Pisa Alessandria come una partita a flipper: finisce 0 a 0

di Jimmy Barco
www.lacantera.club

 

Dall’Arena Garibaldi di Pisa – Prima trasferta vera per i Grigi dopo i primi tre match di campionato giocati al Mocca.

Si viaggia nella città della torre pendente per incrociare le armi con i nerazzurri locali allenati dall’ex Luca D’Angelo e costruita dal DS Gemmi, nostro ex giocatore in D.

Quanto a D’Angelo, il valore di uomo e mister dovrebbe, secondo me, essere tema di una seduta psicanalitica collettiva da parte di una piazza calcistica, la nostra, disperatamente incapace di riconoscere le professionalità e ‘buona’ solo a ricordare i ruffiani che tra birrette e ammiccamenti vellicano spudoratamente la nostra vena autoreferenziale.

Il Pisa ha affrontato in sede di mercato estivo problemi simili a quelli che hanno condizionato le scelte tecnico-sportive mandrogne, cioè un drastico dimagrimento del budget e una teoria di top player giubilati visti gli scarsi risultati ottenuti nella stagione agonistica precedente, a fronte di libri paga degni delle migliori squadre cadette.

Gemmi ha puntato su alcuni ragazzotti di belle speranze, sull’antico Moscardelli, sull’ex Marconi uniti ad alcuni onesti mestieranti di categoria. Nel frattempo, in questa lunga e irritante estate, hanno trovato il tempo di passare tre turni in Timcup e, soprattutto, di lanciare un giovanissimo portiere proveniente dalla Cantera pisana, già ceduto a un milioncino di euro in Serie B.

Questa operazione di lancio forzato di un giovane talento di casa è l’esempio classico dell’avere ben presente le necessità societarie e sfruttare le opportunità che si presentano per fare calcio nella maniera intelligente, pragmatica, professionalmente impeccabile e, nel contempo, utile alla causa.

I toscani arrivano dalla netta sconfitta di Piacenza patita domenica scorsa, bocciati da un punteggio finale impietoso ma autori di una prestazione da riferimento, benché vittime di un momento difficile, con titolari fuori per guai vari e uno stato di forma generale non certo brillante.

I nostri arrivano a questo match invece con in tasca il punticino immeritatamente strappato alla Lucchese, squadra, almeno quella vista domenica al Mocca, involuta e abbordabile passata indenne da Alessandria senza fatica.

Ma, come ben sappiamo, in una settimana nel calcio possono cambiare tante cose e, con questa speranza, confidiamo nel luogo comune secondo il quale “ogni partita fa storia a sé”.

Le squadre. D’Angelo schiera i suoi con il 3-5-2 e deve sopperire all’assenza, per infortuni e squalifiche, di due dei tre difensori centrali, in mezzo gli mancano due giocatori importanti mentre davanti via alla coppia Moscardelli-Marconi, e in panca Masucci e Cernigoi.

Quasi a specchio (sistema classico per subire la partita ma rischiare il meno possibile, tanto più quando sulla carta sei tecnicamente inferiore…) D’Agostino mette in campo i suoi, e speriamo che Bellazzini, anziché fare solo il marcatore del centrale basso avversario, trovi il tempo di assistere da par suo le punte Santini e De Luca, visto che giocherà mezza punta.

Ma il tenore della partita dei mandrogni si vedrà soprattutto quando e dove i Grigi sceglieranno di fare pressione sugli avversari in possesso palla: più alta si piazzerà la nostra densità e più si potrà “fare” la partita, sperando che i “quinti” Delvino e Panizzi siano mentalmente preparati ad interpretare entrambe le fasi di gioco.

Partiti. Cominciamo bene: al 2’ Prestia cincischia inutilmente con la palla al limite dell’area, si fa anticipare da un avversario e se la cava con una furbata, stavolta però non se la può prendere con nessun compagno di squadra perché stavolta la minchiata è solo figlia sua….

Al 9’ brivido nell’area mandrogna: Lisi crossa di destro e davanti a Cucchietti mancano la facile deviazione sia Marconi che Moscardelli, con palla sul fondo. Da notare che, fin qui, il quinto a sinistra pisano Lisi sta ‘facendo l’inverno’ sulla sua fascia di competenza, e Delvino sembra al momento surclassato. Inoltre Bellazzini non gioca nella posizione di mezza punta ma gioca da autentica mezzala destra, quindi il “quasi a specchio” da me pronosticato in sede di commento delle formazioni trasformatelo pure in “a specchio”, con tutto quello che ne consegue in termini di atteggiamento mentale. Al 17’, seconda minchiata consecutiva di Prestia il quale, in area di rigore avversaria e proprio sotto gli occhi del direttore di gara, si macchia di una simulazione che poteva essere sgamata anche da chi guardava verso lo stadio dalla cima della torre pendente: roba da mettersi le mani nei capelli, e speriamo che questo giallo non sia foriero di altri guai con una partita ancora tutta da giocare.

Nella prima mezz’ora dell’incontro l’Alessandria ha assunto un atteggiamento positivo nella fase di non possesso, pressando a centrocampo in zone interessanti per organizzare poi pericolosamente il contrattacco: speriamo che queste gambe, questo coraggio e questa attenzione siano costanti mentre nel contempo sia Santini che De Luca aiutano in modo importante la fase difensiva dei loro compagni.

La partita pare comunque una ammucchiata senza logica con un flipper umano in mezzo al campo e mai tre passaggi di fila su entrambi i fronti nella speranza che qualche elemento di spicco trovi la giocata giusta. Al 36’ Agostinone per Panizzi sulla fascia che penetra in area, crossa ma la palla deviata finisce in corner.

Al 39’ è Gjura ad anticipare bene Marconi nell’uno contro uno su una palla sfuggita casualmente a metà campo. Al 41’ è De Vitis in area a rendersi pericoloso con una deviazione di testa su cross teso dalle retrovie ma Cucchietti è piazzato bene.

E qui si chiude il primo tempo, 45’ scarsi giocati ‘a cane lupo’, comunque importanti per i Grigi che non incantano ma per i 20’ centrali della frazione di gioco giocano alla pari con gli avversari. Una sola occasione da gol al 9’ frutto di una bella trama offensiva dei padroni di casa poi solo calcio ruminato. Quindi il gigantesco catenaccio predisposto da D’Agostino (e Dio solo sa quanto io ami il catenaccio, quanto meno quello fatto con stile e sostanza) ha fin qui funzionato, aiutato anche dalle scelte corrette (stavolta!) circa le caratteristiche degli esterni e della volontà di schierare il talentuoso Bellazzini mezzala destra anziché mezzapunta, così da compattare ulteriormente la squadra in lunghezza.

Il Pisa invece, già pieno di problemi e di paure immotivate, non è riuscito a trovare un colpo o un guizzo vincente.

La ripresa. Papera difensiva di Prestia al 49’ che consegna di fatto a De Vitis la palla in centro area davanti a Cucchietti che sbaglia clamorosamente.

Sul capovolgimento di fronte (50’) Bellazzini protagonista con una rasoiata appena dentro l’area di rigore che viene respinta dalla difesa.
Poi tre occasioni in sequenza del Pisa (52’,53’ e 54’) ma i Grigi si salvano sempre con un po’ di fortuna. Succede quindi più nei primi 10’ del secondo tempo che in tutto l’asfittico primo tempo. Al 59’ punizione dal limite grazie ad un’intuizione di Moscardelli che anticipa tutti su una palla fradicia e costringe la difesa mandrogna al fallo: Di Quinzio batte di destro e la palla sibila poco lontano dai pali di Cucchietti.

Adesso le squadre si allungano e le occasioni dotate di una certa pericolosità arrivano, soprattutto a favore del Pisa come al 62’ con Moscardelli. Al 72’ Delvino si fa espellere per un fallo più scriteriato che cattivo su Masucci in una zona di campo però del tutto ininfluente.

A questo punto il Pisa diventa padrone del campo e, dopo aver creato diverse situazioni pericolose, si costruisce (83’) con Moscardelli la palla giusta ma nell’area piccola Lisi svirgola. Ancora Moscardelli al 6’ nell’area piccola mandrogna non trova l’angolo giusto e Cucchietti para incredulo. Al 90’ ancora Cucchietti protagonista con deviazione volante salva su Cernigoi.

E finisce 0 a 0. A fronte di un primo tempo caratterizzato da due squadre contratte ed involute la ripresa diventa un monologo nerazzurro che mette in fila almeno 6 palle gol autentiche, più quella del primo tempo contro l’unica opportunità creata da Bellazzini.

Il catenaccio di D’Agostino ha quindi funzionato e credo che sapersi difendere bene (e magari con un po’ di fortuna…) sia virtuoso quanto attaccare con destrezza. Credo però che davanti a questo Pisa, almeno quello formato 2° tempo, sarebbe stato difficile per qualunque avversario di categoria fare la partita e opporsi con altre armi se non quelle usate da Santini e compagni. L’espulsione di Delvino poi ha scompaginato e indebolito i piani difensivi dei Grigi ma il cuore, l’attenzione ed il carattere di chi è rimasto in campo hanno di fatto impattato il risultato contro un avversario a volte straripante.

Al di là delle palle che ci raccontano in settimana sono queste le prestazioni che fanno crescere un collettivo, danno morale e consapevolezze diverse ad una squadra giovane e costruita in modo non proprio impeccabile.
Domenica prossima al Mocca arriva il Siena, e il catenaccio dobbiamo metterlo nell’armadio e cercare di fare noi la partita, comunque vada.

 

Pisa: 1 Gori, 3 Brignani, 5 Zammarini, 9 Moscardelli (C), 10 Di Quinzio, 13 Meroni, 19 Liotti, 23 Lisi, 27 Gucher, 30 De Vitis, 31 Marconi.
A disposizione: 12 D’Egidio, 22 Cardelli, 2 Birindelli, 6 Masi, 7 Cernigoi, 8 Izzillo, 11 Cuppone, 14 Marin, 24 Maffei, 26 Masucci. All. Sig. Luca D’Angelo

Alessandria: 22 Cucchietti, 3 Agostinone, 6 Delvino, 7 Santini, 8 Gatto, 9 De Luca, 10 Maltese, 15 Gjura, 21 Bellazzini (C), 23 Panizzi, 28 Prestia.
A disposizione: 1 Pop, 5 Zogkos, 11 Sartore, 13 Gerace, 14 Sbampato, 16 Fissore, 17 Usel, 19 Badan, 24 Gazzi, 25 Talamo, 27 Cottarelli, 30 Rocco. All. Sig. Gaetano D’Agostino.