I cavalli non sono oggetti

Ho appreso dai mezzi di informazione che dal 2 al 5 Agosto a Oviglio si svolgerà la Festa patronale in onore dei Santi Felice e Agata. In un’atmosfera mista di devozione religiosa e mondanità, si svolge questa festa, come ce ne sono tante, soprattutto nel periodo estivo, ma ogni manifestazione religiosa, storico-culturale, folcloristica mi offre spunti di riflessione se fa uso di animali, in questo caso i cavalli.

Tra pranzi e cene a base di antipasto misto, agnolotti al sugo di stufato, grigliata mista di carne, fritto misto, grigliata di pesce e poi canti, balli, esposizione di trattori, mostra fotografica, folklore, animazione, si trova spazio per la tradizionale fiera e mostra equina, la sfilata di cavalli e carrozze per le vie del paese, la gara di abilità con cavalli e carrozze.

Considerato il sostegno che il Comune di Oviglio dà all’evento, invito il Sindaco Antonio Armano a riflettere sull’organizzazione di questa sentita festa patronale, soffermandosi su alcuni aspetti etici che riguardano il rispetto degli animali. Mi riferisco alla fiera e alla mostra equina che considero appuntamenti anacronistici in cui i cavalli sono considerati meri oggetti. Mi riferisco anche agli spettacoli di abilità in cui i cavalli devono lavorare come artisti, convinta che per gli artisti è un diritto lavorare mentre per i cavalli è un diritto non lavorare. E’ profondamente ingiusto trasformare i cavalli in oggetti da esposizione o in macchine, costretti a cavalcare, trainare, sfilare, esibirsi in prove di abilità, per servire l’uomo nello sport, nel lavoro, nel divertimento. E quando non servono più, quel grande amore che per anni i loro sfruttatori dichiarano di nutrire per loro, si dissolve nell’inferno di un macello.

Attorno ai cavalli ruotano notevoli capitali, e ovviamente anche lavoro. Non si vuole togliere lavoro a nessuno ma un lavoro che si basa sullo sfruttamento del più debole non ha ragione di esistere.

Cavalli a parte, mi riferisco anche alla preparazione dei menù della festa, perché anche a tavola si possono dare segni importanti di cambiamento. Molti appuntamenti enogastronomici hanno preso con successo un’altra strada, quella di dare molto spazio ai cibi vegetali, ma pare che Oviglio non l’abbia ancora presa.

Quando si svolgono questi eventi che coinvolgono animali, gli enti organizzatori rivendicano i ferri del mestiere, cioè leggi e regolamenti che tutelino la regolarità dell’evento e il cosiddetto “benessere animale”, ma è il mestiere a dovere essere messo in discussione. Non tutto ciò che è legale è moralmente accettabile. E’ indispensabile invertire la tendenza e prendere coscienza che gli animali non sono oggetti da esporre, non sono fenomeni da baraccone e non sono ingredienti: sono compagni di vita.

Mi aspetto che le istituzioni siano in prima linea a farsi promotrici di tale sensibilità.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)
Delegata del Movimento Antispecista