Alessandria Marocco sola andata? [Controvento]

Muratore Maroccodi Ettore Grassano

L’intervista che vi proponiamo oggi con l’architetto Boido (imprenditore edile casalese, e rappresentante del Collegio Costruttori in Camera di Commercio) offre non pochi spunti di riflessione.

L’edilizia alessandrina, che da sempre è una delle leve occupazionali del territorio (considerando attività dirette e indirette legate al comparto, più o meno un lavoratore attivo su cinque ruota, o ruotava, attorno alla filiera), non sta attaversando una normale crisi ciclica, da cui poter sperare di uscire semplicemente grazie a qualche sgravio fiscale sulle ristrutturazioni. Aver perso dal 2008 ad oggi quasi la metà degli addetti è un aspetto gravissimo, ma quel che ancor più impressiona è che non sembra esserci un progetto complessivo, di sistema a livello Paese, per ridare fiato al settore.

Certo, l’edilizia ‘verde’ ed ecocompatibile è importante, e le grandi opere (capitolo ‘intricatissimo’ e ricco di sfaccettature, di cui abbiamo già parlato più volte, e riparleremo) possono esserlo altrettanto. Ma assai più potrebbero incidere, ci pare di capire, tante piccole opere pubbliche diffuse sul nostro territorio, come in tutta Italia. Abbiamo un patrimonio pubblico che va a pezzi: strade, edifici scolastici, immobili degli enti locali. Ognuno di noi può citare, per conoscenza diretta, questa o quella scuola, o un palazzo, o strade assolutamente dissestate.

E ogni tanto (ora tocca alla Sardegna) arriva qualche tragedia naturale a ricordarci che, senza prevenzione e progettazione, il territorio va a ramengo, e ogni tanto reagisce con furia a decenni di incuria e trascuratezza.

E’ allora assolutamente apprezzabile la grinta e la determinazione con cui un pool di imprenditori edili alessandrini sta cercando di andare alla conquista del Marocco. Ma al contempo viene da chiedersi: è mai possibile che non ci possano essere alternative a questa migrazione di massa, di cervelli e ormai pure di braccia, quando ci sarebbe un’enorme necessità di dedicarsi al rilancio del patrimonio edile e immobiliare di casa nostra? Ora in tanti guardano ai finanziamenti europei del 2014-2020: speriamo di non perdere anche questa corsa, che potrebbe essere l’ultima prima di ritrovarci tutti quanti a MarraKech. Non in vacanza, o in fuga esistenziale alla Salvatores, ma armati di calce e cazzuola, a costruire ponti, strade e palazzi in Nord Africa.