Ora Daria [Il Citazionista]

daria-bignardidi Andrea Antonuccio.

«Sono scelte basate su esperienza, merito e autonomia dai partiti»
Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai

Vogliamo parlare delle ultime nomine Rai? Partiamo dal primo canale, come lo chiamava mia nonna buonanima.

Andrea Fabiano, barese classe 1976, è il più giovane direttore di rete della storia. Era già vicedirettore al fianco di Giancarlo Leone, a cui ha soffiato la poltrona da sotto i pantaloni. E’ un interno Rai, non dispiace all’Usigrai (imperscrutabile Golem dell’informazione pubblica) e dunque di che ci lamentiamo: promosso.

Secondo canale. Ilaria Dallatana, appena nominata direttore di Raidue, è uno dei fondatori della società di produzione televisiva Magnolia, noto fornitore di format per Rai e Mediaset, insieme con l’attuale sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori, il quale dice di non aver messo becco nella vicenda (gli crediamo assolutamente). Di tv ne sa eccome, e anche se non piace all’Usigrai ce ne faremo una ragione: promossa.

Terzo canale. Daria Bignardi, nuovo direttore di Raitre, è un volto assai noto al pubblico televisivo. Dalla prima edizione del Grande Fratello alle Invasioni barbariche, la signora Bignardi di strada ne ha fatta molta. Moglie di Luca Sofri, a sua volta figlio di Adriano, la nuova regina di Raitre ha sempre frequentato i salotti giusti. Quelli delle buone letture, dei viaggi a Samarcanda, delle giacche di velluto, del birignao esibito al momento opportuno.

Si è trovata a contatto con la meglio gioventù: quella della casa in Engadina e delle vacanze a Capalbio, del “sai, ho fatto tutti gli esami, mi manca solo la tesi, ma poi sono partita per Londra…”. Perché la signora Bignardi non è laureata, eppure oggi è direttore di rete (ma non c’era una legge che lo impediva? Mah, qui non si capisce più niente). Gnè gnè gnè. Mica come quei secchioni noiosoni che per avere uno stipendio vanno all’estero, e poi sparlano del nostro magnifico (e meritocratico) Paese. Avrebbero dovuto studiare un po’ meno, i “dottorini”; e magari uscire un po’ di più, farsi una vita e, soprattutto, delle conoscenze.

Malgrado questo bel pedigree, Daria non piace all’Usigrai (mannaggina mannaggetta), non conosce l’azienda Rai e non ha alcuna esperienza di gestione delle risorse, umane e materiali. Non è un buon manager, se non di se stessa. E allora che facciamo? Promossa o bocciata? Facciamo rimandata, va. Fra tre anni, se ci sarà ancora l’Italia, ne riparleremo.

Ps: a proposito di Luca Sofri, in rete gira un video gustoso assai che ne esalta l’atteggiamento, libero e opportunamente critico, nei confronti di Sua Maestà Matteo I. Godetevi 1 minuto e 40 secondi di schiena dritta. E fatelo vedere anche ai vostri figli, prima che decidano di fare gli scienziati.

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