Darwin, burocrazia e politica [La coda dell’occhio]

Zoccola Paolodi Paolo Zoccola

Lo scorso gennaio avevo messo da parte un intervento di ‘rospo’ che, ricordando il secondo anniversario della scomparso saggista e narratore Carlo Fruttero (foto in basso), esponeva alcune sue condivisibilissime considerazione sul significato della ‘Prevalenza del cretino’, una teoria che lo scrittore, insieme con il suo indivisibile sodale Franco Lucentini, aveva spiegato diffusamente in articoli di giornali, saggi e volumi.

Con l’inimitabile leggerezza e con l’elegante vena satirica che li accumunava, i due scrittori avevano infatti individuato un pericolo reale in grado, alla lunga, di mettere in crisi tutte le democrazie occidentali. In poche parole – dicevano – mentre la natura continua a dare alla luce intelligenti e cretini con la stessa indifferenza, le società moderne, con il loro rifiuto del darwinismo sociale, non effettuano più alcuna selezione e chiunque ormai può compiere serenamente l’intero cursus degli studi (elementari, medie, superiori, università) senza incontrare ostacoli di alcun tipo. Nessuno si sente autorizzato a fermare il cretino, lo si compatisce, lo si aiuta a superare le eventuali difficoltà e anche quando incomincia a dare esami in qualche ateneo, al massimo subirà ritardi, ma alla fine una laurea la conquisterà anche lui. Magari con una media non brillante (c’è anche il problema della differenza tra scuole del nord e scuole del sud, ma per ora lasciamolo da parte), ma potrà comunque fregiarsi del titolo di dottore, partecipare ai concorsi pubblici, che per essere superati richiedono al massimo di imparare a memoria una serie di nozioni (non cultura e intelligenza), e finalmente occupare un posto nel seno vasto e accogliente della burocrazia statale.

A quel punto, spiegavano Fruttero e Lucentini, il cretino incomincia ad agire, ++ MORTO LO SCRITTORE CARLO FRUTTERO ++perfettamente a suo agio nel far riferimento a protocolli e circolari, leggi e decreti applicativi, senza sentire mai il bisogno di confrontarsi con la vita reale. Non solo, concludevano i due, raggiunto questo stadio il cretino inizia a intrecciare relazioni. Con chi? Ma con gli altri cretini che incontra sul suo cammino, per solidarietà di casta e identità di vedute. Così si formano reti di mutua assistenza che acquistano man mano potere fino a sentirsi autorizzate a rimodellare a loro misura culture e addirittura civiltà. Esageravano i nostri due? Purtroppo no e dietro la loro sublime ironia facevano baluginare scenari allucinanti poi puntualmente verificatisi. Basti pensare a tutta l’invereconda manfrina del ‘politicamente corretto’.

Ma di questo ci occuperemo ancora in altre occasioni perché qui vorrei completare il discorso citando un altro articolo di questo magazine a firma di Andrea Antonuccio che mi dà il destro di completare il discorso.

Partendo da un’ampia citazione da ‘L’origine dell’uomo’ (1871) – in cui Darwin osserva che solo la razza umana non tiene conto di come opera la selezione naturale e permette ai “membri deboli delle società civilizzate” di propagare lo loro stirpe concludendo che “quasi nessuno è così ignorante da permettere la riproduzione dei suoi animali peggiori” – Antonuccio conclude mettendo in luce la ferocia insita in un discorso che in pratica giustifica eutanasia, aborto, eugenetica riportando l’umanità alla ferrigna etica spartana.

E’ vero, Antonuccio ha ragione, la frase di Darwin che egli cita è un esempio lampante di quello che personalmente sostengo da sempre e cioè che se è vero che, illuministicamente, ‘il sonno della ragione genera mostri’, è anche vero che se essa viene idolatrata come unico oggettivo strumento di gestione del vivere, la ragione può generare mostri ancora peggiori, come hanno dimostrato ampiamente gli ammazzamenti di milioni e milioni di uomini che, motivati da matrici ideologiche, hanno insanguinato l’intero Novecento.

Proprio perché siamo uomini e non animali, il fatto di prestare aiuto e assistenza ai nostri fratelli più deboli e va considerato un vanto della nostra civiltà capace di temperare la fredda ragione con il calore di una più partecipe visione di cosa vuol dire essere umani.

Tuttavia, facendo piazza pulita di ogni ipotesi di selezione fisica, per ritornare all’inizio e chiudere il discorso, l’assenza di ogni filtro che consenta ai più dotati intellettualmente di sviluppare le loro potenzialità e permetta di individuare chi invece non sa pensare al di là dell’esistente, è una grave lacuna che può davvero compromettere il nostro futuro.

Un solo esempio.

Tra le cause dell’attuale marasma politico, dovremmo considerare anche il fatto che i livelli intermedi, cioè i partiti, si ostinano a selezionare il loro personale non tanto sulla base del merito, quanto della fedeltà, anche se è ampiamente dimostrato che il cretino fedele può diventare spesso un voltagabbana, e quindi la perdita del senso del reale, la capziosità infinita, l’incapacità di trovare il punto di equilibrio, la cocciutaggine, il progressivo diradamento di protagonisti di valore e l’infittirsi di profili gregari, l’incapacità di trovare soluzioni innovative limpide e lineari, il continuo contorcesi attorno alle vecchie, stantie idee ci fa pensare che un pizzico di darwinismo almeno in politica non ci starebbe male.