Il ‘capitale semantico’ strappa applausi, mentre l’università ‘open campus’ del Piemonte orientale è in attesa di una identità forte [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

Università del Piemonte Orientale, anno ventunesimo di vita (è stata istituita nel 1998) e primo del mandato di sei anni del rettore Gian Carlo Avanzi. Forse le parole più belle, dense, coinvolgenti, lucide, incisive ascoltate durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2018 – 2019 sono state quelle di Luciano Floridi (nella foto sotto), professore ordinario di Filosofia e Etica dell’Informazione all’Università di Oxford e direttore del Digital Ethics Lab dell’Oxford Internet Institute. La prolusione, accompagnata da slide in inglese, e da un intervento che ha magnetizzato la platea del teatro civico, era intitolataIl capitale semantico: la sua natura, il suo valore e il suo arricchimento’. In molti avranno temuto il contenuto della relazione, ma tutti hanno poi applaudito più volte durante e a lungo al termine perché Floridi (che ha esordito dicendo agli studenti “siete l’ultimo baluardo prima della barbarie”) ha saputo dare corpo e vita a questo ‘capitale’ nel quale l’umanità è immersa e di cui ogni giorno c’è sempre più bisogno in termini di comprensione, difesa e sostegno. “I limiti dei linguaggi (tutti, ndr) sono i limiti del nostro mondo” ha concluso Floridi. Come dire, dobbiamo imparare a conoscere se non tutto, almeno il più possibile per rendere vivo, produttivo e accessibile il sapere e la cultura, baluardi contro l’ignoranza (‘Non sapere, non conoscere’ dall’enciclopedia Treccani) dilagante che sbeffeggia la competenza, la conoscenza e, appunto, la cultura.

La prolusione di Floridi ha reso frizzante una cerimonia che è stata scandita da un copione consolidato – il discorso del rettore è stato seguito da quello del direttore generale Andrea Turolla e dalla voce degli studenti con Martina Gasdi, studentessa del corso di laurea magistrale in Economia, management e istituzioni del Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali di Alessandria – ma anche smagrito rispetto al passato in seguito alla eliminazione di alcune premiazioni fra cui quella per il ‘professore dell’anno’.

Nelle relazioni è però mancato un esplicito, e atteso, riferimento ai territori. Avanzi, Turolla e Gasdi non hanno mai nominato le tre città sedi dei Dipartimenti. L’open campus evocato da Avanzi come evoluzione del multicampus dell’Università del Piemonte Orientale è stato tratteggiato in modo generico all’interno di un discorso, farcito di una decina di citazioni letterarie e artistiche, che non è andato oltre i contenuti già ampiamente noti che hanno fatto parte prima del programma elettorale e poi del Piano strategico del nuovo governo dell’ateneo. I rettori precedenti, soprattutto nelle fasi più delicate del mandato, hanno sempre approfondito le strategie di sviluppo, declinandole sui territori, ognuno con un ruolo e specificità da integrare nel quadro più ampio di un’università che si sviluppa su tre province. Lo hanno fatto i rettori, i direttori e gli studenti che i territori li vivono da una prospettiva che non è unicamente quella della didattica. Invece questa inaugurazione ha registrato l’ennesima enunciazione di principi già ripetutamente proposta da Avanzi ancora in occasione di alcune recenti visite ad Alessandria. “L’integrazione dell’ateneo nei contesti cittadini – ha detto – ha urgente bisogno di progetti di sviluppo della mobilità attraverso il potenziamento delle reti dei trasporti (soprattutto nord – sud) e mediante piani e progetti condivisi con i sindaci e le autorità centrali e periferiche. Identica attenzione sarà riservata al potenziamento dell’offerta residenziale, delle mense, delle biblioteche, delle aule studio, dei laboratori e delle infrastrutture per la ricreazione”. La prima sfida per l’Upo nei sei anni del rettorato di Avanzi? “Formare studenti, fare ricerca e trasferire le conoscenze con approcci transdisciplinari”.

Non è mancata nemmeno la presentazione, e distribuzione, di un volume pubblicato in occasione del ventennale dell’università. Intitolato ‘Scritti sul Piemonte Orientale’ (184 pagine, edizioni Interlinea di Novara), ha un taglio accademico e propone letture storiche, geografiche ed etnoantropologiche del territorio del Piemonte orientale. Non mancano una indagine etnolinguistica e una analisi del ruolo dell’Upo nell’accumulazione del capitale umano, oltre al capitolo dedicato al “territorio e la sua università” che si chiude con queste parole: “L’Università del Piemonte Orientale continuerà a essere al servizio del territorio, per cogliere opportunità e raccogliere sfide”.