La filiera del cioccolato: prelibatezze per tutti i gusti [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

Vianne, interepretata da una bellissima Juliette Binoche, è una pasticceria che a fine anni’50 stravolge le abitudini di Lansquenet-sous-Tannes, un tranquillo paese della Normandia, grazie alle sue prelibate creazioni di cioccolato.

“Sono brava a capire i gusti delle persone” afferma la fascinosa cioccolatiera, lavorando il cacao in diversi modi e aggiungendo ingredienti graditi ai diversi palati.

L’utilizzo del cacao in realtà è assai più antico e pare risalga a più di 5.000 anni fa in Ecuador. I Maya erano soliti bere il cacao mescolato all’acqua calda e lo destinavano alle classi più agiate della popolazione, quali sovrani, nobili e guerrieri. Inoltre lo utilizzavano come moneta di scambio. Se Cristoforo Colombo non lo apprezzò particolarmente, considerandolo troppo speziato, fu Herman Cortes a portarlo in Europa, cosicché la Spagna per più di un secolo fu monopolista del suo commercio. Il cacao a quei tempi era una merce preziosa, appannaggio di aristocratici e ricchi mercanti.

In Italia arrivò per mano di Emanuele Filiberto che nel 1560, per celebrare il trasferimento della capitale ducale da Chambers a Torino, offrì in modo simbolico alla città una tazza di cioccolata calda.

A partire dal 1.600 Torino divenne una delle capitali europee del cioccolato: nel 1865 Michele Procher inventò il gianduiotto, unendo al cacao la nocciola tonda delle Langhe.

Fu Caffarel nel 1937 a creare la prima macchina industriale per l’estrusione del gianduiotto, e fu la Michele Talmone la prima azienda ad avere una rete di commercializzazione nazionale di cioccolato.

Nel week end a Tortona la Festa del Cioccolato CorriereAl

Forte delle sue radici storiche, ancor oggi il Piemonte produce la maggior quantità di cioccolato a livello nazionale (ossia il 40% del totale), con un export che vale 1,9 miliardi di euro e un fatturato che supera i 2 milardi e mezzo.

Sono 111 le imprese e 125 le unità locali dedite alla “produzione di cacao in polvere, cioccolato e confetterie”, per un totale circa di 14.633 addetti.

Se Ferrero grazie alla Nutella ha saputo entrare nelle dispense di tutto il mondo, diventando un simbolo del Made in Italy e facendo la fortuna del territorio dell’Albese, nel Torinese, che conta la presenza di 58 unità locali con 1.605 addetti, sono localizzati marchi storici e di qualità quali Caffarel, Venchi, Streglio, Leone e Gobino.

Il polo dolciario dell’Alessandrino conta 12 unità locali per un totale di 558 addetti, e nonostante le vicissitudini di Pernigotti rappresenta un’importante realtà produttiva tra il Novese e l’Alessandrino, grazie alla presenza di Novi Elah, la Suissa, Serra, Giraudi e Bodrato, per citare le più note, con un fatturato di 200 milioni di euro.

E in termini di varietà dei prodotti, dal nocciolato alla pralina, dal gianduiotto alla crema da spalmare ce n’è davvero per soddisfare tutti i gusti, soprattutto ora che si avvicina il Natale.