Polo logistico Pam: siamo alle solite, a certi politici il lavoro crea fastidio. Mentre dei referendum sulla Giustizia parlano in pochi: perchè? [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Polo Logistico Pam: al di là della bagarre elettorale, ecco il progetto con cronistoria e numeri reali: oltre 60 milioni di investimento, 150 posti di lavoro, nessun impatto sulla viabilità del quartiere.
Dicono che in guerra, amore e politica tutto è lecito, ma non sempre è così e anche chi fa politica deve rendersi responsabile nel suo ruolo a servizio di una comunità. Capisco che siamo in campagna elettorale, capisco la smania di conquistare la poltrona a Sindaco della città, ma fare guerra irrazionale al Polo Logistico Pam, e mettere in agitazione un quartiere che verrà toccato marginalmente, significa non avere a cuore la crescita di questa comunità. Già in passato Alessandria ha perso treni fondamentali: l’Outlet poi realizzato a Serravalle è un esempio, il primo centro logistico Amazon poi realizzato vicino a Piacenza un altro. Ma sono solo i più eclatanti. C’è una parte politica per la quale reddito significava un tempo ferrovia e caserme, poi parastato, ora reddito di cittadinanza o simili. Sembrano quasi infastiditi, questi signori, ogni volta che parte un cantiere, che significa lavoro per imprese edili, idrauliche, elettriche etc., ma soprattutto prioritario per 150 nuovi posti di lavoro. Non da 4 mila euro al mese, certo, ma non tutti possono fare i dirigenti pubblici. C’è anche chi, conscio delle proprie capacità, si accontenta lavori in regola, dignitosi, seri e tutelati da 1.500 euro al mese.
A certa politica locale, che sui social e nelle interviste sta suonando tromboni e grancasse a più non posso, ricordo che ad Alessandria c’è bisogno, anzi fame, di reddito da lavoro e non solo di cittadinanza. Avere un reddito da lavoro e non da assistenza pubblica dà dignità alla persona, e tutto è utile per uscire da una stagnazione locale e nazionale che viene da lontano, e rischia di travolgerci tutti: tante aziende, da noi come altrove, rischiano di chiudere i battenti, e ben venga un’amministrazione comunale che cerca di dare slancio all’economia e al lavoro.
Vogliamo “sputare” anche sull’opportunità della logistica, in attesa di fare tutti gli scienziati e i ricercatori ben pagati?
Ciò che scrivo è sotto gli occhi di tutti, a meno che questi signori siano orbi e sordi, ed è facile esserlo con la “pancia piena” garantita dal proprio status. Per certa politica con la tutela dell’ambiente stampigliata sulla bocca le fabbriche non vanno bene perché inquinano, la logistica non va bene perché genera traffico di camion e stipendi sotto i 3 mila euro. Gli stessi signori tacciono però sui campi di buona terra ricoperti di pannelli solari, o utilizzati come cave di estrazione ghiaia … chissà perché! Si legge che dei 60 milioni di investimenti di Pam 5 saranno utilizzati per opere di interesse pubblico e non solo, ci sarà attenzione per la tutela ambientale, rialzo degli argini della Bormida e messa in sicurezza dell’intera area. Niente polo logistico? Chi spera in un posto di lavoro “ringrazia”, e andrà a cercarlo altrove. Magari all’estero, perchè qui mala politica e burocrazia stanno affossando il futuro del paese.
Voto: 10

2) Mancano pochi giorni al voto amministrativo, e ho notato tanto interesse da parte degli alti “papaveri” del potere romano, segretari di partito e ospiti Alessandria e gli altri (comuni): domenica si vota CorriereAl 2politici di grido che non ricordo se abbiamo mai messo piede in questa città e provincia. Da Roma sono saliti al nord in questa “contrada” piemontese chiamata Alessandria alla conquista di voti in più per i propri candidati decantandone qualità e capacità manco conoscendoli come li conosciamo noi cittadini, e fornendo “ricette” per una città a loro sconosciuta. Tanti nomi altisonanti della politica che possiamo “ammirare” solo in TV e sui giornali perché fisicamente come già scritto, da queste parti se ne escludiamo uno, molti di loro chi li ha mai visti? All’appello mancano ancora Mattarella e Draghi a sostenere qualcuno….è una battuta ma mi piace farla: a quel punto Alessandria avrebbe fatto il botto di pezzi da ’90! Ho letto interviste e dichiarazioni, bla bla, bla niente di che, frasi di opportunità, ma sono due le dichiarazioni che mi hanno infastidito: c’è chi afferma che “da Alessandria può arrivare incoraggiamento utile per federare un campo progressista”: questo personaggio vive fuori dal mondo reale, forse non ha ancora capito la situazione italiana in corso, che necessita ben altro che formulette politiche da anni ’90. Nei primi due decenni di questo secolo in questo Paese siamo tornati agli anni ’60 del Novecento, perché sono stati cancellati tutti i diritti conquistati dai lavoratori con lotte anche dure e sanguinose. Penso con tristezza ai nostri ragazzi, abituati a muoversi in un mondo senza tutele, e forti solo del fieno messo in cascina da genitori e nonni, quando c’è naturalmente. C’è chi è venuto a sostenere che “il lavoro deve essere sostenibile e non passare dal nuovo centro logistico”: a questo tizio direi ben venga ogni forma di lavoro tutelato e regolato, beato lui che un bel lavoro garantito e ben pagato (da noi cittadini) ce l’ha. Se non gli va bene la logistica impegni i suoi uomini nel governo per creare forme di lavoro dignitose per i nostri giovani e disoccupati, per togliere dalla fame e dalla vita grama lavoratori e famiglie italiane, e ripeto ITALIANE.
Tante presenze qui in città di quel livello per ogni partito. Mi son detta “gatta ci cova”… eggià Alessandria è appetibile per ciò che c’è in ballo con fondi e finanziamenti su progetti già garantiti, troppo bello avere l’argent a disposizione e metterci bandierine come è accaduto nel recente passato. Per queste elezioni Alessandria ha ospitato “ campioni di suonatori di trombe”, definiti “tromboni” da Mario Giordano nell’ultimo suo libro. Leggetelo, è interessante e vi aiuta a conoscere la massa di “tromboni” al potere in Italia.
Voto: 4

 

3) Referendum sulla Giustizia e parto da qui: “Signori della Corte, io sono innocente. Spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi”. Queste le parole con cui, nel settembre 1986, Enzo Tortora conclude le proprie dichiarazioni al processo d’appello che lo assolverà. Fu vittima di uno spietato linciaggio mediatico e giudiziario oggi emblema delle vittime dell’ingiustizia in Italia, chi lo condannò giudicandolo colpevole pagò personalmente per il suo errore? NO! Quante sono le vittime di tali ingiustizie, condannate per poi essere giudicate innocenti dopo anni? Nonostante il silenzio mediatico di tv e stampa il 12 giugno andiamo a votare per ciò che rimane del referendum sulla Giustizia, perché manca il più importante, quello sulla responsabilità civile dei magistrati: che il giudice risponda personalmente e non tramite lo Stato per i danni causati alle parti. Referendum bocciato dalla Corte Costituzionale guidata da Giuliano Amato. Perchè i 5 referendum ammessi siano validi occorre che si raggiunga il quorum del 50% più uno dei votanti, tra gli aventi diritto. Per cambiare è necessario barrare il SI, ma ci sono forze politiche di sinistra, PD in testa, e i 5Stelle che sperano ardentemente che i cinque referendum siano affossati. Non tutti nel PD seguono le direttive del NO da parte di Enrico Letta: per fare un esempio il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori (PD) ha dichiarato che voterà SI per affermare il valore della presunzione di innocenza e dei diritti della difesa. Altro esempio è Claudio Petruccioli (PCI/PDS/PC insomma sinistra) che ha dichiarato al Riformista che la Riforma Cartabia è troppo timida e che è arrivato il momento di avere coraggio e voterà convinto cinque SI. Il link che segue, dimostra che fortunatamente nel partito di Letta c’è chi ragiona ancora con la sua testa: “Giusto votare sì ai referendum del 12 giugno. Aumenta la fronda nel Partito Democratico”.Purtroppo però parliamo di referendum ampiamente boicottati dal sistema mediatico dominante: nelle TV nessun dibattito, pochi spazi, niente comitati, pochi banchetti, niente manifesti. E pure le varie Littizzette di regime a dare manforte. Insomma per raggiungere il quorum servirebbe un mezzo miracolo.
Il Comitato per il SI ai Referendum sulla Giustizia lunedì scorso ha organizzato alla ex Taglieria del Pelo una serata con presenze importanti, tra cui il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, che con grande maestria ha spiegato ai presenti come funziona il ‘Sistema Italia’, con particolare riferimento alle vicende del potere giudiziario narrate nei suoi ultimi due libri attraverso la voce di Luca Palamara: un big del ‘sistema’ che ad un certo punto il ‘sistema’ stesso ha deciso di far fuori. Una storia che, in qualsiasi altro Paese occidentale, avrebbe provocato un terremoto terribile, ma che da noi, appunto, ‘il sistema’ ha digerito senza contraccolpi. Anche se manca il referendum sulla responsabilità dei giudici, domenica è necessario votare cinque SI: chiunque di noi potrebbe ritrovarsi nel ‘tritacarne’ della Giustizia da innocente, e rimetterci salute, famiglia e onorabilità.
Voto: 2