Monferrato. Per ottenere il Css sono utilizzati rifiuti prodotti dai processi di lavorazione che sono sottoposti a una ulteriore opera di recupero, attraverso la quale viene eliminato ogni residuo di cloro e scongiurata la conseguente produzione di diossina.

Il gruppo ReLife, tra i maggiori operatori nel campo del riutilizzo e della valorizzazione energetica degli imballaggi di carta e plastica, è in grado di proporre ai clienti nuovi prodotti derivanti dalla trasformazione dei rifiuti (carta, plastica, legno, metalli) forniti da loro stessi. Le attività produttive sono organizzate in quattro divisioni: ReLife Recycling (circa 830.000 tonnellate di rifiuti avviati a riciclo); ReLife Paper Mill (oltre 115.000 tonnellate di bobine di cartoncino grigio prodotte da macero); ReLife Paper Packaging (oltre 80.000 tonnellate di scatole prodotte), ReLife Plastic Packaging (oltre 15.000 tonnellate di prodotti plastici).

Esg e Bilancio di sostenibilità

Altri numeri, per completare il quadro: nel 2014 la società aveva quarantacinque dipendenti e ventidue milioni di fatturato, nel 2022 la forza lavoro è salita a circa novecento dipendenti e il fatturato ha superato i trecentosessanta milioni. ReLife sta completando il terzo bilancio di sostenibilità e ha un manager dedicato alla gestione Esg – Environmental (ambiente), social (società) e Governance – della società. il Bilancio di sostenibilità del 2022 ha fotografato le attività di riciclo del 2021 che «hanno fatto risparmiare quasi 510.000 tonnellate di carta vergine con un abbattimento di circa 515.000 tonnellate di anidride carbonica. Stesso rapporto di ‘1 a 1’ – spiega Enzo Scalia – per il vetro (2800 tonnellate di materia prima in meno, 2700 di Co2 non emessa nell’ambiente). Una percentuale che raddoppia se si prendono in considerazione le 90.000 tonnellate di plastiche e le oltre 182.000 tonnellate di Co2 risparmiate. Il risparmio di circa 29.000 tonnellate di legno vergine ha evitato la produzione di 2645 tonnellate di anidride carbonica».

Altri dati significativi del 2021: Recycling ha gestito 878.803 tonnellate di rifiuti; Paper Mill ha prodotto 114.421 tonnellate di bobine di carta riciclata, riducendo gli scarti da 10.485 tonnellate nel 2020 a 9320 nel 2021; Paper Packaging: nella cartotecnica (Hamm-Pack) sono state realizzate oltre 10,7 milioni di prodotti finiti e negli altri due impianti sono state prodotte oltre 88.500 tonnellate di cartone ondulato; Plastic Packaging ha prodotto 14.000 tonnellate di packaging plastico; 91,57 per cento di rifiuti recuperati; 242,11 Mwh di energia elettrica da fotovoltaico; 8,25 per cento di nuove assunzioni femminili; 275.487.947 di euro di valore della produzione del gruppo; sei progetti sociali sul territorio; 509.440 tonnellate di carta risparmiate grazie al riciclo che corrispondono a 515.100 tonnellate di Co2 evitate; 900.94 tonnellate di plastica corrispondono a 182.477 tonnellate di Co2 evitate.

L’eccellenza Plastipol

Il territorio alessandrino è al centro della politica industriale di ReLife. Lo dimostrano non solo gli impianti presenti e il nuovo ReFuel, ma anche l’acquisizione, nel 2021, di un’azienda che è stata l’antesignana del riciclo di materiale plastico: il gruppo Plastipoliver.

Plastipoliver è stata fondata nel 1965 a Ovada da Umberto Malaspina, lavorava, al momento dell’acquisizione, oltre 15.000 tonnellate di granulo (tra riciclato e vergine) per una produzione che superava i 2,5 miliardi di sacchi venduti al consumatore finale: 800 diversi prodotti che spaziano dai sacchetti alimentari per conservare i cibi refrigerati alle applicazioni non alimentari, come custodie per indumenti e sacchi per la raccolta dei rifiuti.

Plastipol nata nel 1976 da un’idea pionieristica di Giorgio Malaspina riceveva ogni anno 16.000 tonnellate di rifiuti plastici, prevalentemente da raccolta differenziata, trasformandole in 13.000 tonnellate di ‘materia prima secondaria’ attraverso tre linee di produzione. Per sviluppo tecnologico e brevetti, ottenuti nel processo di trasformazione delle plastiche post-consumo, l’azienda è considerata un’eccellenza a livello europeo.

(2 – continua)