La spesa? La faccio dal contadino! [Il gusto del territorio]

biodi Eleonora Scafaro

 

“Sono triplicati negli ultimi cinque anni gli italiani che fanno la spesa dal contadino, nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori dove è stato raggiunto il record di 15 milioni di presenze nel 2015″.

Cambia, quindi, il modo di fare la spesa. Pochi supermercati e un ritorno al coltivatore diretto. Lo rende noto la Coldiretti nell’anniversario dell’approvazione della legge che ha cambiato l’agricoltura italiana allargando i confini dell’imprenditorialità agricola nella tutela ambientale, nelle attività sociali, nella trasformazione aziendale e nella vendita diretta.

Quasi un ritorno al passato. Le ragioni? Sono certamente, in primis, da ricondurre alla crisi economica. I prodotti a chilometro zero costano meno grazie alla filiera corta.

In secondo luogo, come sottolinea la Coldiretti, vi è una maggiore attenzione per la salute, il benessere e la forma fisica e, poi, la sostenibilità ambientale.

Un exploit da ricondurre – dice Coldiretti – all’ attenzione per il benessere, la forma fisica e la salute, oltre che alla sostenibilità ambientale e alla volontà di difendere e valorizzare il proprio territorio come dimostra il fatto che il 70% degli italiani è addirittura disposto a pagare di più un alimento del tutto naturale, il 65% per uno che garantisce l’assenza di Ogm, il 62% per un prodotto bio e il 60% per uno senza coloranti.

La domanda di naturalità – spiega la Coldiretti – ha fatto nascere anche nuovi prodotti come gli agrigelati che utilizzano il latte dalla stalla al cono, le agribirre con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore o gli agricosmetici che sono ottenuti da proprie coltivazioni o allevamenti, da quelli di bava di lumaca a quelli a base di linfa della vite ma anche al latte d’asina, al miele, all’olio o al vino ma si assiste anche ad inaspettati ritorni come il pane del contadino che utilizza magari grano recuperato dal rischio di estinzione.
Un vero boom che ha portato ad oltre diecimila punti vendita gestiti direttamente dagli agricoltori tra fattorie e mercati lungo tutta la Penisola grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti che ha realizzato la più vasta e capillare rete di vendita organizzata dagli agricoltori nel mondo che può contare su fattorie, botteghe e mercati che coinvolgono 20mila aziende con prodotti coltivati su circa 200mila ettari di terreno.

Nei mercati e nelle fattorie si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.

Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a ciò, svolgono una importante azione di recupero di varietà a rischio di estinzione. Si stima che – rileva la Coldiretti – almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e fattorie degli agricoltori.

Coldiretti_3“I mercati degli agricoltori in realtà non sono solo luoghi di commercio ma hanno acquisito nel tempo un ruolo importante come momenti di aggregazione, svago e socializzazione con lo svolgimento di variegate attività che vanno dai corsi di formazione per l’orto ai laboratori didattici per i bambini, dai cooking show con gli agrichef all’educazione con i tutor della spesa ma anche momenti di solidarietà” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’annunciare che “per tutto il week end per iniziativa di Coldiretti insieme alla FOCSIV – Volontari nel mondo si svolge a Campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” con il Patrocinio della Fondazione Migrantes della CEI” per combattere scafisti e caporali restituendo dignità di chi lavora la terra. Un impegno concreto per combattere scafisti e caporali. Nei mercati di Campagna Amica sarà offerto con una donazione di 5,00 Euro, il riso prodotto dagli agricoltori di Coldiretti aderenti alla Filiera Agricola Italiana per contribuire alla realizzazione di 38 interventi di agricoltura familiare nelle aree più povere del mondo a sostegno di 114.248 famiglie di contadini e alla costruzione del Villaggio solidale, che sarà realizzato in Puglia da Coldiretti e Focsiv, per dare ospitalità agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato, garantendo loro un regolare contratto di lavoro per la raccolta stagionale del pomodoro nelle imprese agricole. Un impegno concreto ed innovativo “che può contribuire – conclude la Coldiretti – a creare un sensibilità più diffusa anche sulla sfida epocale sull’emergenza profughi affrontata dall’Italia e dall’Unione Europea”.