“Dove possiamo investire oggi i nostri soldi?”: una serata alessandrina con i manager del Gruppo Azimut. Dal pubblico grande attenzione, e domande concrete

denaroDall’uditorio numeroso, attento e qualificato si capiva subito quanto i temi affrontati fossero, e siano, di estrema attualità per tanti di noi. E i manager di Azimut Capital Management, Oliviero Pulcini e Alessandro Capeccia, qualche sera fa ai Buoi Rossi di Alessandria ce l’hanno messa tutta per spiegare (in un incontro ricco anche di interazione, domande non scontate, confronto vero) come oggi lo scenario degli investimenti (e della redditività collegata) sia critico, e non esistano soluzioni semplici, capaci di garantire ad un tempo capitale e rendimenti elevati.

“E’ un mondo nuovo quello in cui ci muoviamo e muoveremo – sottolinea Oliviero pulcini-olivieroPulcini, che nel gruppo Azimut è a capo della rete di consulenti finanziari del Piemonte -, in cui molte delle certezze e garanzie del passato sono tramontate, per sempre o comunque per molto tempo. Oggi più che mai occorre investire con prudenza e competenza, e diffidare di chi propone soluzioni miracolistiche. Da questo punto di vista il Gruppo Azimut si è sempre caratterizzato per la sua capacità di porsi al fianco del cliente, calandosi nei suoi panni. E continua a muoversi sul mercato degli investimenti mondiali con occhio critico, e una visione a medio lungo termine. E’ una logica che sta nel nostro Dna, per volontà del fondatore e amministratore delegato Pietro Giuliani, e di tutto il management”.

La carta d’identità del Gruppo Azimut in effetti parla chiaro: si tratta della più importante realtà italiana indipendente ‘vocata’ alla raccolta, all’investimento e alla gestione finanziaria di capitali di privati risparmiatori, e di imprese. “Dove per indipendente – sottolinea Pulcini – si intende che non siamo controllati da nessuna banca, gruppo assicurativo o altro soggetto finanziario, per cui possiamo muoverci in assoluta autonomia, a 360 gradi, e proporre ogni volta al cliente soluzioni ‘su misura’. Poco importa che siano prodotti nostri, oppure di altre realtà: quel che conta è che ci muoviamo davvero a tutto campo, e senza condizionamenti. Del resto non è casuale che i vari ‘scandali finanziari’ di questi decenni, da Cirio a Parmalat, fino a Lehman Brothers, non ci abbiano mai lambito neppure di striscio”.

I numeri dicono che Azimut, crisi o non crisi, è da 25 anni in crescita costante, con più di 42 miliardi di euro in portafoglio, di cui circa 6 miliardi riferibili alle attività avviate all’estero dal 2010: “Siamo presenti in 15 paesi oltre l’Italia, con una forte attenzione ai mercati più stimolanti, dove siamo presenti direttamente in loco”. La rete di oltre 1.600 consulenti finanziari del Gruppo Azimut (quotato in Borsa a Milano dal 2004) gestisce complessivamente oltre 200 mila clienti, e ad Alessandria è presente con 12 consulenti tra i quali Pino Massara con cui vi abbiamo proposto di recente una chiacchierata.

Azimut con i suoi consulenti presenti nell’area alessandrina ha organizzato la serata ai Buoi Rossi, per i propri clienti, ma anche per imprenditori e professionisti interessati al tema della finanza, che hanno potuto capire un po’ meglio quali sono gli scenari che ci attendono, e come è più opportuno muoversi per tutelare i propri investimenti.

capeccia-alessandro“Se fino a ieri esistevano scenari di rendimento senza rischio, oggi viviamo una realtà che prospetta rischio senza rendimento”, ha esordito l’altro relatore della serata, Alessandro Capeccia, co- amministratore delegato di Azimut Capital Management e gestore che trasmette immediatamente una sensazione di competenza, ma anche di pacatezza. “Se qualcuno vi dà l’impressione di sapere tutto – ha sottolineato – e di non sbagliare mai, diffidatene. Oggi più che mai la finanza non è una scienza esatta, e soprattutto nessuno può garantire miracoli. Quel che si riesce a fare invece, applicando ai mercati, e alla ‘composizione’ dei prodotti, tecniche raffinate di analisi matematica e statistica, è ‘calmierare’ il rischio, e fare in modo che, nel medio lungo periodo, lo stesso tenda ad azzerarsi”. Ma, concretamente (perché questo ovviamente si chiedeva la platea ai Buoi Rossi, compreso chi scrive), oggi chi ha a disposizione della liquidità (e ad Alessandria in particolare il risparmio privato è ancora imponente, basta analizzare i dati che ci danno tra le province con i più consistenti depositi bancari del paese) cosa può e deve fare?

“Non esiste una ricetta unitaria ovviamente – sottolinea Pulcini -, e i nostri Dittatura denaroconsulenti partono infatti sempre dalle specifiche caratteristiche ed esigenze del cliente, per prospettargli poi una serie di soluzioni ad hoc”. Dipende insomma da tante variabili: dall’età allo scenario personale e famigliare, ai progetti di breve, medio e lungo periodo di ognuno. Però dai mercati alcune indicazioni ‘di fondo’ certamente arrivano, ed è ancora Capeccia a sintetizzare con competenza la situazione: “C’è oggi sui mercati una tale quantità di denaro che ci porta nella paradossale situazione di rendimenti negativi offerti da molte banche, per ‘tenersi in pancia’ il denaro dei clienti. Quello che noi cerchiamo di fare è proporre una asset allocation diversificata che comprenda anche investimenti alternativi, dove con questo termine, mutuato dall’inglese, non si intende ovviamente stravaganti, ma semplicemente capaci di puntare su ‘nicchie’ che sono in qualche modo ‘impermeabili’ rispetto alla grande ‘volatilità’ e incertezza del momento storico che stiamo vivendo. Occorre aver ben presente, tanto per capirci, che se ci offrono come ‘rifugio’ investimenti in valute straniere, con tassi apparentemente un po’ più alti di quelli bassissimi in circolazione in Italia, esiste però in quei casi un alto rischio legato alla ‘fluttuazione’ dei cambi di quelle monete. Per cui in generale oggi bisogna essere disposti a tollerare un po’ più di rischio e assumere un orizzonte temporale di lungo periodo. Esistono poi degli investimenti alternativi come quelli legate al mercato delle riassicurazioni dei rischi catastrofali, che sono sostanzialmente slegate dalle dinamiche finanziarie correnti. Oppure c’è la possibilità di fare arbitraggi in società coinvolte in Offerte pubbliche di acquisto (Opa) annunciate”.

Euro Grecia“E la sterlina? E il petrolio? E i titoli bancari?” chiede la platea. Risponde Alessandro Capeccia: “La delicata situazione legata agli effetti della Brexit, e le caratteristiche strutturali complessive dell’economia inglese (in gran parte basata su servizi, e fortemente dipendente dall’importazione di prodotti) fanno sì che oggi investire in sterline non sia una scelta consigliata. Mentre per il petrolio, dopo il parziale recupero di questi ultimi mesi (dai 30 dollari al barile dello scorso gennaio, agli attuali 48/50 dollari, ndr), sarà decisivo lo scenario internazionale dei prossimi mesi.. Le banche, infine: è stata fatta una notevole ‘pulizia’ nel settore, e questo è positivo per gli obbligazionisti, sia che abbiano in portafoglio prodotti bancari, sia che intendano acquistarne.

 

Ettore Grassano