La colonia elioterapica Sandro Mussolini di Alessandria [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

Cari Lettori, rieccoci al nostro appuntamento settimanale con la nostra Rubrica.

Questa volta ho pensato, per fare uno strappo alla regola, di pubblicare un lungo servizio che avevo scritto nel 1987, per la rivista La Provincia di Alessandria, riguardante le colonie fluviali, elioterapiche, marine e montane alessandrine.

Questo periodico è stato per molti anni il fiore all’occhiello della nostra amministrazione provinciale e sulle sue pagine hanno scritto per molti anni alcune fra le più illustri firme alessandrine. Col tempo, purtroppo, come tante cose belle della nostra Alessandria, anche questa importante e bella Rivista ha dovuto chiudere i battenti; si è dovuto scrivere la parola fine ad una bella realtà.

Col tempo in questa sede ho intenzione di ripubblicare tutti i servizi da me curati per la rivista sopra citata, in maniera che resti traccia di queste storie alessandrine anche sul Web. 

La colonia elioterapica
Sandro Mussolini
di Alessandria[1]

Qualche mese fa mi capitò tra le mani un mazzetto di cartoline e fotografie antiche; appassionato collezionista, mi misi con interesse a guardarle una ad una. Fra le varie foto, una in particolare destò la mia attenzione; aveva tutta l’aria di appartenere agli anni Trenta, ed un dettaglio che osservai mi fece ancora più piacere: recava un timbro a secco, con la dicitura Foto Moderna – Alessandria.

Era molto probabile perciò che il gruppo di bambini in prendisole e gli uomini in divisa ritratti fossero alessandrini.

Una conferma l’ho avuta mostrando il cimelio ad amici di una certa età. Si trattava di una fotografia scattata all’interno della colonia elioterapica Sandro Mussolini[2] in Alessandria.

Questo fu lo stimolo a compiere la ricerca.

Le colonie estive in Italia
Le colonie estive in Italia sorsero per iniziativa dell’ospedale di Lucca nel 1822, che organizzò a Viareggio una colonia per i trovatelli.

Giuseppe Barellai fu un ardente sostenitore di queste iniziative, e verso la metà dell’Ottocento si erano già costituiti cinquanta ospizi marini in Toscana, Emilia e Romagna.

Essi avevano il doppio carattere di semplici colonie climatiche estive e di preventori ospedalieri.

Nel periodo della prima guerra mondiale, ad opera della Croce Rossa Italiana, si intensificò l’interesse per le colonie e continuò dopo il conflitto.

Col passare del tempo, si distinsero fra istituti preventori ospitalieri e colonie estive per il temporaneo ricovero di bambini e giovani di gracile costituzione.

Nell’anno 1928 per razionalizzare l’organizzazione, le colonie vennero affidate all’Opera Nazionale per la Maternità ed Infanzia.

Le colonie della nostra provincia
Nel secondo decennio del ‘900 erano attive parecchie colonie nella nostra provincia; per citarne alcune, possiamo ricordare quelle elioterapiche di Acqui Terme, Ovada, Castellazzo Bormida, Castelnuovo Scrivia, Carbonara Scrivia, Gavi, Novi Ligure, Sale, Villanova Monferrato, Viguzzolo, Frassineto Po, Tortona e Felizzano.

Anche sulle rive dei nostri fiumi vi erano numerose colonie fra le quali quella dell’Ente Opere Assistenziali di Casale Monferrato, A. Mussolini di Valmacca e quella dell’E. O. A. di Valenza.

I bimbi della nostra provincia erano anche inviati alle colonie marine di Loano, alla Dalmazio Birago di Diano Marina, ad Andora, Sestri Levante e Pietra Ligure.

Nell’anno 1933, sotto l’egida dell’Ente Opere Assistenziali di Alessandria vennero inviati oltre cento bimbi alla colonia Principi di Piemonte di Loano. Circa quattrocento bimbi, divisi in due turni, godettero dei benefici del mare a Diano Marina, diretta dalla signorina Righetti con sede nella meravigliosa Villa Scarsella.

È interessante conoscere il risalto che le cronache dell’epoca dessero allo stato di salute dei piccoli ospiti. Esse citavano come fiore all’occhiello l’aumento di peso degli assistiti che in un solo mese erano aumentati tutti da un minimo di mezzo chilogrammo, ad un massimo di quattro chilogrammi. Altri tempi!

La colonia di Diano Marina, oltre ad ospitare tre turni estivi, nel 1933 inaugurò la sua attività permanente.

In un primo periodo accolse cinquanta  bambini dai due ai quattordici anni, inviati principalmente dal consorzio antitubercolare di Alessandria per le cure preventive, e si raggiunsero buoni risultati.

Anche la montagna era sede di importanti colonie estive per i bambini della nostra provincia; importante, fra queste, la colonia alessandrina del Comitato Croce Rossa Italiana con sede in Limone Piemonte diretta dalla professor Cesarini. Altre colonie montane erano quelle di San Rocco di Premia (NO), Ollomont (AO), Sordevolo (VC) e Campiglia Cervo (VC).

L’unificazione delle colonie alpine e marine
Il 29 maggio 1929 – presieduto dal console Aldo Tarabella – si riunì nella Casa del Fascio di Alessandria il Comitato per le Colonie alpine e marine. In quella riunione furono nominati i componenti di tre commissioni.

1)  Commissione sanitaria per la visita rigorosa dei bambini da inviarsi in cura al mare ed al monte, ed alla colonia solare.

2)  Commissione finanziaria per il regolare controllo sul movimento dei fondi.

3) Commissione di vigilanza per la formazione delle squadre.

Nella medesima sede, su proposta del dottor Scarabelli, il Comitato approvò all’unanimità “l’unificazione di tutte le benemerite iniziative che per il passato erano sorte nelle varie località della provincia”, per rispondere al preciso mandato avuto dal governo nazionale. Il presidente Tarabella ha inoltre aggiunto che sarebbe stato doveroso, esplicare un’opera attiva di propaganda anche nelle zone più remote della provincia, poiché anche nei piccoli paesi e nei villaggi si trovavano bambini bisognosi delle cure del mare e del sole.

Questo anche per dimostrare alle popolazioni della campagna che il fascismo non le dimenticava.

Nella medesima riunione fu reso noto il numero dei posti letto a disposizione dei bimbi alessandrini nelle varie sedi.

Il totale dei posti era di 1330 dei quali 440 al monte ed 890 al mare, e bastavano al fabbisogno del momento, in quanto i posti richiesti erano stati 1250.

Esistevano agevolazioni ed incentivi per i figli dei dipendenti statali, come possiamo leggere in un resoconto del  luglio 1931. Il Segretario del partito aveva erogato la somma di lire un milione per le colonie estive e riservato numerosi posti ai figli di iscritti alle associazioni fasciste: 79 ai figli degli iscritti all’associazione ferrovieri, postelegrafonici, pubblico impiego e aziende industriali dello Stato; 19 ai figli degli iscritti all’associazione della scuola (sezione elementare e media). Le domande di iscrizione dovevano pervenire alla Federazione Provinciale Fascista con allegato l’atto di nascita del bimbo, lo stato di famiglia, un foglio di stipendio del padre dipendente ed un documento comprovante l’iscrizione ai Balilla o alle Piccole Italiane. L’età doveva essere compresa fra i sei e i dodici anni.

Durante tutto il periodo di cura, i bambini erano sottoposti a periodici accertamenti e le visite settimanali che venivano eseguite dal medico responsabile della colonia servivano anche alla compilazione di una cartella clinica personale.

Su queste schede venivano annotati tutti i dati per poter accertare i risultati della cura e tutte le caratteristiche salienti, le qualità, le deficienze e le attitudini.

Nel 1931, un bimbo costava alla Colonia lire 2,50 al giorno ed è facile calcolare quanto gravava all’Ente Opere Assistenziali la gestione delle colonie. Fu per motivi puramente economici che vennero aperte sottoscrizioni fra i privati cittadini; le offerte si ricevevano presso l’Ente Opere Assistenziali di corso Roma 19 e presso la Delegazione dei Fasci Femminili di via Mazzini 22.

Nella città di Alessandria vennero create due importanti colonie estive: la Colonia elioterapica Sandro Italico Mussolini e la Colonia fluviale del Dopolavoro Gymnasium.

La colonia solare di Alessandria Sandro Italico Mussolini
La colonia elioterapica Sandro Italico Mussolini sorgeva in spalto Marengo a ridosso degli antichi bastioni, che in quel tratto cingevano ancora la città di Alessandria, su un terreno adiacente all’ospedale infantile Cesare Arrigo, concesso da donna Rosa Borsalino. La colonia Sandro Mussolini faceva parte della colonia marina e alpina, che era sorta nel 1893 sotto il nome di Comitato alessandrino per gli Ospizi Marini.

Uno degli scopi principali della colonia era quello di “diminuire e sradicare la tubercolosi e rendere forti e gentili le nuove generazioni e inoltre amanti di Dio, della Patria, della Famiglia e del Lavoro”.

Il 1928 vide oltre 200 bambini sottoposti alla cura del sole alla colonia solare per “correggere quella debolezza, quel pallore e quella cosiddetta miseria fisiologica che proviene dalla vita scolastica durante nove mesi”.

La lunga giornata del bambino all’interno della colonia era ricca di attività varie, da quelle istruttive alle attività sportive a quelle ludiche.

L’orario delle attività andava dalle ore 8,30 alle ore 18,30, e venivano impartite lezioni di morale, istruzione generale, ginnastica e canto.

Nel 1931 era direttrice del corpo insegnanti la signorina a Ausonia Bagliano e presidente dell’amministrazione della colonia il cavalier dottor Eugenio Prato. Nell’assemblea del 31 marzo 1931 furono nominati due membri del Consiglio Direttivo e precisamente il signor Salvatore Porcù e il dottor Mario Torre.

Revisori dei conti erano i geometri Giuseppe Benedetto e Carlo Chiarvetto. Vennero accolte duecentocinquanta domande di bambini di ambo i sessi, di un’età compresa fra i cinque e i dodici anni.

Come abbiamo detto la giornata in colonia iniziava alle ore 8,30 con la cerimonia del saluto alla bandiera e la preghiera, di cui riportiamo il testo: Sommo Iddio, proteggi la nostra infanzia, proteggi la nostra famiglia, il nostro Re, il nostro Primo Ministro, Duce del Fascismo, Mussolini.

Poi i bimbi facevano colazione ed alle 9,30 si recavano ordinatamente nel prato per la cura del sole.

Dalle 11 alle 12 erano tutti occupati nelle abluzioni e dalle 12 alle 13 finalmente si recavano alla refezione, che consisteva in minestra e pane: i due piatti che venivano serviti consistevano principalmente in riso e fagioli o pasta e patate. Per secondo mangiavano carne con patate, ed una volta alla settimana formaggio.

Fino alle 15 i bambini erano liberi di giocare a piacimento secondo i loro desideri, oppure di riposarsi.

Le cure del sole incominciavano alle 15, seguite da nuove abluzioni e poi la merenda a base di cioccolato.

Il poeta Sandro Locardi, mi raccontò che anch’egli, in quegli anni lontani, ebbe modo di frequentare la colonia e di constatare personalmente quanto ricca fosse la merenda degli ospiti. Ecco qui di seguito alcune sue rime molto significative: “Dòp a la carta u j’era la stagnóla / dòp la stagnóla pü nent d’u tüt! / Dòp la merenda, pèr vent minüt, / tücc a cantè con meister Gola”.[3]

Dalle 17 alle 17,30 i bambini potevano di nuovo dare sfogo al loro entusiasmo con i giochi liberi e verso le 18,30, prima di essere accompagnati a casa dei genitori, recitavano la preghiera abituale e salutavano la bandiera.

È interessante notare l’attenzione particolare per lo stato di salute dei piccoli ospiti della colonia, con la costante presenza dei dottori Bosio e Gaidano, che prodigavano quotidianamente le loro cure ai bambini che ne avessero avuto bisogno.

Come ogni anno, anche in quello le autorità cittadine omaggiarono della loro visita i bambini della Colonia Elioterapica.

Parteciparono alla visita S. E. Eolo Rebua, Prefetto; il console commendator Natale Cerruti, Segretario Federale; l’onorevole Rocca, il vice podestà Colonnello Bocca, il console Uggè, il console commendator D’Agostino, il Preside della Provincia commendator Franzini, il Colonnello dei R.R. C.C. Falcucci, il commendator Viora, Presidente dell’O.N.M.I. , la baronessa Fassini, la signora Viora delle Opere Assistenziali, il dottor Gai del Direttorio Fascista locale, il Capo Manipolo Manara, col Direttore ginnico dell’Opera Nazionale Balilla maestro Veglia, il consultore geometra Benedetto. Ad attendere queste alte personalità nella sede della colonia c’era il Presidente Prato. Circa trecento bambini corsero incontro ai visitatori per dare loro il benvenuto. Le cronache riferiscono che una bimba “elevò il triplice alalà a S. E. il prefetto, al console Cerruti e all’onorevole Rocca”.

Una bambina di nome Pagella offrì un mazzo di fiori al Prefetto, che la ricambiò con un bacio in fronte. Il bimbo Garbarino di undici anni diede un saggio della bravura raggiunta da tutti i coloni nel periodo di cura, comandando gli esercizi ginnici, ed alla fine della dimostrazione pure lui ricevette un bacio, con degli elogi per “il tono marziale usato nell’impartire gli ordini”.

La visita si concluse passando in rassegna le cucine da campo, il refettorio e lo spogliatoio.

Agli ospiti venne offerto un “vermouth d’onore”. Per concludere la visita, S. E. il Prefetto, elevò un mesto pensiero alla memoria di Sandro Mussolini, al cui nome era intitolata la colonia.

Alla fine dell’estate 1931 i bambini della colonia parteciparono alla festa della polenta nuova, al canto di un inno creato appositamente per l’occasione su parole del presidente della colonia dottor Prato e musica del maestro Gola.

Venti chilogrammi di farina diventarono una fumante polenta, e tutti i convenuti poterono gustarla, accompagnandola a salsicce e cotolette di vitello. Venne servito dell’ottimo vino e – a conclusione del pasto abbondante – frutta di stagione.

Alla festa partecipavano amministratori, invitati e giornalisti, che ebbero modo di constatare  “gli effetti positivi di queste istituzioni all’aperto nati ad opera del regime fascista”.

Per concludere la festa, i bimbi ancora cantavano con entusiasmo Giovinezza, sotto la direzione del maestro Gola.

Nell’occasione di questa visita, Il presidente della colonia, a nome dell’amministrazione inviò al Gr. Uff. Arnaldo Mussolini[4] il seguente telegramma:

“Auspice il Segretario Federale Natale Cerruti, rivive nello spirito fascista, fulgida gemma della stirpe, il nome di Sandro Italico Mussolini sul gagliardetto quale nume tutelare della fiorente colonia solare di Alessandria”. Arnaldo Mussolini rispose con un altro telegramma di cui citiamo il testo: “Dott. Prato, presidente colonia solare di Alessandria. Ringraziandola della cortese comunicazione telegrafica ricordare il mio amato figliuolo tanto sventurato, in una istituzione benefica, è per me motivo di commozione e di compiacimento”.

Nel bel mezzo della festa della polenta, i bimbi ospiti della colonia cantarono un inno alla polenta con parole del dottor Prato e musicato dal maestro Gola. Riportiamo il testo dell’inno che qualche lettore forse ricorderà.

LA POLENTA…
(Parole del dottor Prato – musica del maestro Gola)

La nonnina al nipotino / che fa smorfie alla polenta / ella dice al car piccino / di mangiare io sono contenta. / Io il campo ho dissodato / l’ho a file seminato / una volta diradato / dopo un po’ l’ho incalzato. / La pannocchia ben matura / nei miei sacchi l’ho raccolta / spannocchiata con più cura / misi al sol più d’una volta. / Il bastone sul suo dorso / ho battuto e ribattuto / sino a che rimase il torso / a sgranarla c’è voluto. / Poi sull’aia  ben distesa / per più giorni l’ho lasciata / essiccata che l’ho resa / al molin l’ho macinata. / Guarda tu caro piccino / quanta fu la mia fatica / per ridurla al pentolino / non è il caso che ti dica. /  Ma sul tavolo fumante / con un piatto di salciccia / ha profumo inebriante / a mangiarne ognun si spiccia. / È pur ver che la polenta / è il miglior degli alimenti / è sollievo di quei denti / che non ponno masticar.

Nell’anno 1933 la colonia venne completamente rinnovata e resa idonea ad accogliere un maggior numero di bambini alessandrini bisognosi della cura elioterapica.

Nel corso di questi lavori, venne addirittura spianato un tratto dei bastioni e circondata completamente la zona occupata dalla colonia.

Per rendere più sana e comoda la vita dei coloni venne anche portato a termine l’impianto delle docce, dei gabinetti inglesi, della fognatura; inoltre furono modificati i capannoni adibiti alla refezione e migliorate le cucine.

Nell’anno 1936 venne redatto dall’ingegner Venanzio Guerci il progetto della Casa della Madre e del Bambino, che avrebbe poi occupato una parte del sedime della Colonia solare.

Per concludere vorrei citare una cosa curiosa: nel corso della mia ricerca, chiedendo informazioni sulla colonia solare, un suo frequentatore, ormai anziano, mi informò con sicurezza, che la colonia era intitolata ad un certo Elio Terapica, grande eroe del Ventennio fascista. Spero con queste pagine di aver in parte chiarito le idee a quel simpatico ex colono.

LA COLONIA FLUVIALE DEL GYMNASIUM
La colonia fluviale del Gymnasium sorse nel 1929, istituita dal dopolavoro omonimo.

Il primo anno parteciparono circa 120 coloni (75, secondo altra fonte); il secondo anno gli iscritti erano già saliti a 135; il terzo erano oltre 240, di cui 62 bambine.

La colonia era ubicata sulla riva del fiume Tanaro, all’incirca dove ha sede attualmente il Circolo A.V.I.S. (e ancora  prima, la sede del Circolo Velocipedistico AlessandrinoC.V.A.).

Direttore era il maestro Rinetti, che insegnava anche ginnastica; dirigenti erano i signori Grosso, Cabella, Lombardi, Rizzolo ed Eco.

Il corpo insegnanti era formato da: Peirano che insegnava disegno, dal maestro Cavigiola, lavori manuali e dalle maestre Pavarone, Cuttica e Gorlani. Infine l’immancabile maestro Gola che insegnava musica e canto.

Anche i bambini della colonia fluviale del Gymnasium erano assistiti dal dottor Scarabelli, medico della colonia.

Le cronache dell’epoca, per quanto abbiamo potuto verificare, danno sempre un quadro molto positivo dello stato di salute goduto dai numerosi bambini.

Alla colonia del Gymnasium le giornate passavano spensieratamente fra tanti divertimenti, alternando anche momenti di studio alle ore di svago. I bambini facevano le cure di sole, si nutrivano e si riposavano secondo un preciso programma. Alle 7,45 i piccoli ospiti incominciavano a fare il nuovo ingresso alla colonia accompagnati dai parenti e vestivano la divisa di marinaretto. Come d’uso in tutte le colonie salutavano la bandiera italiana che nel corso di una piccola cerimonia veniva alzata su di un alto pennone. Dalle 8,30 alle 10 eseguivano lavori manuali e si dedicavano alla lettura.

Dalle 10 alle 11,15 i coloni si assoggettavano alla cura del sole, praticavano educazione fisica e canto. Poi si lavavano e potevano dedicarsi al gioco libero fino alle 11,45. Alle 13 c’era la refezione con  minestra e pane. Il menù era identico a quello della colonia Sandro Mussolini; l’unica differenza consisteva nella distribuzione in giorni diversi dei vari piatti. Il sabato a pranzo i bambini potevano gustare anche carne e frutta. Da ciò che abbiamo appena  esposto si nota subito che dal menu manca la pietanza; le cronache ci informano che in quel periodo i pochi fondi a disposizione non permettevano certi lussi.

Dalle 13 alle 14 c’era il periodo di riposo e si riprendeva l’attività con la lettura e la recitazione. Dalle 15 alle 16 i bambini studiavano e disegnavano, poi tornavano a cantare fino alle 17,15 alternando ai canti l’esposizione ai raggi del sole con ginnastica e con divertenti bagni nel fiume. A tal proposito i bambini venivano portati con un balcone in mezzo al fiume, dove l’acqua era bassa e – sotto la sorveglianza dei bagnini Ferrero e Riposio – si divertivano a sguazzare nell’allora pulito Tanaro.

Bisogna ricordare che ora il Tanaro non sarebbe più altrettanto sicuro come era allora, in quanto in seguito per decenni ditte autorizzate hanno prelevato innumerevoli quantità di sabbia e ghiaia dal letto del fiume, rendendo il fiume molto più profondo ed inadatto al gioco tranquillo dei bambini. Non parliamo delle condizioni in cui è attualmente: rischieremmo di andare fuori discorso.

Dalle 17,15 alle 17,45 i bimbi potevano fare merenda e dedicarsi alle audizioni radiofoniche. La merenda era varia e veniva distribuita rispettando il seguente ordine: Lunedì marmellata, Martedì cioccolato, Mercoledì salame, Giovedì marmellata, Venerdì cioccolato, Sabato salame.

Dalle 17,45 alle 18 i bambini si rivestivano e tornavano i parenti a prenderli per portarli a casa, non prima però di aver ammainato la bandiera d’Italia, salutandola romanamente.

Per la chiusura dell’anno 1933 alla colonia fluviale del Gymnasium si rappresentò un’operetta dal titolo Giovinezza, scritta e musicata appositamente per il Gymnasium su testo dei signori Carloni e Fioriti e musica del maestro Gola.

Queste pagine non vogliono certamente raccontare la storia delle nostre colonie per bambini;  il solo scopo è stato quello di accennare solo alcuni momenti fra i più significativi dei nostri concittadini di ieri.

Colonia-solare-1
Colonia solare
Colonia-Solare-2
Scritta al retro: “Apertura Colonia Solare Agosto 1929 Presidente Dottor Cortona”.
Colonia-solare-3
Scritta al retro: “Apertura colonia solare Agosto 1929. Presidente dottor Cortona. Interventi delle Autorità con a capo S.E. Prefetto Milani”.
Colonia-Fluviale-Alessandria
Scritta al retro: “Colonia Fluviale dopolavoro Fascista Settembre 1929”
Colonia-alessandrina-di-Diano-Marina
La colonia fascista di Alessandria in Diano Marina era stata intitolata a Dalmazio Birago. Anno di spedizione di questa cartolina 1931 (forse)… poco leggibile il timbro.
Bagnino-e-Balilla-a-Diano-Marina
Nessuna scritta. Si riconosce però il luogo per la presenza del paese di Cervo sul fondo. Il bagnino ha la maglia con la scritta colonia Fascista Alessandrina. Inequivocabile.


La chiusura della Colonia Solare
– Con una simpatica cerimonia si è chiusa martedì la stagione della Colonia Solare, la benefica istituzione che tanto bene apporta alla fanciullezza gracile e sofferente. Presenziavano le autorità, fra cui il V. Commissario Prefettizio Conte di S. Marzano, il Colonnello Gorin, il cav. Uff. De Luca, i prof.ri cav. Vignetta e Pisani, il dott. Marocco, Fiore e De Toni, il colonnello medico Triulzi e numerosi insegnanti. Disse degli scopi dell’istituzione il dott. Cortona assai applaudito.

I numerosi bimbi che dalla cura elioterapica sapientemente apprestata dalla direzione della Colonia, col valido appoggio del Comune, ànno acquistato salute ed energia, eseguirono esercizi ginnici e saggi di canto, riscuotendo unanimi applausi. Seguirono poi varie corse sotto la direzione del prof. Ciravegna.

[CRONACA E PROCESSI (Il Piccolo di Alessandria) – Anno I – N. 23 – Alessandria, 19 Settembre 1925]

_________________________________________________________

[1] Il servizio qui presentato è stato pubblicato su La Provincia di Alessandria del 27 Aprile 1987.

[2] Per chi volesse saperne di più su questo personaggio ecco il link per accedere direttamente alla relativa pagina di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sandro_Italico_Mussolini

[3] Traduzione: Dopo la carta c’era la stagnola, dopo la stagnola niente del tutto! Dopo la merenda, per venti minuti, tutti a cantare col maestro Gola.

[4] Per chi volesse approfondire su Arnaldo Mussolini: http://it.wikipedia.org/wiki/Arnaldo_Mussolini