Ciclisti sulle barricate, come ad ogni elezione. Intanto ieri Festa amarcord: c’era una volta il lavoro!. E a Pavone…..[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Eccirisiamo: bandire le auto in centro! Per i fans delle due ruote è il momento ottimale per essere ascoltati, almeno quello, dai candidati sindaco.
La news: “Alessandria sia intelligente: Non ha senso che piazza della Libertà sia destinata a parcheggio pubblico”. Alessandria intelligente? Piuttosto direi che Alessandria ad oggi ha dimostrato “buon senso”. Nel testo si legge: “Rendere più efficiente la mobilità va a beneficio di tutti, automobilisti compresi”: e chi lo dice? Piazza Libertà deve essere “liberata” perché possa essere attraversata più comodamente e disordinatamente da biciclette e monopattini a rischio pedoni? Perché se così fosse né pedoni né bambini potrebbero utilizzarla appieno, visto che tali mezzi usati da alcuni sono un vero pericolo. Io stessa ho rischiato di essere travolta da due tizi in bicicletta mentre transitavo a piedi nella galleria (ex Questura) tra via Ghilini e via Dante. Costoro a grande velocità sono entrati all’improvviso da via Ghilini, hanno percorso la galleria per uscire con la stessa velocità in via Dante e io in mezzo: figuriamoci su una piazza o via. Intendo dire che i ciclisti non sono assolutamente più civili degli automobilisti, mediamente. Spesso credono di avere il monopolio assoluto della strada, viaggiano sui marciapiedi, passano con il rosso, vanno contromano. Ma qui vi è un capitolo a parte, dal 2019 una Legge glielo permette anche se con alcune regole da rispettare: purtroppo però la Legge non ha stabilito che anche loro debbano possedere un’assicurazione in caso di danni a persone e cose. Il diritto di poter circolare sul suolo pubblico con un mezzo che sia a due ruote, monopattino o auto esiste per tutti, e non mi si venga a raccontare che la colpa dell’inquinamento è solo dei mezzi a quattro ruote, sappiano che ad inquinare c’è molto altro in un territorio come la Pianura Padana. Città libera dalle quattro ruote? E chi necessita di andare in centro dalle periferie, sobborghi e frazioni, che deve fare? Sappiamo che non esiste un servizio capillare di mezzi pubblici, e chi ha problemi a percorrere chilometri a piedi che fa? Una città di anziani quale la nostra, che si sviluppa in lunghezza, avrebbe forti controindicazioni nel creare un centro completamente inibito alle auto. Gli appassionati di bicicletta, monopattini e affini sono convinti che anche i commercianti trarrebbero giovamente da uno stop alle auto in centro? Sbagliano di grosso. In Alessandria, dove già il commercio del centro langue, vietare l’utilizzo delle auto significherebbe desertificare il centro stesso a vantaggio dei centri commerciali alle porte della città. Chi va in bicicletta è tenuto a conformarsi alle regole del Codice, e se è pur vero che il ciclista è “l’utente debole della strada”, non per questo gli sono consentite prepotenze, o di pretendere il diritto esclusivo di utilizzo del suolo urbano. Anche se si tratta di una parte del centro cittadino.
Voto: 2

 

2) Ai responsabili di Autostrade per il tronco della A21 che passa in provincia di Alessandria. Partiamo da questa domanda: a chi tocca per Legge posizionare barriere antirumore autostradali vicino ad un centro abitato? Me lo sono chiesto dopo aver letto un articolo su La Stampa di domenica 25 aprile a firma Adelia Pantano: “Pavone, il paese che non dorme più: il rumore dei camion fa tremare le case”.Nell’Alessandrino la frazione di Pietra Marazzi è tormentata dal frastuono per il passaggio dei mezzi sull’A2. Pavone è un suggestivo borgo dove la quiete è vanificata dal viavai di camion sulla sottostante A21 Torino/Piacenza che passa a due passi dalle case, con frastuono e vibrazioni insopportabili. I rumori sono aumentati dopo i lavori di messa in sicurezza dei plinti. A Pavone, dove abitano circa 200 persone, il problema con l’autostrada è cominciato nel 2004. Uno dei residenti si fece portavoce del malcontento andando casa per casa, e riuscendo a raccogliere 225 firme. Ma fu tutto inutile. Da mesi i residenti di Pavone con il portavoce storico hanno ripreso la loro battaglia, perché i rumori sono diventati insostenibili. Nell’estate 2021 l’ARPA aveva posizionato per venti giorni i rivelatori fonometrici, il risultato fu che tali rumori erano fuori norma. A fianco di questi cittadini vi è l’amministrazione di Pietra Marazzi con il Sindaco Claudio Aiachino. Il portavoce e i residenti di Pavone si sono rivolti anche alla SATAP, l’Ente che si occupa di quel tratto stradale: la risposta è stata che la società è in scadenza di contratto, e possono fare solo lavori ordinari, mentre questo sarebbe un intervento straordinario. Troppo comoda la risposta. Ho fatto le mie ricerche, la SATAP ha un sito ufficiale dove si leggono tante cose interessanti come ad esempio questa, vista la risposta che sono in scadenza di contratto: “in seguito alla riorganizzazione societaria, l’Autostrada Torino-Alessandria-Piacenza S.p.A. è concessionaria dell’ANAS per la costruzione e l’esercizio, fino al 31 dicembre 2026″. Quindi?
A seguire ho trovato queste informazioni su Leggi e Sentenze: “Rumore del traffico veicolare: è uscito il Decreto”. Negli anni ci sono state Sentenze della Corte di Cassazione in merito e ne cito una: “Inquinamento acustico: Cassazione civile, sez. I, sentenza 12/07/2016 n° 14180″. E ancora: “Casa vicino all’autostrada: hai diritto al pannello antirumore”. Interessante questa: “Barriere antirumore: quando scatta il risarcimento”.
La Cassazione fornisce chiarimenti sul risarcimento ex art. 844 c.c. dovuto ai proprietari delle case vicine all’autostrada per le immissioni rumorose. Provvedere tocca perciò alla società responsabile dell’autostrada senza se e senza ma, gli abitanti di Pavone se lo ritengono opportuno hanno indicazioni per ottenere ciò che è di loro diritto.
Voto: 2

3) Primo Maggio “Festa del lavoro”? Da tempo ricorrenza pleonastica, perché in questo contesto storico manca il lavoro, e laddove c’è è malpagato e privo di tutele, e prospettive. Ieri Primo Maggio con i soliti riti, ma non dite che è una Festa per favore. Si tratta purtroppo ormai di un vecchio retaggio ideologico del Novecento, cavalcato (tristemente, e qualche volta cialtronescamente) da chi fa finta di non vedere cosa è successo in questo Paese negli ultimi trent’anni, e con la complicità di chi. I lettori sanno, non serve dire altro. Solo mette parecchia tristezza vedere questa agitazione di cantanti ‘combat-folk’ (mi han detto che si dice così) sui palchi del Partito agitarsi tanto, e individuare ogni anno un nuovo nemico a cui cantare a sguarciagola ‘Bella Ciao’. Ma dove vivono, poveri ragazzi? Ma si può trasformare la Giornata che fu dei Lavoratori in un raduno di centri sociali, e far finta che quello sia il Paese reale?
Queste manifestazioni mi fanno tornare in mente un ritornello di una vecchia canzone che cantava mia nonna per censurare chiunque si imbarcasse in impresa palesemente impossibile. Iniziava così:” Illusione dolce chimera sei tu…”. Il Governo come sempre non farà nulla, non riesce neppure risolvere le varie crisi aziendali in corso, e del resto, ripeto, oggi cogliamo i frutti delle scelte degli ultimi trent’anni. Fa solo rabbia vedere che poi i media ci raccontano di italiani pigri, che non han più voglia di far niente. Ma vi pare sensato che qualcuno possa ambire a lavori da 800 euro al mese, magari lontano da casa, quasi sempre precari e occasionali, nei ristoranti e nei campi? Voi ci mandereste vostro figlio in un posto così? Con quale straccio di prospettiva futura, ditemi…Dovrebbe tornare la Scala Mobile, uno strumento importante per dare dignità e valore al potere di acquisto dei lavoratori. Ricordo che la Scala Mobile fu definitivamente soppressa in Italia con la firma del protocollo triangolare di intesa tra Governo Amato (oggi ai vertici della Corte Costituzionale), Confindustria e i tre maggiori sindacati: per capirci il gatto, la volpe e pinocchio.
Voto: 2