Combattiamo la pandemia sanitaria, ma prepariamoci a fronteggiare anche quella economica! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Le imprese hanno bisogno di soldi per non morire, e mi riferisco ad aiuti con finanziamenti a fondo perduto e a reali agevolazioni fiscali durature, e poi serve che le banche non siano restie a concedere il credito, che deve essere garantito dallo Stato. Solo così riusciremo a salvarci (sul piano sociale, prima ancora che economico), e a ripartire. Penso in particolare alle difficoltà enormi che dovranno affrontare tutte le imprese medie e piccole, le partite Iva individuali, i professionisti.
E’ tempo di cambiare, e mettere la burocrazia ‘in stato di isolamento’ per un bel po’. Ma facciamo in fretta, per evitare che l’emergenza economica (e sociale) diventi peggio di quella sanitaria. L’Unione Europea ha affrontato la situazione con un comportamento indegno, che nulla ha a che vedere con la condizione di “unione degli Stati” perché ormai è acclarato che ognun fa per sè. anche se negli ultimi giorni qualche correzione di rotta pare esserci, vedremo se solo a parole o anche nei fatti. Intanto il nostro Governo PD-5Stelle si gingilla con Decreti virtuali, senza mettere in pratica realmente e nei tempi disposti ciò che viene promesso nelle apparizioni TV, e quotidianamente nei titoloni degli articoli pubblicati dagli organi di informazione. Il coronavirus ha determinato la chiusura della stragrande maggioranza di attività per salvaguardare la salute ed evitare il dilagare del contagio, ma nonostante tutto il risultato è un’ ecatombe. Si poteva evitare questa strage, oggi umana e domani temo economica? Forse sì, o perlomeno alleggerirla se l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) avesse svolto un ruolo più incisivo di indagine e azione nel controllo della diffusione di epidemie. A tal proposito qui si legge a che serve l’OMS: http://www.treccani.it/enciclopedia/organizzazione-mondiale-della-sanita/.
Già il 31/12/2019 in Italia c’è chi sapeva cosa stava accadendo in Cina, e lo si legge sul mensile “Benessere” (edizioni San Paolo), da una dichiarazione del Direttore del Reparto Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma, Roberto Cauda. Invece dopo tre mesi tocca leggere questa notizia: “L’Oms: il coronavirus si può contenere, non è ancora pandemia”.
Se non è pandemia questa! Una vicenda che mi riporta indietro negli anni, al dopo alluvione ‘94, quando ad Alessandria le nostre piccole e medie attività commerciali, artigianali, di servizi e professionali hanno pagato duramente l’alluvione. molte di loro non hanno più riaperto, altre hanno cercato faticosamente di reagire nonostante
leggi e sistema bancario non li abbiano aiutati. E parliamo dell’Italia del 1994, un Paese con un’economia che ancora funzionava: tanto che ad Alessandria, negli anni successivi, fu possibile un’ampia ricostruzione, con risorse a fondo perduto.
Cionostante, nel dopo ’94, tre piccoli imprenditori si sono suicidati e molti altri si sono ammalati di cuore, diabete, stress per motivi economici. Lo posso testimoniare perché i loro drammi li ho vissuti personalmente, ho un archivio di documenti sulle loro pene vissute. Scrivo questo andando fuori tema dall’argomento coronavirus perché si tenga conto del dramma del dopo. Le attività di ogni dimensione fanno parte di una filiera, se si rompe un anello crolla tutto il resto. Temo però che a Roma e soprattutto a Bruxelles e Strasburgo (altri “carrozzoni) a chiacchiere e promesse ipotetiche siano veri campioni: la realtà purtroppo sarà molto diversa.
Voto: 4

 

2) “Garantire il pane alla povera gente”: lo ha chiesto il 28 marzo il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e come lui altri Governatori. Al fianco della pandemia comincia a viaggiare l’allarme povertà. Vi è una parte della popolazione, dal nord al sud, che non trovando occupazione regolare tira da sempre a campare lavorando ‘in nero’. Stanno emergendo penose situazioni: badanti, colf, manovali, ambulanti abusivi. Un popolo di affamati con famiglie che vivono già in precarietà. Lavorare in nero è illegale si sa, ma in questo paese si fa poco e nulla per limare la disoccupazione e per il sociale. Questa situazione quasi irreale lascia senza soldi decine di migliaia di persone prive di tutele: impressionanti le scene viste in tv da Palermo, con la polizia davanti ai supermercati dopo i tentativi di assalto e la frase: “Lavoravamo in nero, siamo alla fame”. Poi c’è chi faceva lavori saltuari, a termine e interinali: anche per loro inizia il calvario, e a questi si aggiunge la pattuglia di nuovi poveri, gente precipitata da un giorno all’altro dalla relativa sicurezza dell’esistenza fino allo sgomento della dispensa vuota e del portafogli uguale. Tra questi i genitori separati, con tutti gli annessi e connessi in termini di difficoltà a corrispondere assegni di mantenimento per il coniuge e i figli, previsto in sede di separazione o divorzio o di affidamento. Si legga qui:  “L’assegno di mantenimento al tempo del coronavirus – profili di criticità e necessità di un intervento del legislatore”. Qualcosa il Governo lo ha previsto, sono briciole per l’emergenza alimentare e si spera in qualcosa di più, e di continuativo: https://radiogold.it/cronaca/222367-emergenza-alimentare-firmata-lordinanza-buoni-spesa-qualche-giorno/ Le minoranze politiche e molti sindaci stanno criticando l’esigua somma da destinare a chi è nel bisogno, e molte altre scelte dall’esecutivo. D’altra parte non esiste una collaborazione tra tutte le forze politiche per prendere decisioni condivisibili, questa non è piuù democrazia ma qualcosa di molto diverso.
Voto: 4

 

Lunedì l’incontro per l’avvio dei progetti di Servizio Civile Nazionale al Comune di Alessandria CorriereAl3) Donazioni Coronavirus. Fin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica del virus COVID-19 la forte spinta emotiva è stata determinante. E’ partita giorno dopo giorno con piccoli ma importanti gesti che hanno dato l’esempio di solidarietà, fino ad arrivare ad una pioggia di importanti donazioni, quasi fosse quasi una gara, e tutto questo va certamente bene soprattutto per le donazioni indirizzate alle Regioni più colpite, e ancor meglio direttamente agli Ospedali, perché così facendo, vi è stata la certezza che tutto ciò che viene donato in denaro, strumenti, dispositivi utili ‘scavalca’ Roma, con le sue scartoffie e burocrazia da ‘campa cavallo’. Quindi bene alle donazioni immediate, da impiegare subito per potenziare i reparti di terapia intensiva degli ospedali o per approntare spazi da utilizzare in aiuto a reparti saturi di contagiati. Il modello Lombardia/Bertolaso dimostra quanto una Regione può fare autonomamente, solo se ha disponibilità. In questo particolare ambito, dobbiamo dire grazie alle gestioni sanitarie regionali e ai governatori di qualsiasi Regione italiana, perchè hanno reagito e lottano per ottenere risultati sanitari. Immagino il disastro se tale gestione fosse effettuata solo da Roma, e su questo tasto non vado oltre per evitarmi problemi. Ecco l’elenco di alcune corpose donazioni: https://www.repubblica.it/economia/2020/03/13/news/coronavirus_da_generali_fondo_da_100_milioni_subito_30_milioni_per_l_italia-251138060/
E ancora: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/03/18/coronavirus-scatta-solidarieta-per-litalia-pioggia-di-donazioni-dal-papa-allnba_9ebbf130-cd45-4409-b098-8e16f3e3f4f8.html
Si tratta di donazioni a Regioni ed Ospedali e di donazioni destinate alla Protezione Civile Nazionale. Come previsto ogni qualvolta accade una calamità eccezionale ambientale, e in questo caso sanitaria, per Decreto il Dipartimento della Protezione Civile apre un conto corrente bancario dove le donazioni possono essere effettuate tramite bonifico, segnalando coordinate bancarie che andranno in questa tornata su un conto presso Banca Intesa Sanpaolo Spa il tutto pubblicizzato su tutte le reti TV con lo slogan “Aiuta la Protezione Civile a sostenere il sistema sanitario”. Il 23 marzo Borrelli comunicava che erano oltre 25,5 i milioni gli euro raccolti sul conto corrente del Dipartimento della Protezione civile, e a suo dire tali risorse sarebbero state destinate per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, materiale sanitario, respiratori per potenziare la capacità di risposta del nostro paese al contrasto all’epidemia. La domanda è: come mai dalle TV è tutto un lamento che da Roma arriva nulla, che in certi ospedali o i medici di famiglia usano come camici e calzari sacchi in plastica da rifiuti, che le mascherine quando le mandano oltre non essere sufficienti non sono adeguate alla protezione ospedaliera? Perché i cittadini italiani non hanno ricevuto almeno una mascherina a testa? Si spera che Roma non si utilizzi la scusa della burocrazia per tenere in cassaforte tali donazioni, che hanno uno scopo importante perché servono a salvare vite e a salvaguardare il personale sanitario. Si ha l’esempio del famoso conto corrente aperto nel 2016 su MPS a favore della Protezione Civile per il sisma in centro Italia. In data ottobre 2019 si leggeva tale richiesta dal Comitato dei Garanti, istituito per supervisionare l’uso dei fondi raccolti: “Terremoto Centro Italia: Protezione civile, Comitato dei Garanti sollecita l’utilizzo dei fondi raccolti con sms solidali”.
Perché tale sollecito dopo quattro anni?
Voto: 8