Molinari (Lega): “Al via il Governo degli inciuci e delle poltrone: opposizione dura in attesa del voto”. A rischio quota cento, flat tax e autonomia delle regioni. Porti aperti ai clandestini?

di Ettore Grassano

 

Sembra quasi sollevato, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. Dopo un agosto di tensioni e trattative, che lo ha visto interloquire direttamente con il Presidente della Repubblica Mattarella al fianco di Matteo Salvini, e in parallelo tentare ogni possibile confronto (“sul programma e i temi concreti, non sulle poltrone”) con gli ormai ex alleati del Movimento 5 Stelle. Sui quali però non ha mai nascosto le perplessità: il Segretario della Lega in Piemonte fu l’ultimo, l’anno scorso in Consiglio Federale, ad arrendersi all’idea di un’alleanza ‘innaturale’: “Non la rinnego però, fu fatta per mancanza di alternative, e in questi 14 mesi la Lega, con coerenza e determinazione, ha portato a casa risultati importanti: da quota cento ad un avvio di flat tax, dai passi in avanti sulla strada dell’autonomia delle Regioni ai porti chiusi, con quasi azzeramento degli sbarchi dei clandestini. Tutte conquiste oggi a rischio, purtroppo. Ma voglio proprio vedere 5 Stelle e Partito Democratico trovare convergenze su concessioni autostradali e grandi opere, e come faranno a far coesistere jobs act e decreto dignità. Per carità, la conservazione delle poltrone, in politica, può realizzare qualsiasi miracolo, e gli italiani ci sono abituati. Ma sanno anche che la Lega non è di questa pasta: noi continueremo a batterci, dall’opposizione, per le nostre idee, e per il nostro Paese. E le urne, prima in diverse regioni importanti e poi politiche nazionali, prima o poi verranno: 5 Stelle e PD non potranno sottrarsi all’infinito al giudizio degli elettori”.

 

On. Molinari, un agosto politico così incandescente non se lo aspettava quasi nessuno. Matteo Salvini avrebbe potuto evitarlo?
Possiamo discutere all’infinito se la spina potesse essere ‘staccata’ qualche settimana prima, o qualche settimana dopo. Ma è evidente che i ‘no’ a raffica dei 5 Stelle erano diventati insostenibili. Noi le abbiamo provate tutte, abbiamo proposto un cambio di marcia, un Governo del fare e non del disfare o del rallentare. Eravamo persino pronti ad assecondare i 5 Stelle sul fronte del ‘taglio’ dei parlamentari, provvedimento che peraltro ritengo demagogico, e particolarmente dannoso per province come la nostra. Ma il disegno dei grillini si è fatto evidente e ‘scoperto’ quando a Bruxelles hanno cambiato improvvisamente atteggiamento, e sono stati decisivi per eleggere la rigorista tedesca Ursula Von der Leyen a capo della Commissione Europea. A braccetto con il Partito Democratico. A quel punto, è chiaro che mai avrebbero sostenuto la legge Finanziaria ‘coraggiosa’ che invece serve al nostro Paese per ripartire. E infatti, vedrete, verrà stoppato il taglio delle tasse per lavoratori e imprese, non sarà rifinanziata quota 100, e si riapriranno i porti ai clandestini, con tutti i business collegati. La Lega a tutto questo si opporrà con ogni mezzo.

Con il Conte ‘bis’, ormai definito, non ci sarà nessun dialogo?
Il dialogo in democrazia c’è sempre, ci mancherebbe. E se il Governo otterrà la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento sarà assolutamente legittimo, ai sensi del nostro ordinamento. Semplicemente è un’assurdità politica: un Movimento nato come ‘antisistema’, che fino a ieri accusava il PD di ogni nefandezza, ora si mette a governare con Renzi, la Boschi e compagni. Come ‘terranno insieme’ jobs act e decreto dignità?
Per non dire del premier Conte, pronto a sconfessare se stesso, e una serie di provvedimenti, a partire dai Decreti Sicurezza, che ha firmato e sostenuto fino all’altro giorno. Siamo al ridicolo, alla farsa politica.

 

Ma le elezioni le vuole solo la Lega?
Non direi, mi pare che tutte le forze del centro destra siano propense a tornare alle urne, e anche singoli parlamentari appartenenti ai due partiti di Governo, che comprendono l’assurdità della situazione. In ogni caso noi non abbiamo fretta: faremo opposizione intransigente e trasparente, come sempre. Gli italiani sapranno valutare. Ed esprimersi in maniera democratica alle urne, non appena sarà loro consentito. A partire dalle Regioni che andranno al voto nei prossimi mesi: Emilia Romagna, Calabria, Umbria.

 

Tre Regioni amministrate oggi dal PD: qualcuno già parla di alleanze trasversali, magari di candidati unici 5 Stelle Partito Democratico….
Sarà interessante scoprire se i 5 Stelle getteranno la maschera, e accetteranno di appoggiare candidati del Partito Democratico, o accordi di desistenza. Sarebbe probabilmente un segnale di chiarimento politico che gioverebbe al Paese, e non ci farebbe paura, anzi. Si tornerebbe ad un corretto bipolarismo, e si sancirebbe la scomparsa di un fenomeno di finta antipolitica, e di dilettantismo allo sbaraglio, che ha prodotti solo danni al nostro Paese. I 5 Stelle, lo ricordo, dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno: e sono lì, disperatamente aggrappati alle loro poltrone.

Parliamo di Piemonte on. Molinari, e di Nord: c’è forte preoccupazione, fra chi fa impresa come fra la gente, rispetto al tema delle autonomie. Tutto rischia di naufragare?
Temo proprio di sì: e sarebbe davvero un gravissimo stop, proprio nel momento in cui l’autonomia di diverse Regioni stava per diventare concreta realtà. In Piemonte siamo ancora un passo indietro, perché durante il quinquennio Chiamparino tutte le richieste della Lega e del popolo sono state ignorate. Ma ora che siamo al Governo della Regione l’autonomia è una priorità assoluta per il Piemonte: ovviamente auspicando di non ritrovarci come interlocutore un Esecutivo intenzionato a ‘cestinare’ l’autonomia. Sarebbe un attacco gravissimo non solo al Nord, ma a tutto il Paese, come abbiamo spiegato in tantissimi contesti.

Altra preoccupazione, tutta alessandrina: grazie anche al suo personale impegno Palazzo Rosso può contare, nel biennio 2020-2021, su un contributo in conto capitale di 20 milioni di euro. Ossigeno fondamentale perché ad Alessandria si ricominci a parlare di sviluppo. Ci sono rischi di stop su questo fronte?
Mi auguro proprio di no, sarebbe gravissimo. In ogni caso non solo il sottoscritto, ma l’intera Lega vigilerà in maniera ferma perché non succeda, e perché gli enti locali possano tornare ad avere la possibilità di realizzare investimenti senza i quali l’intero Paese si ferma. Su questo fronte, lo ricordo, l’Esecutivo in quest’ultimo anno ha consentito a molti comuni, in Piemonte in particolare, di ricominciare ad investire in opere e infrastrutture. Un percorso che sarebbe folle interrompere.