Ivaldi: “Alessandria merita molto di più: ripartiamo da un progetto condiviso di città”

Ivaldi GianniChe Gianni Ivaldi stia ‘scaldando i motori’, per giocare un ruolo da protagonista alle prossime elezioni comunali alessandrine del 2017, lo pensano in molti. Lui però se glielo chiedi sorride, in splendida forma e con l’aria sorniona, e risponde “come tanti, vorrei soltanto che Alessandria potesse avere un futuro migliore di questo presente, ed uscire dal tunnel in cui è precipitata”. In cui il tunnel non è rappresentato soltanto dall’attuale amministrazione, naturalmente, “ma anche loro han fatto la loro parte, con tre anni di assoluto immobilismo, dopo tante speranze iniziali”. Quell’inizio che, dal 2012, vide Ivaldi per un anno e mezzo far parte della giunta, con un iperattivismo che gli alessandrini ben ricordano, dalla Consulta delle Associazioni del Volontariato (“mi dicono che non sia neppure convocata da più di un anno: un vero peccato”), ai progetti per lo sport e per la cultura. Ci credeva, Ivaldi, e il ‘brusco’ allontanamento dalla squadra di governo cittadino (“non sono il tipo che dà sempre ragione a tutti per sopravvivere, credo di averlo dimostrato”) e dal Partito Democratico, non gli ha impedito di continuare in questi anni ad impegnarsi attivamente sul fronte civico, attraverso l’associazione politico culturale Led (Laboratorio di energie per il domani), e anche con una presenza fissa e ‘pungolante’ sui social network: il profilo facebook di Gianni Ivaldi è una delle ‘cartine di tornasole’ più significative per chi vuole avere ‘il polso’ di quel che succede ad Alessandria, in positivo e in negativo. Ora, però, la scadenza elettorale si avvicina, e mentre Led continua i suoi partecipati appuntamenti serali, molto partecipati e sempre orientati al futuro, e a formulare proposte concrete (l’ultimo è stato proprio lo venerdì scorso, su Cittadella, Valfrè e Marengo), è interessante cercare di capire quale progetto e idea di città ha in testa Gianni Ivaldi, e quale potrà essere il suo contributo prossimo venturo alla vita politica alessandrina. Perché una cosa è certa: nel 2017 ‘mister preferenze’ (nel 2012 fu in assoluto il consigliere comunale più votato dagli alessandrini) non se ne starà alla finestra.

 
Gianni Ivaldi, partiamo da Led, che rappresenta il suo impegno civile eled_cittadella civico di questi anni: quanti incontri avete organizzato finora?
Preciso che di Led sono uno dei promotori, ma si tratta di un’associazione e di un progetto collettivo, che coinvolge molte persone, competenze, energie. Abbiamo organizzato ormai una decina di incontri, e non ci fermiamo. Anche venerdì sera, parlando del futuro di Cittadella, Valfrè e Marengo, sono emerse tante idee, proposte, suggerimenti. Penso solo alla Valfrè: un’autentica risorsa nel cuore della città, rispetto alla quale in questi anni ci sono state tante ipotesi (Tribunale, Università, Archivio di Stato, Esselunga, mercato, per citarne a memoria alcune), ma alla fine è sempre lì, in crescente decadenza. Possibile che tutto ciò che è pubblico debba avere questi tempi elefantiaci per mettersi in moto? Noi pensiamo di no. Lo stesso per i giardini della stazione: io ci sono cresciuto, abitavo in via Trotti, e ricordo che quell’area era un vero centro di aggregazione e cultura, per tutte le generazioni: ai giardini c’erano i bambini, gli adulti, gli anziani. Ora è un luogo di abbandono, trascurato, e in molte ore della giornata pericolo, per non dire della notte. Ma se un’amministrazione non sa intervenire su questioni simili, che hanno un enorme impatto sociale, aggregativo e di sicurezza, che cosa sta lì a fare, mi scusi? Vedo che ora si dibatte se abbattere o meno gli ‘ecomostri’: ma ancora? Dopo 4 anni siamo ancora lì a discutere di cosa farne o non farne? Davvero assurdo.

 

Comune Alessandria 4Insomma Ivaldi, cosa manca davvero ad Alessandria per ripartire? E cosa non ha funzionato finora?
Non voglio ‘gettare la croce’ addosso a nessuno in particolare, e ricordo bene qual era la situazione di Alessandria nel 2012. Ma senza un progetto, e la capacità di aggregare intelligenze e competenze, non vai da nessuna parte. Gli ultimi quattro anni mi pare lo abbiano drammaticamente dimostrato. E poi è mancato, completamente, la partecipazione, la trasparenza, la condivisione con i cittadini. Gli alessandrini si meritano assolutamente di più, e di meglio.

Ma lei ce l’avrebbe, il progetto di città?
Il progetto non deve il frutto delle idee di una sola persona, ma di una ampia condivisione, e va sottoposto in maniera trasparente agli elettori, dicendo noi faremo questo, questo e quest’altro. E poi, subito dopo eletti, si fa però quel che si è detto, non altro…

Qualsiasi riferimento è puramente casuale, Ivaldi..
(sorride, ndr) Certo, è evidente. Qui non ci sono questioni personali, ma è in ballo il futuro di una comunità di cento mila abitanti che devono ricominciare a credere nella propria città. Altrimenti che facciamo? Emigriamo tutti? Vedere tutti questi ragazzi e ragazze che si laureano, e poi non sanno letteralmente che fare è drammatico.

Da dove ri/comincerebbe?Giardini Pittaluga
Da una città pulita e ordinata, non abbandonata a se stessa, e alla sua decadenza. So bene che le casse sono vuote, che mancano risorse per grandi progetti. Ma questa non può diventare una scusa per tirare a campare, senza fare nulla. In Comune lavorano circa 700 persone, nelle partecipate erano quasi un migliaio: oggi forse meno, ma comunque tante. E non sono tutti incapaci, mi creda. Durante la mia esperienza in consiglio comunale prima e in giunta poi ho constatato che ci sono a Palazzo Rosso fior di competenze, persone preparate, ma mortificate nella loro professionalità. Le ho fatto i casi dei giardini della stazione, ma i giardini Pittaluga non sono messi meglio, e così l’area del Borgo, da via Dossena a via Milano. Provate ad andare a parlare con chi ci abita, e ci lavora. Io lo faccio spesso, ed è un vero disastro. Direi che il Pisu poteva decisamente essere sfruttato meglio.

Via Dossena 1Vero però, Ivaldi, che non può essere il sindaco a spostare le transenne, o a pulire le fioriere..
Certo che no: il sindaco ha ben altri impegni, e un ruolo delicatissimo. Ma assessori, e dirigenti molto ben pagati (perché a Palazzo Rosso lo sono, soprattutto rispetto agli altri redditi cittadini, ndr), è inaccettabile che alzino sempre le mani, e si girino dall’altra parte. Una struttura funziona se esistono responsabilità chiare: anche a livello personale. Non è sempre colpa del ‘sistema’, è troppo comodo.

Tema sicurezza: si ha l’impressione che gli alessandrini lo avvertanoPolizia municipale come prioritario, l’amministrazione meno…
E’ un tema delicatissimo, che coinvolge in realtà anche altre istituzioni, non solo il comune. L’impressione da cittadini però è quella di una crescente precarietà, abbandono, anche costanti rischi di truffe agli anziani, e di intere zone di Alessandria talmente pericolose da essere infrequentabili. Insomma, se ad una certa ora tanti cittadini, soprattutto anziani, si chiudono in casa ‘a doppia mandata’ e hanno paura ad uscire, tu pubblico amministratore non puoi far finta di nulla. Non sono contrario agli stranieri, che possono essere certamente anche una risorsa: ma prima di tutto gli stranieri non sono tutti uguali, sono singole persone. E poi se non si sviluppano vere politiche di integrazione, è chiaro che poi succede un disastro dietro l’altro. Penso all’abbandono sociale in cui giace Spinetta, l’intera Fraschetta, o il Borgo Rovereto: se tu lasci che si creino delle comunità che sono città nella città, micro comunità a parte, la conseguenza è che ti ritrovi poi tra le mani un’anti città. Con tutte le conseguenze immaginabili: e ormai direi che ci siamo. Ma il problema non sono solo gli stranieri, sia chiaro: Alessandria, dicono le statistiche, è tra le città capoluogo del Piemonte quella a maggiore concentrazione di presenza mafiosa. Vogliamo continuare a far finta di nulla?

Saldi 3Ma come si fa a rendere Alessandria davvero attrattiva, per gli alessandrini, e anche per chi viene da fuori?
Mi faccia fare una battuta: certamente Ica non è la strada giusta, visto il panico che hanno creato in questi mesi nei commercianti. Conosco persone ormai terrorizzate dall’esporre una scritta, un alberello decorativo sull’ingresso, che abbellisce la via: ma come ci siamo ridotti? Creare eventi, sia turistici che culturali, anche piccoli, che poi via via crescono, germogliano, non è mica così difficile: io quando ero assessore non mi vergognavo di imitare le buone pratiche che scoprivo altrove, anche in città poco distanti, da Pavia a Asti. Perché non è mica vero che l’Italia sia tutta allo sfacelo come Alessandria, non scherziamo: noi viviamo una situazione drammatica, e tutta nostra. Penso al cavalcavia del Cristo costantemente transennato, come se ci fosse stata un’emergenza ieri. Siamo diventati una città bicolore: il colore di quei nastrini da lavori in corso da cui Alessandria è invasa. MaFloreale poi i lavori non li fanno, lasciano i nastrini colorati! Tra gli eventi, penso alle potenzialità di FloreAle: mica puoi risolverla con una serie di banchetti da fiera di paese. Andare a vedere a Frascaro o a Coniolo che bellezza: e mica parliamo di New York: basta prendere l’auto e fare una gita fuori porta. E poi la biblioteca, nuova e già in stato di abbandono: ma come è possibile esserci ridotti cosi?

Quindi politica se ci sei batti un colpo?
La politica, quella buona e disinteressata, è la strada per uscire da questo lungo tunnel. Purchè ci sia passione, intelligenza, e un progetto condiviso.

Piazzetta della LegaIvaldi candidato sindaco di un rassemblement di sinistra laica al di fuori del PD? Non è un mistero peraltro che lei abbia buoni rapporti trasversali: da Locci ai 5 Stelle…
E’ presto per parlare di candidati secondo me, serve un progetto. Su quello ci si confronta, senza troppi steccati ideologici, perché oggi ad Alessandria serve concretezza e onestà, non barricate d’altri tempi. Nel frattempo Led continua a lavorare, questo sì: il 2 aprile faremo una serata sulle piazze senz’anima della nostra città. Eppure sono bellissime, le nostre piazze: ma pensate come hanno ridotto piazzetta della Lega, o la stessa piazza Santo Stefano, per non dire di Piazza del Duomo che è da sempre spenta, inutilizzata. Poi a maggio torneremo ad occuparci di sicurezza, che è una priorità assoluta, avvertita da tutti. L’invito è a tutti gli alessandrini perbene, ossia la grande maggioranza: tornate a partecipare, fatevi sentire. L’indifferenza di oggi è pericolosa, e consente a pochi di decidere e fare (o non fare) a propria assoluta discrezione. Ma è una situazione che possiamo e dobbiamo ribaltare.

Ettore Grassano