A proposito del bello [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

Per un caso fortuito pochi giorni fa ho assistito alle celebrazioni per l’ottantesimo compleanno di Franco Maria Ricci, editore, designer, cultore del bello e molto altro ancora.

Con mia moglie entriamo al Teatro Regio di Parma, gremito per l’occasione.

Ad aprire la festa le considerazioni caustiche e colte di Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e rompiballe mediatico, e le parole franche e affettuose di Mario Lanfranchi, novantenne regista di opere teatrali e di film-opera.

A seguire la proiezione di un documentario intitolato “Éphémères, la bellezza inevitabile”.

Ricci rappresenta un’icona.A proposito del bello [Il Flessibile] CorriereAl

A suggello di una vita dedita all’arte, decide di costruire un labirinto così grande da essere visibile dall’oblò di un aereo in volo.

Il labirinto ispiratogli da Borges, lo scrittore argentino suo amico fraterno, rappresenta l’imperscrutabilità dell’essere divino ma anche della conoscenza umana protesa nella ricerca del bello.

Ecco dunque che in alcuni anni progetta e mette in pratica il progetto completando il Labirinto della Masone, una sorta di lascito testamentario corredato da una piramide contenente una galleria d’arte con centinaia di opere di sua proprietà.

“Cosa sarà fra due o trecento anni di questo meraviglioso luogo?”

Ricci, con la sintesi flemmatica che contraddistingue chi discerne tra l’essenziale del bello e la vacuità del superfluo, così risponde: “Sarà una splendida rovina!”

Parte un fragoroso applauso che accompagna i minuti dei titoli di coda e idealmente gli anni del festeggiato.

FMR, quelle iniziali che lette alla francese danno il titolo del documentario, sono anch’esse sintesi di una vita, lunga e produttiva eppure effimera come effimera è la bellezza.

Il bello sta proprio in questo.