Questione di programmi [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Giunt’è la primavera e, festosetti, la salutan gli augei con lieto canto.
Così Vivaldi salutava la bella stagione.
Noi, uomini del terzo millennio, abbiamo altri pensieri. Macché canto di uccellini o stormir di fronde e chiacchiericcio di ruscelli.
In tre secoli sono cambiate troppe cose, i parametri sono differenti, lo stile di vita dei singoli si è modificato e dunque le priorità sono altre.
Quest’anno in particolare la primavera giunge dopo un inverno mite, al limite della sopportazione per chi ama il freddo, l’acqua, la neve, insomma quello che i paesaggisti hanno da sempre raffigurato per significarlo.
E poi le nostre preoccupazioni vanno ai programmi. Elettorali.
Ha inizio la stagione di referendum ed elezioni varie, i messaggi che ci subissano e subisseranno (cartacei, sonori, visivi, online) raccontano di propositi, progetti, idee, proposte. Tutti a fin di bene e per il bene comune.
Sulla carta.

voto_flexInfatti sulla carta la ragione prevale, ogni programma è dettato dal buon senso e in questi anni – in cui la commistione tra destra e sinistra si è trasformata in annullo dei confini – anche i programmi di candidati antagonisti si somigliano.
Nelle parole.
E nei fatti?
Tranquilli: anche nei fatti.

Per curiosità ho consultato i quotidiani di cinque anni fa per fare una verifica delle promesse elettorali dei sindaci di alcune città a me vicine e di vari orientamenti.
Non mi va di annoiarvi con le statistiche ma – fidatevi – sono state realizzate per una percentuale che va dal 10 al 20.
La correttezza reciproca – nonché il senso di democrazia – vorrebbe che il dovuto, in termini di tasse e imposte comunali, fosse pari alle promesse mantenute e realizzate. Ma non è questo il punto.

Il punto è che ad aprile si comincia a fare il punto sui programmi scolastici che ciascun insegnante stende per le proprie discipline entro l’autunno precedente tenendo conto delle esigenze della classe e dei singoli studenti. Nella verifica – che ha il suo completamento con il resoconto di giugno – si fa riferimento in dettaglio ai percorsi seguiti, alle modificazioni in corso d’anno e alle difficoltà incontrate, con seria puntualità poiché le famiglie degli studenti debbono essere ragguagliate sul processo formativo dei ragazzi.

Basterebbe che noi elettori ci comportassimo alla stessa maniera della stragrande maggioranza delle famiglie degli scolari, famiglie presenti, attente, informate, critiche, talvolta scomode ed invadenti ma sempre utili al miglioramento della scuola.
In politica ciò non accade, abbiamo una memoria breve e fatta di convenienze e conoscenze. Chi non ha un parente o un amico che si candida per questo o quello schieramento?
Non occorre dunque perdere tempo a leggere i programmi elettorali: è sufficiente dare un occhio allo stato di famiglia, al citofono del nostro condominio oppure fare quattro chiacchiere col fruttivendolo sotto casa. Per sapere quale croce mettere.

Anche quest’anno so come votare.