Guardare altrove [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

Accade a tutti di voltarsi dall’altra parte.

Si fa per varie ragioni; a volte per disattenzione, a volte per superficialità.

Altre volte si fa per non vedere.

Conosco una parte di me che fa fatica a prendere coscienza delle cose.

E così mi volto dalla parte opposta per non vedere.

Questo atteggiamento però non va a danno di nessuno se non contro me stesso, sono pronto a giurarlo qualora necessario.

Ci pensavo in queste ultime settimane, facendo il punto della situazione (ogni tanto ci si ferma per avere chiarezza).

Accade – pensavo – a quella parte di me che tralascia la prospettiva emotiva e privilegia quella razionale.

Quando per cambiare le cose dovrei andare oltre ai miei principi, fare carte false, rinnegare le personali convinzioni per accondiscendere alle logiche altrui (che sono poi quelle del mainstream politico) mi irrigidisco; i miei due me combattono acremente e uno dei due ha la meglio.

A quel punto guardo altrove, abbandono lentamente quel luogo e mi dirigo in altra direzione, uguale ma non contraria.


Non amo il Pesce Pietra che si mimetizza sul fondale marino in attesa che passi la preda, pronto a catturarla.

Non amo il Criceto che di fronte ad una cucciolata troppo numerosa sacrifica alcuni dei piccoli per garantire ai restanti la sopravvivenza.

Non amo neppure la Tartaruga che dopo aver deposto numerose uova le abbandona confidando nella probabilità che molte di esse si schiuderanno al mondo.

Mi immedesimo piuttosto in un Uccello che periodicamente cambia piumaggio; le penne vengono perse gradualmente, in maniera indolore e difficilmente percepibile dall’esterno. Ciò mi garantisce la libertà di movimento e una costante protezione da insidie esterne.

Bene, ho terminato.

Scusate ma ora volo altrove.