Quando i draghi sputano fumo [Win the Bank]

Malvezzidi Valerio Malvezzi

 
La BCE pubblica il suo rapporto annuale per l’anno passato e leggo – con un misto di incredulità e sdegno – ciò che il presidente Mario Draghi scrive nella prefazione.

I giornali titolano che Draghi sostiene che nel 2015 ci sia stata una ripresa e fa alcune affermazioni al riguardo.

Le commento, a una ad una.

1. “Si pongono interrogativi alla direzione in cui andrà l’Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi shock.”

Te lo dico io: l’Europa sta andando a puttane e la sua capacità di tenuta a fronte di nuovi shock nel 2016 è da vedere; ma io prevedo che tra fine 2016 e fine 2017 la casa “comune” – che di comune ha solo una moneta – salti per aria. Ma stai tranquillo, per ora salta l’Europa, l’Euro paradossalmente per ora ce lo teniamo come la maledizione del Signore.

2. “E’ importate che il risanamento di bilancio sia favorevole alla crescita.”Draghi Bce

No, è importante non parlare più di risanamento di bilanci e iniziare a parlare di crescita delle persone, che sono alla base della crescita di una economia. Una economia di morti coi bilanci a posto serve solo alle statistiche mortuarie.

3. “Rendere il sistema tributario più favorevole alla crescita e limitare l’evasione fiscale”.

No, bisogna dire chiaramente la verità, e cioè che gli imprenditori piccoli e micro sono costretti per disperazione a evadere per sfamare i figli e mantenere i preziosi posti di lavoro di persone che lavorano per loro da trent’anni, a causa di uno Stato ladro che discrimina tra posti di lavoro intoccabili (pubblica amministrazione, a causa del voto di scambio) e posti di lavoro sacrificabili (il privato di piccola dimensione). Invece, i grandi imprenditori portano impunemente i soldi nei paradisi fiscali.

4. L’Eurotower “farà tutto il possibile nei limiti del suo mandato per garantire la stabilità della moneta europea e dunque della sua economia”

No, la stabilità della moneta europea è una roba. L’economia sta andando a puttane a prescindere. Il dunque, non c’è.

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