Alessandria butta il cuore oltre il ponte (forse) [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Quantità vuole dire sempre qualità? No. Non sempre. Certo, non esiste un rapporto dogmatico fra una e l’altra e quindi possiamo avere quantità di eccellente qualità come modiche quantità di pessima qualità. Detto questo, e fatto salvo l’ovvio commento in stile ‘Catalano’, eccoci nuovamente ad Alessandria. Capoluogo pronto a celebrare se stesso mettendo sul piatto le migliaia di persone che hanno bevuto birra e mangiato panini in Cittadella per l’evento dedicato alle biciclette (poi arriveranno le altre migliaia che correranno in occasione della StrAlessandria). “Un successo strepitoso” dice il Comune. Se si guarda ai numeri, peraltro non certificati ma solo stimati in assenza di un meccanismo oggettivo di calcolo, niente da dire. E meno male che in città vengono organizzati con costanza degli eventi. Ma se si cerca di analizzare meglio quanto sta avvenendo, le criticità non mancano. Non tanto per le iniziative che vengono organizzate (in fondo ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja), bensì per il sottile messaggio che è un misto fra propaganda istituzionale, propaganda elettorale e tentativo di mascherare una carenza progettuale capace di guardare davvero al futuro almeno a medio termine.

Riempire gli spazi agibili della Cittadella, così come fare transitare, a piedi o inCittadella birra bicicletta, i cittadini sul mitico ponte Meier non ancora né finito, né collaudato, è un successo della pubblica amministrazione o è qualcosa d’altro? Certo, chi tenta di capire e di approfondire viene subito attaccato (anche se poi sulle pagine ufficiali di Facebook si rende omaggio a Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia), mentre l’amministrazione, sulle partite delicatissime dello sviluppo e della riorganizzazione delle società partecipate, appare, per esempio, più incerta e fumosa. Come dichiarano peraltro insigni membri di giunta. Di fronte alla ‘cosa pubblica’ dovrebbe essere imperativo cercare di comprendere, approfondire, spiegare ai cittadini cosa sta avvenendo. A Palazzo Rosso sono tutti impegnati a dire che stanno mettendo a posto i conti, tutelando servizi e personale. Considerando che questa è l’ordinaria amministrazione, c’è un po’ da stupirsi se si vuole fare passare per straordinario quello che dovrebbe essere normale, come fare attenzione agli acquisti (da quelli per il parco autovetture alle biro e alla carta), oppure che per quattro anni hai lavorato per risanare il Bilancio. Se dichiari il dissesto, è solo ovvio ricomporre gradatamente tutto quanto. Quello che appare più fragile è il progetto di sviluppo. È il caso, per esempio, della ‘grande Amag’. L’idea di una multiservizi con una organizzazione industriale sul modello delle holding, non è certo malvagia. Anzi. Significa avere strutture interne uniche per tutte le società come la contabilità, gli acquisti, la gestione del personale (accade oggi in sanità dove azienda ospedaliera alessandrina e Asl hanno in comune servizi come quello della logistica integrata). Razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse sono una pratica normale. Se si hanno le idee chiare. Purtroppo l’ultimo processo di aggregazione appare, al momento, Amag gruppozoppicante. È stata costituita l’Amag Mobilità, società con un capitale sociale di cinquantamila euro, il minimo indispensabile. Il Consiglio comunale ha approvato la conferma dei contratti di servizio e ora la parola spetta al liquidatore di Atm e ad Amag Mobilità, chiamata a valutare l’affitto dei rami d’azienda della partecipata in liquidazione. I primi tentativi per definire clausole sociali di salvaguardia dell’occupazione e dei livelli retributivi sono ancora nella fase iniziale. Il nodo, scontato, è quello delle risorse. O ci sono i soldi per mantenere lo status attuale (trasporti, parcheggi, dipendenti che sono oltre duecentodieci), oppure qualcosa dovrà essere tagliato. Il dubbio è che siano allo studio delle ‘soluzioni – ponte’ per arrivare al prossimo anno, così che le decisioni più difficili (economiche e industriali) siano rinviate di fatto alla prossima giunta comunale. Al momento la trasparenza appare opaca, se è vero che dai banchi dell’opposizione è stato dichiarato che “se non si trova il modo per informare il Consiglio comunale sulle dinamiche di Amag verrà chiesto l’accesso agli atti”. Una richiesta diventata ormai consuetudine, ma che non rappresenta un bel segnale.

Comunque sia, tutti tranquilli. Si avvicina la StrAlessandria, corsa podisticaStralessandria che venerdì porterà migliaia di alessandrini a percorrere il ponte Meier. Forse. In queste ultime ore, infatti, starebbe crescendo la tensione fra i dirigenti comunali che per legge devono firmare gli atti amministrativi. Sembrerebbe, il condizionale è sempre d’obbligo, che nessuno sia intenzionato al momento a firmare le autorizzazioni e i permessi vari e quindi assumersi la responsabilità del passaggio delle persone in mezzo al cantiere del ponte. Se fosse vero ci sarebbe da preoccuparsi: cosa è successo finora? Perché nessuno ci ha pensato, prima di annunciare che tutto (o quasi tutto) era a posto? Siamo però fiduciosi. E guardiamo al futuro in modo positivo, pronti a lanciare il cuore oltre il ponte. Pardon, oltre l’ostacolo. Non si dice così?