Lavoro, reddito di cittadinanza e pensioni. Pensieri e parole di un candidato

di Gian Luca Loreggia*

 

E’ necessario per un politico, o aspirante tale, frequentare le strade e le piazze per avere il vero polso della situazione della propria zona ed è quello che ho fatto come candidato consigliere regionale M5S sabato scorso, andando a Novi alla riunione dei lavoratori Pernigotti con il Vicepresidente del Consiglio Di Maio.

In questo momento difficile ho avuto la possibilità di parlare e confrontarmi con lavoratori Pernigotti e Iperdì, i quali mi hanno descritto con grande dignità le loro difficoltà economiche e come in ogni caso stiano combattendo una battaglia di valori prima che economica e sindacale.

Questo Paese può rinascere socialmente, culturalmente ed economicamente esclusivamente se il gap tra la parte più abbiente e quella più povera verrà ridotto, seguendo l’esempio delle socialdemocrazie del Nord Europa dove la classe media è il pilastro portante degli Stati e non come è avvenuto in questi ultimi venti anni, dove ci stiamo avvicinando a società dove la diseguaglianza è più marcata e la classe media spinta verso il basso.

Non senza dimenticarci che oltralpe il patto sociale è saltato e dai sondaggi il popolo sta con i gilet gialli che hanno messo a ferro e fuoco, non solo metaforicamente, la Francia.

Per troppo tempo abbiamo rimandato il problema, tra “ristoranti pieni” e l’ottimismo renziano, il 4 marzo scorso l’elettorato ha dato un segnale chiaro di richiesta di cambiamento e questo Governo sta facendo il massimo, in ambito economico e sociale, per aiutare gli oltre cinque milioni di poveri in Italia con il reddito di cittadinanza, il primo vero strumento di contrasto alla povertà che questo Paese ricordi, allineandosi a provvedimenti simili che il resto d’Europa già prevede. Ascolto e leggo analisi di giornalisti, esperti e politici che vorrebbero far credere che questo strumento sarebbe inutile se non dannoso, una delle critiche principali è lo stato dei Centri per l’Impiego, vero.

Però per una volta poniamoci una giusta domanda: chi ha permesso che i CPI diventassero quello che sono, chi ha voluto smantellare i CPI a vantaggio delle agenzie private? Nel mio piccolo ho vissuto dal vivo quando la scellerata riforma delle Province ha di fatto azzerato i CPI in provincia di Alessandria, chi è il responsabile politico di quella riforma? Sicuramente il decreto sul Reddito di cittadinanza sarà migliorabile nelle intenzioni e nella realizzazione, ma bisogna dare atto che già dalle bozze si intravedono molti aspetti positivi, come l’introduzione di una figura che supporti il disoccupato, un’agevolazione per le aziende che assumono i fruitori del reddito, la tutela per chi ha in famiglia minori e disabili, un forte disincentivo penale per coloro che usufruiranno del reddito indebitamente e un sostegno economico per coloro che intendono mettersi in proprio.

Ricordo inoltre che unitamente al reddito la pensione minima viene innalzata a 780 euro per dare una vita dignitosa a tutti gli anziani, proprio in tema di pensione vorrei fare l’ultimo appunto alla triplice sindacale dei pensionati che prontamente ha chiamato alla piazza, con quale esito potrete esservene fatti un’idea da soli. Abbiamo vissuto anni dove si è fatto scempio dei diritti sociali dei lavoratori degli anni ’70, dall’articolo 18 al jobs act, fino alla prelibata legge Fornero per i pensionati.

Dov’erano? Dove eravate? Ora per il blocco della rivalutazione delle pensioni oltre i 1.500,00 euro si scende in piazza, strappandosi le vesti, avete coscienza del contesto in cui ci muoviamo? Hanno tutti osannato il Presidente della Repubblica con il suo discorso sulla comunità, ebbene siamo una comunità e sarei orgoglioso di rinunciare a qualche euro al mese se un mio concittadino avrà una pensione dignitosa di 780 euro, così come sono orgoglioso di un Governo che aiuta chi è in difficoltà, anche se io oggi non lo sono ma domani potrei esserlo.

* candidato consigliere M5S Regione Piemonte