La centrale idroelettrica di Casale Monferrato, le fusioni di comuni e ‘l’inattaccabile’ Governo Conte [Le pagelle di GZL]

 

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) La “reclusione” da coronavirus offre il tempo per pensare e fare i paragoni, e questa settimana provo a riflettere su lavori privati e lavori pubblici, in questo caso relativamente al Po, tratto di Casale Monferrato. “Casale: la centrale idroelettrica è finita. Si potrà di nuovo vogare sul Po. La Canottieri sfrutterà per i corsi e le gare il grande lago formatosi con lo sbarramento”. Questo è il titolo dell’articolo pubblicato su La Stampa (cartacea) del 12 aprile (giorno di Pasqua) pag. 40 a firma Franca Nebbia (che gentilmente mi ha offerto la foto raffigurante la diga/centrale idroelettrica). Per la costruzione di questa opera privata ci sono voluti diciannove mesi e si legge: “L’intervento è terminato in questi giorni dopo un lavoro iniziato il 19 settembre 2018 per creare una traversa di sbarramento, un edificio interrato che ospita i gruppi di produzione e le apparecchiature elettromeccaniche, un canale di restituzione acqua in alveo e doppia scala di risalita per i pesci e per il passaggio delle imbarcazioni. L’impianto è dotato di una traversa pneumatica che si gonfia all’innalzarsi del livello dell’acqua, consentendo a quattro turbine di generare una potenza media di circa 3000 kW. La traversa mobile è una struttura tubolare in tessuto gommato che sarà più o meno riempita d’acqua per garantire un flusso costante al salto d’acqua e quindi produzione di energia. In caso di portate d’acqua preoccupanti, può essere completamente sgonfiata per consentire il deflusso e scongiurare alluvioni” . Tutto ok, l’unico dubbio che rimane è la funzionalità in caso di emergenza maltempo con rischio alluvione, si spera di non dover verificarlo mai. Quindi diciannove mesi per questa opera privata, mentre sono trascorsi ad oggi dieci anni da quando si discute
di un’opera di difesa idraulica, che costituirebbe un grave pericolo in caso di piena da risultanze di uno studio condotto dal Dipartimento di Idraulica del Politecnico di Torino con un modello fisico idraulico dopo l’alluvione 2000. infatti se ne parla dal 2010, amministrazione regionale Bresso per bocca dell’Assessore regionale del tempo Borioli e dei responsabili territoriali AIPO, Ing. Condorelli e Geom. Di Mascio.
Non si capisce come mai trascorrano decenni, con continui annunci di finanziamenti e poi ri-finanziamenti per la stessa opera, senza che nulla accada… mistero! Nel frattempo cito questo mio articolo sull’ennesima ‘annuncite’ di quattro mesi fa: “A Casale Monferrato finalmente al via i lavori per l’arretramento dell’argine della Cascina Consolata”.
Alla prossima puntata…
Voto: 9

 

2) A chi a livello governativo ha creato certe assurde situazioni, in questo caso in merito a due Comuni ‘fusi’ in tempo di coronavirus e non solo. Sempre da La Stampa (cartacea) del 7 aprile a pag.46, “Il Punto” di Franca Nebbia dal titolo: “Se l’Inps ancora non sa della fusione fra Lu e Cuccaro”. Si legge: “Un paradosso della burocrazia. Capita nel Comune Lu-Cuccaro Monferrato, nato dalla fusione dei due paesi il 1° febbraio 2019. Le domande inviate all’Inps da titolari di partita Iva per ottenere il bonus di 600 euro sono tornate al mittente. Motivazione dell’Inps: «Abbiamo riscontrato incongruenze tra l’indirizzo di residenza da Lei indicato e il dato dei nostri archivi». Il data-base non è dunque aggiornato e chi si è visto restituire la domanda dice che «è l’ultima incongruenza di una fusione che non ha funzionato». I casi si sono verificati soprattutto a Cuccaro e c’è chi chiede l’intervento del sindaco che ha risposto: «È un problema dell’Inps. Ho affrontato diverse di queste pratiche e a Lu non mi risulta ci siano stati problemi – dice il primo cittadino Franco Alessio, che è commercialista -. Ma chi ha una partita Iva avrebbe già dovuto aggiornare i propri dati nel Registro delle imprese”. L’INPS insomma ha dei problemi a gestire queste procedure, la scelta del Governo avrebbe dovuto cadere ad esempio sull’Ufficio delle Entrate, più idoneo allo scopo, ma dall’armata Brancaleone che ci sta governando che ci si poteva attendere? Mi sono informata dal titolare di una ditta di Cuccaro che è risultata sconosciuta all’INPS, che però aveva i dati aggiornati nel Registro Imprese, quindi rimane il fatto che vige grande confusione sulla confusione creata in alcune fusioni, forse realizzate in rincorsa. Sul tema segnalo anche questo articolo pubblicato su “Il Piccolo” del 13 marzo a pag. 21: “Piovera: da quando ci siamo fusi la pulizia è un bel problema”. Dice il testo: “Un cittadino di Piovera (comune fuso con Alluvione Cambiò) segnala un problema che perdura da troppo tempo, la pulizia che scarseggia. Come esempio porta la situazione di una via nel centro di Piovera non lontano dalla Chiesa parrocchiale, ai tempi che Piovera era Comune a sé il guano dei piccioni veniva puntualmente rimosso, da quando i due paesi si sono fusi non succede più”. E’solo un esempio fra tanti, ma significa che la politica crea problemi piccoli o grandi senza pensare agli eventuali danni e disagi che possono subire le popolazioni. E come sempre nessuno paga: o meglio pagano i cittadini.
Voto: 2

 

3) Una delle pagelle della scorsa settimana ha suscitato attacchi e offese che ritengo pesanti alla mia persona su Facebook. Il motivo? Mi sono permessa di fare un paragone sul comportamento tra due leader politici al Governo del Paese in tempi diversi e in situazioni diverse, Conte e Berlusconi: “Emergenza e prospettive: un bel 2 al Governo Conte. Ma gli italiani non si arrendono [Le pagelle di GZL]”. Ho sottolineato la sensibilità verso i cittadini per una situazione non di gravità sanitaria da parte del Governo Berlusconi e la ‘non sensibilità’ del Governo Conte, incapace per mesi di dotare le famiglie italiane di un kit di mascherine. Ci stanno pensando, in ordine sparso, Regioni e enti locali.
Sono convinta che gli attacchi mi siano arrivati dopo la lettura delle prime due righe, senza ponderare sul contenuto e senza approfondire i diversi riferimenti ad articoli e documenti disponibili in rete, che inserisco sempre. Una delle accuse sulla mia ignoranza era che il compito di distribuire le mascherine è delle Regioni. Forse, ma desidero ricordare ai supporter di tale Governo e dei partiti che lo compongono che l’Art. 117 della Costituzione Italiana (aggiornato al 23/04/2012) recita che lo Stato ha legislazione esclusiva in materia sanitaria, invece alle Regioni resta la sola possibilità di integrazione delle disposizioni statali, specie in tema di organizzazione degli Organi e degli Enti dell’amministrazione sanitaria. A tal proposito cito riferimenti utili che dimostrano che il compito di fornire ciò che necessario per combattere il coronavirus è del Dipartimento della Protezione civile, con a capo Angelo Borrelli, figura fiduciaria del Governo Conte.
“EMERGENZA COVID- 19.- CONTRATTI IN ESSERE STIPULATI DAL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE PER L’APPROVVIGIONAMENTO DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, DISPOSITIVI MEDICALI E DI AUSILIO” – (153 Kb)
Contiene un lungo elenco di ordini alle Regioni colpite, ordini in ritardo perché partono dal 26 febbraio al 24 marzo. A quanto pare da quanto si è letto ed ascoltato le Regioni hanno dovuto fare da sé, e pure gli ospedali ricevendo donazioni. E il compito del commissario straordinario per l’emergenza COVID-19, Domenico Arcuri, AD di Invitalia, quale sarebbe? Sta scritto qui,
basta leggere prima di dare sfogo agli istinti verbali bestiali. Infine ecco cosa sancisce l’art. 117 al punto (q): “protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale”. Che significa “profilassi internazionale? “Insieme delle procedure mediche adottate a livello internazionale per prevenire l’insorgere e la diffusione di malattie”. Domanda: il 31 dicembre 2019 si sapeva già del virus, il Governo ha rispettato per tempo il punto (q) dell’Art. 117 della Costituzione? Leggete, documentatevi: è meglio che attaccare senza sapere, per partito preso.
Voto: 2