Palazzo Rosso: un passo avanti, e tre indietro [Controvento]

Comune Alessandria 4di Ettore Grassano

Natale con fuochi d’artificio, a Palazzo Rosso. Chi c’era, venerdì scorso al consiglio comunale pre-festività, racconta di un clima surreale, con ‘pezzi’ di maggioranza assenti per scelta dichiarata (nonostante il finto stupore del sindaco, sono settimane che Cesare Miraglia ha annunciato la totale astensione dei Moderati da ogni atto amministrativo, in attesa di chiarimenti), e altri a quanto pare in fuga non chiarita.

Le cronache de La Stampa riferiscono di Enrico Mazzoni, presidente del consiglio comunale, come un timoniere senza più equipaggio, e di un assessore al Bilancio, Matteo Ferraris, che battibecca col sindaco, e poi se ne va in fretta e furia, e si riiuta di rientrare anche quando raggiunto al cellulare.
Ferraris peraltro ci ha poi precisato di essersi assentato per un impegno professionale improrogabile, del quale aveva avvertito per tempo la giunta e il sindaco: e di essersi leggermente alterato proprio perché aveva chiesto di poter affrontare un certo tema prima di andarsene, mentre così non è stato.

Diversi altri assessori comunque erano nel frattempo impegnati in riunioni parallele (tutte emergenze assolute, o una programmazione alla “va là che va bene, tanto il consiglio comunale è pura formalità”?), e l’opposizione che urla, si indigna, cavalca la tigre della protesta come il ruolo impone.

Nel complesso, non proprio uno spettacolo edificante, e neanche una prova di grande maturità, diciamocelo. Probabilmente gran parte della città ignora persino che ci sia stato, il consiglio comunale di venerdì (altro elemento significativo). Ma per quella minoranza che ancora ci crede, e ci prova, davvero non è un bel modo di congedarsi dal 2013.

Va bene parlare di futuro, di sviluppo oltre l’emergenza, di partecipazione. Ma se poi si danno di queste dimostrazioni di inconsistenza e approssimazione, è davvero dura pretendere che la comunità ancora ci creda: il rischio, semmai, è che prima o poi dall’ignavia e dal menefreghismo i cittadini passino ad altri atteggiamenti, e strumenti.

Sulla vicenda della mozione (approvata) che “impegna la società Alegas a verificare tutte le possibilità per procedere all’assunzione dei dipendenti dell’ex Fondazione Tra”, tutti scontenti. Chi vorrebbe la riassunzione senza se e senza ma degli ex dipendenti della Fondazione Tra è insoddifatto perché ritiene che, così formulata, la richiesta sia una pura affermazione di principio, un modo per mettersi la coscienza a posto sotto Natale e nulla più, ben sapendo che non se ne farà nulla.

Altri evidenziano che la procedura ha elementi di illegittimità tecnica (Locci, ad esempio), altri ancora (ma solo in privato perché ad Alessandria l’impiegato pubblico è sacro come la mucca in India) si chiedono da dove mai comincerà l’alleggerimento della macchina statale e parastatale, se ogni volta che si taglia un posto di lavoro scatta il ‘soccorso rosso’ (ma anche nero, giallo e blu) per spostare il lavoratore in nuove stanze. Magari ad occuparsi di tutt’altro, ma chissenefrega, basta lo stipendio.

Signori, questa è una piccola dimostrazione di provincia di quanto stretta, e lastricata di camaleonti, sia la via del Renzismo in Italia. Prepariamoci ad un 2014 da ‘montagne russe’.