L’incastellamento in provincia di Alessandria: ecco i risultati della ricerca

bergolo_tavernaSono stati diffusi i dati relativi alla ricerca “L’incastellamento in provincia di Alessandria: un’indagine tra storia, architettura e paesaggio”, presentati a Palatium Vetus, con l’intervento del presidente della Fondazione, Pier Angelo Taverna e del vicepresidente dell’Associazione Castelli Aperti del Piemonte, Niccolò Calvi di Bergolo (nella foto).

I risultati.

Al fine di definire la densità degli edifici fortificati in provincia di Alessandria si è provveduto a fare un calcolo che, prima, ha compreso tutti gli edifici fortificati esistenti e quelli di cui si conserva la memoria e lo si è calcolato su una base di 100 km2, poi si è studiato più nel dettaglio in base allo stato effettivo di conservazione. Nel calcolo abbiamo dato molta importanza allo stato di conservazione del bene: è, infatti, utile sapere se la densità calcolata riguarda o comprende anche edifici ormai non più esistenti o se parliamo di edifici integri.

Per facilitare la consultazione dei dati riprendiamo qui la classificazione tratta dall’Istituto Italiano Castelli:

traccia storica: edificio o complesso completamente scomparso, di cui resta ricordo solo documentario;

–  rudere: edificio di cui sopravvivono resti più o meno cospicui, ma non organici, senza possibilità di riqualificazione funzionale;

–  parzialmente conservato: edificio o complesso di cui sopravvivono parti organicamente leggibili, con possibilità di utilizzazione e/o di riqualificazione funzionale;

–  integro: edificio o complesso sostanzialmente conservato, eventualmente con interventi di integrazione e restauro;

–  residenza castellata: edificio con forme castellane (ricostruzione stilistica), eretto sulle tracce di un preesistente edificio fortificato.

A questo inquadramento utilizzato dall’Istituto Italiano Castelli abbiamo qui fatto due ulteriori categorie:

–  traccia storica con resti: edificio scomparso ma di cui rimangono scarse tracce in nuovi edifici o in sito (es. cisterna dell’acqua, tratti di muro, colonne riutilizzate in loco, ecc.);

–  parzialmente conservato con torre: edificio o complesso di cui sopravvivono parti organicamente leggibili e di cui la torre assume un particolare rilievo;

Nel territorio della Provincia di Alessandria sono state individuate tre aree di approfondimento e precisamente:

– Zona Nord-Ovest (Val Cerrina)

– Zona Est (ColliTortonesi-Val Borbera)

– Zona Sud (Ovadese-Acquese)

Queste aree, presentano alcune caratteristiche comuni per paesaggio naturale, attività operate dall’uomo, manufatti medioevali che le differenziano, nel loro insieme, dal resto del territorio provinciale e, ancor più, da altri territori.

Ognuna di queste zone risulta però caratterizzata da alcuni aspetti che la distinguono dalle altre sempre riguardo al paesaggio naturale e alle trasformazioni che l’uomo vi ha operato nella storia soprattutto con le attività agricole, alla gran parte delle vicende storiche, ai manufatti medioevali e alle tracce storiche di questi.

La zona nord ovest presenta i rilievi collinari con una pendenza moderata verso sud e una pendenza notevole verso nord a causa delle stratificazioni del sottosuolo: ciò comporta la presenza di terreni fertili a sud dove è stata sviluppata la viticoltura, la frutticoltura ed atre colture di pregio; nei versanti a nord, di solito, è presente il bosco di latifoglie con funzioni protettive, per evitare le erosioni, e sulle cime non costruite sono presenti piccoli gruppi di pini silvestri: un paesaggio naturale unico.

La zona est presenta un sistema collinare antico, quindi più sottoposto alle erosioni col risultato che i fondivalle, in generale, sono relativamente pianeggianti poi la ripidità aumenta verso gradualmente verso le cime dei colli che si presentano abbastanza “appuntiti” con versanti acclivi in alto e dolci in basso.

La zona sud, al contrario della precedente, presenta sistemi collinari meno erosi e più incisi, con le colline “a panettone” cioè con le zone più alte pianeggianti e ripidi versanti che scendono verso i corsi d’acqua.

Queste caratteristiche distintive hanno quindi dato luogo a situazioni diverse, per il paesaggio ma anche per le economie agricole locali che, assieme a tutti i fattori storici e sociali, hanno avuto stretti rapporti con i manufatti medioevali e con la loro conservazione.

Il dato provinciale di 7,26 edifici e memorie su 100 kmq è un dato sicuramente già molto alto, ma diviene altissimo per l’area dell’Alto Monferrato (Acquese e Ovadese) che raggiunge una densità di 16,57 ogni 100 kmq.

La Val Cerrina e il Tortonese- Val Borbera si attestano a poco meno di 12 per 100 kmq. Nel caso del Tortonese- Val Borbera hanno molta incidenza le tracce storiche, vale a dire gli edifici non più esistenti.

I grafici che indicano la densità dei castelli integri e poi anche quelli che ricomprendono le residenze castellate e i forti mettono in netta evidenza la massiccia presenza nell’area dell’Alto Monferrato che si può ben definire la più castellata. Il caso della Val Cerrina è significativo il dato dei castelli integri è di 1,62, vicino a quello provinciale, ma se nella categoria si ricomprendono le residenze castellate (edificio dalle forme castellate, ricostruito dove anticamente era un castello) il dato sale esponenzialmente a 5,6 rimanendo ancora molto lontano dall’area dell’Alto Monferrato. L’area del Tortonese e della Val Borbera, presenta un dato bassissimo per i castelli integri 0,26, dato che migliora solo inserendo anche i ruderi e i parzialmente conservati, fino al primato delle tracce storiche.

Nei grafici dove vengono anche ricompresi i parzialmente conservati e i ruderi il divario tra la zona dell’acquese-ovadese e quello delle altre zone si affievolisce, infatti a fronte di un 12,95 di quest’area, anche la Val Cerrina sale a 9,45.

Se si prendono in considerazione le tracce storiche (edifici ormai inesistenti) allora l’acquese-ovadese lascia il primato all’area dell’Est che rappresenta il territorio collinare e appenninico che di fatto storicamente è stato una cerniera tra il passaggio dai porti della Liguria e la Pianura Padana. Qui si trova infatti memoria di edifici fortificati molto antichi che attestano quest’area come zona di transito per le merci, viandanti, soldati e pellegrini.

Il grande numero di ruderi, edifici parzialmente conservati, tracce storiche sono elementi del paesaggio di rilievo. I ruderi dei castelli dei Del Carretto, ad esempio, che costellano le strade che da Acqui Terme portano a Savona, sono esempi di siti turistici di grande interesse.

Qui, come per tutto il territorio della Provincia di Alessandria che va verso la Liguria, i paesaggi sono mozzafiato. La posizione generalmente è d’altura, isolata o nella boscaglia ma comunque sia si tratta sempre di resti di strutture in pietra di grande fascino.

Alcuni anche di tipologia architettonica molto interessante come Carrega Ligure dove si è conservato il torrione con attorno la cinta fortificata, oppure il castello della Tinassa a Melazzo, un castello su base ottagonale di difesa, oppure ancora Sorli. Molte di queste costruzioni oggi rientrano in percorsi segnalati dal CAI e potrebbero con molta facilità essere messi in rete per divenire elementi di attrazione del paesaggio.