Un ‘polo della giustizia’ per l’ex caserma Valfrè di Alessandria. Ma di tempi e risorse per ora non si parla [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

Il “polo della giustizia” (tradotto, Tribunale e servizi collegati), l’Archivio di Stato, altre ‘amministrazioni dello Stato’ (non meglio precisate) che attualmente hanno sede in immobili in affitto. Per l’Agenzia regionale del Demanio è questo il futuro dell’ex caserma Valfrè di Alessandria. Ed è anche l’unico elemento (quasi) certo emerso dall’audizione dei funzionari che si sono presentati di fronte alla Commissione Sviluppo del Territorio, presieduta da Daniele Coloris, del Comune di Alessandria. Perché se il percorso di «rigenerazione urbana» delineato può apparire chiaro, non lo sono né la tempistica, né l’entità delle risorse.

«A settembre – hanno spiegato – verrà istituito un tavolo tecnico tra Demanio, Comune di Alessandria e Soprintendenza per stabilire come restituire il bene alla città. Parallelamente proseguono le indagini per definire l’entità dell’inquinamento del suolo e del sottosuolo: sarà prevista una conferenza dei servizi per la gestione dell’inquinamento e delle bonifiche da fare. Poi sarà la volta dello studio di fattibilità urbanistica, il concorso per la progettazione e man mano che si otterranno i finanziamenti verranno avviati i lavori per lotti». Di cifre non si è parlato, di tempi nemmeno.

Il bicchiere mezzo pieno è che almeno esiste un percorso per il recupero e riutilizzo dell’ex caserma. Il bicchiere mezzo vuoto è quello del tempo sprecato prima di mettere in moto un meccanismo virtuoso. La situazione è apparsa poi ancora più stravagante alla luce di un altro fatto. Dopo molti anni, a gennaio il Comune ha restituito al Demanio la custodia dell’ex caserma (cinque ettari di superficie) e alcuni mesi dopo la Provincia di Alessandria ha inviato una istanza al Demanio che ha portato a fine giugno alla firma di un accordo tra l’amministrazione di Palazzo Ghilini, l’Agenzia regionale Piemonte e Valle d’Aosta che concede in uso una porzione della Valfrè per un parcheggio dedicato ai dipendenti provinciali e alle forze dell’ordine. E così un ente (la Provincia) rimasto con poche competenze e pochissime risorse si impegna in una operazione per fare parcheggiare i propri dipendenti, mentre quelli delle forze dell’ordine peraltro lo facevano già da molti anni. Certo, all’inizio c’è stato un minimo di regolamentazione (accesso regolato da una sbarra), poi è seguito un progressivo ‘liberi tutti’. La Valfrè, vandalizzata nel corso del tempo, ha ospitato eventi, fiere, feste, un centro vaccinale. Sempre mentre era in custodia del Comune e durante amministrazioni di centrosinistra come di centrodestra. E il risultato finale è uno stato di degrado e di scarsa sicurezza.