Il Gioco di San Silvestro [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Capita, a volte, di voler essere altrove.
Oppure di esserci con la mente senza volerlo.
In uno spazio differente, in un tempo differente, con un modo di vivere e di pensare diversi.
È, anche questa, una forma di esercizio così come l’ora di pesi in palestra o la lezione di Zumba.
A me accade spesso durante le feste comandate, da qualche anno con più frequenza.
Al diavolo il tanto osannato carpe diem, viene da dire.
Eppure con il Gioco di San Silvestro riesci a cogliere lo stesso attimo più volte.
Gioco in anticipo sul temuto veglione 2015/2016 ripercorrendo alcuni momenti salienti in un anno, a prescindere dall’anno.
È questo il sale del gioco.
(nds per brevità prenderò in esame solo l’ultimo semestre)

23 luglio 1994
“Mi raccomando” dice mio papà. E non aggiunge altro.
Sono brevi frasi che poiché non dicono nulla vogliono dire tutto.
Vado di corsa a prendere la bellissima coniglia nana bianca che regalo a mia sorella “così non sentirai la mia mancanza!”, completo la vestizione e mi accingo a sposarmi.
Finalmente. Sono mesi che lavoriamo ai particolari di questo giorno.
Senz’altro qualcosa andrà storto. Si tratta di statistica.
Ma poi pensandoci bene quel che conta è da domani.
Dunque mi tuffo nel giorno più lungo della vita di un giovane uomo.

san_silvestro_flexFerragosto 2015
Mi alzo, è mattina presto.
Spero nel bel tempo e invece il cielo minaccia pioggia.
Le previsioni sono allarmanti: trombe d’aria, temporali, temperature bassissime.
Al diavolo l’idea di prendere il sole, il problema è più che altro per i turisti che vedono il mare della Riviera una volta all’anno: l’occhio del fotografo è entusiasta, quello del bagnante padre di famiglia deluso.
Mi rassereno stravaccato sul divano leggendo un libro e sorseggiando una birra.

24 settembre 1982
Mi alzo, grazie a Dio è venerdì.
Giorno di scuola ma anche giorno del diciottesimo compleanno.
La nonna è già ai fornelli, sta preparando un bel pranzo, lei che in cucina non teme confronti.
E alle 13,30 tutte quelle portate con la famiglia al completo – uso quotidiano di una generazione che patendo la fame e la guerra non voleva farsi e farci mancare nulla.
Le chiavi della Panda 30 bianca quasi nuova, lo stereo Roadstar con due casse tamarre e giù al suono di Dire Straits e Police con i finestrini aperti.
Alla faccia della sinusite.

Ottobre 1983
Università di Genova.
Alle 10 lezione di Fisica 1.
Prima però un salto all’Ospedale San Martino dove mamma, operata da pochi giorni, è sottoposta a radioterapia.
Mi saluta dal vetro e mi sorride, il volto grigio per il dolore e le cure.
Entro in aula con la speranza rafforzata e le formule che passano in secondo piano.

27 dicembre 2015
Eccomi.
Sono qui eppure altrove.
In uno spazio differente, in un tempo differente, con un modo di vivere e di pensare diversi.
Fuori c’è un sole primaverile, assenza di vento, bassa umidità, 18 gradi.
Scrivo un nuovo Flessibile e propongo il Gioco di San Silvestro.
In questo modo riesco a cogliere lo stesso attimo almeno due volte.
Mi rendo conto, può apparire un gioco idiota e forse lo è.
Per me è una sorta di esercizio.
Dunque mi esercito.
San Silvestro è vicino.

Nel 2016 vi regalerò il Gioco degli Antipodi.
Per ora buon viaggio nel nuovo anno!