Sanità, un servizio scadente pagato due volte dai cittadini: così proprio non si può andare avanti [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) A fine giugno 2022 scrissi un pezzo sulla buona sanità che salva la vita. Nell’articolo parlavo di alta professionalità dei medici dell’Ospedale di Alessandria con cui ho avuto a che fare ma anche di tempistica, la tempistica che salva la vita oppure evita danni irreversibili. Ma non in tutta la sanità viene rispettata la tempestività, e le lunghe liste di attesa sono una maledizione per chi necessita urgentemente di un esame, costringendo un paziente a ricorrere a visite e talora a interventi privati a pagamemto. Che significa pagare due volte, dal momento che chiunque abbia un reddito paga per tutta la vita la sanità pubblica mese dopo mese. Cito anche qui il mio caso personale, così non violo la privacy di altri: ma chiunque di noi ormai ha in famiglia o tra amici e conoscenti casi simili. E’ la regola, purtroppo: l’eccezione è quando le cose funzionano normalmente.
Ho un problema agli occhi, e prendendo atto delle lunghe liste di attesa del reparto di oculistica dell’ASO/AL decido da subito di fare una visita privatamente. Mi vengono prospettati due esami urgenti, da consegnare nei 15 giorni successivi al medico scelto per la visita privata. Riesco ad avere subito le due prenotazioni con urgenza, ma al CUP dell’ASO/AL non vengono accettate e sono da rifare senza la voce urgente. Ritorno dal medico di famiglia a rifare le prenotazioni, al CUP un esame mi viene prenotato a fine giugno e uno a fine settembre. Che faccio? Chiamo il numero verde regionale (e qui ci sarebbe da aprire un libro nero), ma le tempistiche negli ospedali in provincia comunque sono troppo lontane nel tempo per le mie legittime necessità e faccio notare che abito a due passi dall’ospedale di Alessandria. Mi trovo costretta a prenotare i due esami privatamente. Mi chiedo per cosa o per chi ho pagato e sto pagando la mia parte di sanità da sempre. Cosa è che non funziona nel reparto ospedaliero di oculistica e non da oggi? Mancano medici? Manca una buona organizzazione? In Regione che governi la destra o la sinistra queste cose le sanno da sempre e che fanno? Spalluccia? Intanto cito questa notizia dell’8 marzo 2023: “Sono sempre più gli italiani che rinunciano alle cure a causa delle lunghe liste d’attesa”. In sintesi, emerge un’inequivocabile barriera all’accesso costituita dalle lunghe liste di attesa, e aumenta esponenzialmente il numero di persone che, potendoselo permettere, ricorrono al privato non convenzionat per visite specialistiche e accertamenti diagnostici. Che, ripetiamolo, significa pagare la sanità due volte.
Le lunghe liste di attesa sono un brutto andazzo e una vergogna. A partire dal Governo Monti il finanziamento pubblico alla sanità è stato decurtato di oltre 37 miliardi di euro, di cui circa € 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi di euro nel 2015-2019, quando alla sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. La solita politica dei governi di sinistra che hanno governato il paese senza essere eletti. Senza i decreti attuativi le leggi rimangono sulla carta. Dal governo Renzi, ecco l’elenco completo di tutti i provvedimenti in tema di sanità ancora in attesa di essere emanati.
Voto: 2

2) E’ tempo di restyling per gli ospedali alessandrini e questa è una prima buona notizia: “Ospedale Infantile Alessandria, 36 milioni di euro per ristrutturarlo: in autunno via ai primi lavori”. Ma anche questa è una buona notizia per chi non se ne è accorto: l’Ospedale Santi Antonio e Biagio si rifà il trucco con un maxi cantiere sovrastato da una immensa gru, e presto avrà un nuovo look nella ristrutturazione delle facciate con cappotto esterno e il cambio degli infissi interni. E’ un buon segnale che sta ad indicare che, se mai sarà costruito un nuovo ospedale, quello attuale non diverrà una scatola vuota come dice di temere il sindaco Abonante in una dichiarazione su La Stampa del 14 marzo 2023, ma diverrà come promesso dal presidente della Regione Cirio e dall’assessore alla Salute Icardi un post acuzie, una sorta di grande Ospedale di comunità dove si praticherà la medicina territoriale, con uffici per i medici di medicina generale e servizi ai cittadini che non siano urgenze o casi gravi. Alessandria dopo anni di “disinteresse” da parte delle politiche regionali nel settore salute merita di avere più possibilità per i suoi assistiti. Le promesse di Cirio e Icardi sono condivisibili, ma bisogna vedere che succederà fra un anno e chi governerà la Regione. Parlando di sanità e ospedali ho apprezzato e condiviso l’articolo a firma Mauro Traverso e ne consiglio la lettura: “Nuovo ospedale di Alessandria: ma se fosse meglio potenziare quello vecchio?” Una possibilità che semplificherebbe ogni diatriba sulla sicurezza da esondazione: il problema però è che senza ospedale nuovo non si parlerebbe più di messa in sicurezza idrogeologica, che dovrebbe essere una priorità assoluta con o senza ospedale. Nell’articolo di Mauro Traverso viene indicato il percorso per utilizzare gli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico, in più viene consigliato un piano parcheggio per ampliare il Berliguer: basterebbe sopraelevarlo di un piano e rimarrebbe un parcheggio a cielo aperto. Una struttura simile esiste anche a Savona, nel cuore della città tra via Piave e via Trincee, comodissimo e che utilizzo abitualmente. Temo che la mia età non mi permetterà di vedere un nuovo ospedale, o l’attuale allargato in verticale: ciò che mi rasserena è che la sanità alessandrina sembra essere diventata un po’ meno “Cenerentola” per la politica regionale.
Voto: 8

3) Nuovo ospedale e la solita solfa partitica. La maggioranza comunale alessandrina di sinistra e la minoranza regionale PD fanno fatica ad accettare che il nuovo ospedale debba sorgere in città, e possibilmente nella zona dove esistono già presidi sanitari. Dicono che le aree potrebbero essere esondabili, ma è mai possibile che, a trent’anni dalla tragica alluvione del 1994, la politica ancora riconosca, implicitamente, di non aver messo in sicurezza Alessandria? Il centro sinistra, che ha governato a lungo il Piemonte in questi trent’anni, che faceva? Dormiva? Eppure in passato più volte si sono vantati di aver messo in sicurezza la città: è una sicurezza variabile, a seconda di chi governa? Chi fa politica così ancosa spera di essere preso sul serio? Oppure lo fanno apposta per scoraggiarci dal frequentare le urne? In questo momento la ‘caciara’ politica serve solo a perdere tempo, e tutte le polemiche sono strumentali: tra un anno si vota per le regionali, ed è quello il traguardo di una certa classe politica, non certamente il bene di Alessandria, o del Piemonte. Ma ve lo ricordate il centro sinistra torinocentrico di Chiamparino? Chi se non loro ha ‘smontato’ la sanità in questa provincia, da qualche anno faticosamente in ricostruzione? Ma metto da parte i battibecchi sul nuovo ospedale perché desidero andare alla fonte del problema, la non sicurezza idrogeologica delle aree scelte dalla Regione. La zona aeroporto sarebbe stata difficile utilizzarla per i costi di spostamento dell’aeroporto Bovone, e soprattutto perché l’aeroporto nessuno lo avrebbe voluto sotto casa.
Ora è stata individuata un’altra area per il nuovo ospedale, ma ad alcuni neanche questa soluzione piace troppo. Ma cosa è stato fatto negli anni passati da parte della Regione per mettere in sicurezza Alessandria, città tra due fiumi? Cito un articolo tratto da La Stampa del 21 febbraio 2007, pag.77 sezione Economia-Nordovest a firma Mossano: “Regione. Vanno persi 644mila euro per lavori post – alluvione”. Si trattava della “Legge Mancia” che a fine 2005 assegnò al Piemonte tale cifra ottenuta dai parlamentari eletti sul nostro territorio, la Regione era governata da Mercedes Bresso (PD), bastava che quei fondi fossero richiesti dai dirigenti regionali, ma non lo fecero e nel 2007 la Regione finì negli “inadempienti” e il Ministero della Economia se li rimise in cassa perché a loro pensare il Piemonte non ne aveva bisogno. La scusante dei dirigenti regionali fu che essendo pubblicata sulla Gazzetta supplementare la lettura era sfuggita! Ma ci rendiamo conto con chi abbiamo a che fare? Personaggi che guadagnano (diciamo incassano, meglio) dai 100 mila euro l’anno in su, compresi lauti premi di risultato. Bei risultati davvero: che vergogna!! All’uscita di tale notizia i Comitati alluvionati protestarono, perché buona parte di quei fondi sarebbe servita a ripagare danni pubblici e privati nella nostra provincia. Quanti fondi questo territorio ha perso per inadempienza? Il dubbio viene, e se tutti avessero fatto il proprio dovere forse oggi nessuno avrebbe la scusa per non realizzare un’opera pubblica essenziale sul suolo di Alessandria.
Voto: 2