10 e lode al Preside Carandini, buon lavoro a Cristina Bargero: pensi al nostro territorio! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Un bel 10 con lode (raramente, ma succede) al prof. Maurizio Carandini, Preside del Comprensivo Valenza A, che ha usato i soldi della scuola per fare ciò che lo Stato non fa: pagare i dipendenti che lavorano per l’istituto. La notizia: “A Valenza il preside “cuore d’oro” ai docenti Covid senza stipendio: “Anticipo io 300 euro”.
Questa notizia mi ha commossa e merita di essere rilanciata, perché “chi di dovere” (riferito a chi è stato eletto e fa parte della maggioranza governativa) nel “tricchebballache” quotidiano che ci tocca subire su liti nella stessa maggioranza (se ancora vogliamo chiamarla così, oramai), abbia la compiacenza di ricordare al Governo e a chi ne ha la responsabilità di onorare il dovuto a chi lavora per lo Stato. Assunti ‘alla bisogna’ Covid e in questo caso lavoratori scuola. Si legge: “Trecento euro non cambiano la vita, ma fanno la differenza se si hanno affitti, bollette in scadenza e se anche fare la spesa rischia, per qualcuno, di trasformarsi in un’impresa”. Si tratta di docenti e bidelli assunti dal ministero come «organico Covid» ma lasciati senza stipendio da mesi: c’è chi non vede un centesimo da settembre. Per dare loro un aiuto il Preside Carandini ha rotto gli indugi e ha usato i soldi della scuola per fare ciò che lo Stato non fa. Sono in servizio nell’Istituto una dozzina di persone, il Preside li ha chiamati tutti e ha proposto loro un prestito d’onore. Un versamento pro-tempore, da restituire non appena avranno ricevuto il salario”. Di questi tempi pare una vicenda estrapolata dal libro “Cuore”. Onore al Preside Carandini per il gesto di sensibilità e umanità dimostrata, al contrario di chi preposto e delegato dallo Stato non fa il proprio dovere, alla faccia dei Decreti Conte che restano sulla carta, e di certa propaganda filo governativa.
Voto: 10 e lode

2) Una casalese nel Consiglio di Amministrazione di Trenitalia. Cristina Bargero, parlamentare nella scorsa legislatura tra i banchi del Pd, oggi coordinatrice provinciale di Italia Viva, è entrata a far parte del nuovo cda di Trenitalia, e questo speriamo significhi speranza di risolvere più concretamente molti problemi che attanagliano il casalese e tutto il sud Piemonte. Dall’intervista su La Stampa a firma Franca Nebbia del 5 gennaio pag.38, titolo: “Linee Trenitalia da potenziare vediamo come” cito due frasi, che smorzano un po’ la speranza: “Dovrò occuparmi del rilancio in generale delle linee ferroviarie, non solo di quelle casalesi, seppure nel mio territorio, ma non voglio mettere i buoi davanti al carro perché la mia nomina è freschissima e non ho nemmeno ancora avuto il tempo di confrontarmi con l’amministratore delegato di Trenitalia”. E ancora: “è sicuramente utile lavorare per il rafforzamento delle linee ferroviarie, anche se, per ora, è prematuro avanzare promesse”. Queste due frasi limano le aspettative ottimistiche nel futuro, ma se consideriamo che la nomina è recentissima è ancora presto per pretendere miracoli. Cristina Bargero conosce benissimo la situazione del trasporto piemontese, e di casa nostra in particolare. E’ ovvio che non potrà prescindere da un approccio generale sul Paese, ma ci auguriamo che possa avere un occhio di riguardo al suo territorio. Anche se membro del cda non significa Presidente, o Amministratore delegato. Però vuo dire avere un canale diretto per segnalare esigenze e disfunzioni. Cito due articoli che l’on. Bargero avrà letto certamente prima della nomina: “Le polemiche per il taglio di 18 corse sulla linea tra Alessandria, Casale e Chivasso, la rabbia dei pendolari, Casale è destinata ad autoisolarsi e morire economicamente”.
Emergono le lamentele di lavoratori e studenti che riporto: “Sempre peggio. Ma non dovevano riattivare le linee? Scandaloso. Casale è destinata ad autoisolarsi e morire economicamente. Si è costretti a prendere casa nella città in cui lavori, a causa della mancanza di servizi di trasporto”. Anche il gruppo consiliare PD di Casale Monferrato a novembre 2020 lamentava l’assenza di novità sulla tratta ferroviaria Casale-Mortara e soprattutto contestava il forte danno subito dalla città per l’annunciata chiusura della biglietteria in stazione a Casale: “Pd di Casale all’attacco sui problemi ferroviari: è l’ora della concretezza non delle parole”.
Speriamo che l’on. Bargero porti a Roma un bel dossier con le istanze del territorio da mettere in evidenza. Ora con questa rappresentante di casa nostra si attendono i risultati.
Voto: 9 (di incoraggiamento)

Progetto DTT-fusione nucleare a Casale Monferrato: giovedì prossimo consiglio comunale aperto ad associazioni e cittadini CorriereAl3) Sul Deposito Nazionale Scorie Nucleari e DDT (Divertor Tokamak Test targato Enea -2018) avrei qualcosa da dire: il Piemonte, la provincia di Alessandria e la città di Casale Monferrto a suo tempo candidata ad ospitare il reattore Enea DDT per la produzione di energia pulita, furono scartati e la scelta cadde sulla Regione Lazio e su Frascati. All’epoca scrissi un pezzo in merito: “Il progetto DTT a Casale Monferrato visto da una comune cittadina”.
Il Progetto DDT è un polo scientifico tecnologico e all’avanguardia per produrre energia pulita, con un ritorno complessivo per il territorio laziale, e nel particolare Frascati, che sarà di 1,7 miliardi di euro con 1.500 nuovi occupati tra scienziati e tecnici. Ma c’è di più. Si legge su Il Sole 24 Ore che il progetto prevede un investimento di 500 milioni, con il coinvolgimento di più soggetti, a partire dalla Bei (la Banca Europea per gli investimenti), che metterà sul piatto 250 milioni di euro alla Regione Lazio, assicurando 25 milioni e un ulteriore contributo da 40 milioni per opere civili. Con rilevanti riverberi sia per le imprese chiamate a fornire servizi direttamente, sia per tutto il terziario collegato.
Ecco, siccome la Regione Lazio e Frascati sono state ritenute ideali per ospitare una grande opportunità come il DDT, e visto che sono nell’elenco dei siti ideali per ospitare il Deposito per trecento anni, che il Deposito Nazionale di scorie radioattive se lo prendano pure loro, nell’area di Montalto di Castro oppure a Viterbo.
Insomma, ci sia un equilibrio tra benefit e svantaggi: sarebbe scorretto sviluppare la Ricerca in Lazio, e al Piemonte, magari alessandrino, rifilare una discarica di quella portata.
Voto: 2