I morti non sono tutti uguali [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Faccio a fatica ad avere pietà di un assassino.

Sarei tenuto a praticare quel sentimento visto che sono cattolico e praticante.

Già dal catechismo ci dicevano che siamo tutti uguali di fronte a Dio ed io ci ho creduto e ci credo.

Ma Michelangelo ci pone anche davanti ad una suggestiva ed incredibile Apocalisse nella quale Cristo sceglie i Giusti e li divide dai Malvagi.

Del resto è ciò che ci raccontano i libri, i film, i tiggì: esistono Cattivi senza i quali non ci sarebbero Buoni.

Antonio – 29 anni – è un giovane giornalista.

Viene raccontato come un ragazzo in gamba, formatosi all’Università con uno sguardo verso il futuro di un’Europa accogliente e unita.

Pochi giorni fa, nella capitale Europea, incontra una pallottola che lo riduce in coma; dopo pochi giorni Antonio muore.

Chérif – 29 anni – è colui che esplode il colpo.

Radicalizzandosi in carcere quale “soldato islamico”, conclude la sua passeggiata terrena incontrando la pallottola delle forze dell’ordine.

Muore all’istante.

Vitali – 28 anni – viene in Italia dalla Moldavia.

Trova un lavoro a nero nei boschi del Trentino.

Pochi giorni fa ha un incidente, il titolare dell’impresa giunge sul posto e – preoccupato solamente delle possibili conseguenze per sé e per l’azienda – ne sposta il corpo qualche centinaio di metri fuori dal cantiere e chiama i soccorsi dichiarando di averlo rinvenuto casualmente.

Faccio fatica ad equiparare questi tre ragazzi morti.

Ricordo che mio nonno buonanima (classe di ferro 1908) raccontava di quanto cattive fossero alcune persone di una famiglia di conoscenti.

Mia nonna, devotissima (lei sì, praticava la pietà cristiana), lo redarguiva in dialetto:

“Nu se dixan brütte cose di morti!”

“Non si dicono cose brutte sulle persone morte!”

E lui, senza una minima marcia indietro:

“Se éan grammi, éan grammi!”

“Se erano cattivi, erano cattivi!”

Provo lo stesso senso di giustizia, i morti non sono tutti uguali.

Mi dispiace per la mia catechista, morta tra i Giusti: non potrò mai affiancarla a Chérif, la credo invece a fianco di Antonio e Vitali a raccontare loro le parabole più belle.

E adesso tutti al campetto, a tirar due calci ad un pallone.