Bombe a distanza [Il Flessibile]

caruso_copertinadi Dario Caruso.

Fabrizio De André ne “La guerra di Piero“, cantava così:

“E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore”

Era il 1964.

Piero incrocia lo sguardo del suo nemico e in un drammatico faccia a faccia scambia in pochi attimi la paura, lo stupore, la morte.

Barack Obama, appena eletto per la prima volta, venne insignito del Premio Nobel per la Pace.

Era il 2009.

Un premio preventivo come la guerra preventiva che ha fatto esattamente come fecero i suoi predecessori.

Un premio prematuro come il Premio Vergine dell’Anno ad una Ilona Staller di sette anni, ipocrita come un Oscar alla Carriera a Valeria Marini, sbagliato come la Coppa Campioni del 1983 all’Amburgo.

Riflettevo su come sia arido uccidere da lontano, senza conoscere l’altro, senza porsi il problema di quanta sofferenza ci sia in un nemico simile a noi.

Quel poco di umanità che la guerra conserva e che ci viene raccontata nei libri, nelle canzoni, nei film e nelle fotografie, finisce così.

biglie_flessibileSi preme un bottone e si ha l’illusione di ottenere una conclusione avendo una fine; come un colpo di biglia sul circuito della spiaggia, spazziamo via centinaia di granelli di sabbia, ogni granello una vita.

Un colpo e via.

Non ci sono più gli eroi di una volta.

E’ il 2013.

“Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra…”

Fabrizio De André – La ballata dell’eroe (1961)