Bravo Paolo Bolzani: si merita un bel 10! [Le Pagelle di GZL]

Bolzani Paolodi Graziella Zaccone Languzzi

 

1) A Paolo Bolzani, Presidente provinciale “Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti” e disabilità. Chi non lo conosce legga questa intervista di Ettore Grassano su CorrierAl: “Bolzani (Unione Ciechi): “il web per noi è opportunità straordinaria: ma per un disabile Alessandria è il far west!”

Di disabilità oggi si parla poco, i disabili sono invisibili: nel 2015 l’Italia non è ancora riuscita a tenere il passo con le altre nazioni europee per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono alle persone disabili di usufruire delle strutture e dei servizi come dovrebbero. Esistono ancora dei limiti per queste persone e le nostre città sono un percorso a ostacoli per chi ha un handicap. Scale, marciapiedi, intercapedini, gradoni: il completo abbattimento delle barriere architettoniche è ancora una meta lontana.

Paolo Bolzani sul tema e nella lotta alle barriere architettoniche non si è mai risparmiato, ma la mattina di lunedì 22 a RVS (Radio Voce Spazio di Don Ivo Piccinini) Paolo Bolzani ha aggiunto un tassello importante e necessario: un censimento completo e serio delle persone con disabilità, anziani, e soggetti con patologie particolari, integrato al Piano di Protezione Civile Comunale in favore di queste categorie. Una raccolta di dati che mira ad ottimizzare un primo e veloce intervento finalizzato a garantire un pari livello di sicurezza in caso di incendio, calamità naturale o altra emergenza. Questo censimento non deve essere lasciato al puro volontariato, ma deve essere il Comune ad effettuarlo essendo una attività delicata, e che ha bisogno di una amministrazione pubblica organizzata. Paolo Bolzani ha aggiunto altra situazione da prevedere: in caso di incidente di un cieco o ipovedente la polizia municipale dovrebbe occuparsi di accudire il suo cane guida, stessa cosa per una carrozzella. Concludo: “senso civico, solidarietà e abbattimento delle barriere architettoniche: queste componenti sono le fondamenta portanti per la costruzione della società. Le barriere architettoniche sono gli ostacoli all’uguaglianza, e la persona disabile è un cittadino a pieno titolo, con diritto di vivere e operare nella società come tutti gli altri”.
Voto: 10

 
2) Alla Regione Piemonte: Motivo? Quando ho letto questa notizia: “Lombardia:Regione Piemonte legittima difesa, ok a patrocinio legale Regione”, da cittadina piemontese ho provato un sentimento di invidia nei confronti dei cittadini lombardi proprio per l’attenzione che il loro Governo regionale e il loro Consiglio hanno nel prevedere (prima Regione in Italia) fondi per fornire patrocinio legale, per difendere cittadini accusati di aver commesso un delitto per eccesso colposo in legittima difesa. Un importante risultato bipartisan di non divisione politica su questi temi e di trovare insieme condivisione che ne fa onore. Questa nuova legge regionale di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata è un esempio di cultura della legalità, e offre patrocinio per le vittime di reati che si sono dovute difendere, in aggiunta ad un provvedimento finalizzato a fenomeni delle truffe ai danni delle persone anziane, dell’usura e dell’estorsione. Mai come ora nel nostro paese non siamo più sicuri in nessun luogo, neppure a casa nostra. Lo Stato, le sue leggi e una giustizia al contrario, la cancellazione di 121 reati da parte di Renzi han fatto sì che la delinquenza imperi sempre più forte, grazie alla tutela che le riserva lo Stato italiano. E’ illegittimo difenderci, guai alle forze dell’ordine se si permettono di toccare con un dito un delinquente mentre sta compiendo un reato, ci sentiamo indifesi, presi in giro. La “civile”, generosa, accogliente Regione Piemonte che fa? Intende imitare la Lombardia, o lascia il suo popolo al suo destino?
Voto: 2

 

Terzo Valico scavi3) Alla Regione Piemonte sulle cave cessate: Motivo? Si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati. Ma è sempre così! Ora La Regione Piemonte ordina controlli a tappeto di ARPA sulle cave della nostra provincia. E prima dov’era? Le cave cessate possono condurre a impatti significativi e irreversibili qualora non venissero realizzate le forme di recupero e/o ripristino ambientale previste, nel momento stesso della conclusione dello sfruttamento; cavatore e proprietario di tali terreni hanno svolto le forme di recupero? Da un rapporto di Legambiente del 2008 sulle cave, in Piemonte quelle attive sono 322 e quelle cessate 311. Sempre da Legambiente si legge (facendo un riassunto) che è buona pratica che una cava una volta sfruttata sia recuperata per usi ricreativi attraverso un intervento sia degli stessi cavatori e/o proprietari, sia da parte di pubbliche amministrazioni. Nel caso di una cava in un’area pianeggiante (è il nostro caso) l’area escavata può essere rivegetata o riempita in parte con lo stesso terreno in precedenza asportato, e ricoperta con humus agricolo, utilizzata come riserva irrigua, trasformata in lago o per laminazione piene etc. Ora: in tutte le Regioni la domanda di autorizzazione alla escavazione deve contenere il piano di recupero, a carico del proponente della cava al termine dell’attività, nel caso delle cave di casa nostra il piano di recupero era già predisposto a contenere lo smarino? Si vede che il nostro territorio locale e provinciale non ne ha ancora abbastanza di essere abusato da inquinamento ambientale e sanitario. Insomma a quanto pare non ci facciamo mancare nulla, da una parte si “finge” di combattere sostanze tossiche nocive, nel contempo si autorizza a cuor leggero ad accogliere nel nostro territorio materiale con un punto interrogativo: tanto chi vivrà vedrà!
Voto: 2