Fabbio su Aral: “Un errore trasformarla in una società in house”

Fabbio nuovadi Pier Carlo Lava

 

Intervista essenziale e interessante, che rilanciamo volentieri. Ci permettiamo però di segnalare, a Fabbio come a tutti gli altri amministratori della ‘cosa pubblica’ alessandrina, di centro destra e di centro sinistra, ma soprattuttto ai lettori, che l’impiegato che dimentica di digitare uno zero e causa un danno da un milione di euro è una favoletta da Pinocchio nel paese dei balocchi, o Alice in quello delle meraviglie, suvvia. Piuttosto, quale o quali aziende private hanno ‘soccorso’ Aral a causa della distrazione del povero Malaussène di casa nostra? Chi ne sono i titolari o gli azionisti? Qualcuno lo sa? Si può dire?

E. G.

 

Dopo la recente Commissione Bilancio del comune di Alessandria, nella quale tra l’altro si è discusso in merito alla perdita di 2,6 milioni euro nel bilancio ARAL del 2014, abbiamo incontrato Piercarlo Fabbio, consigliere comunale, capogruppo Pdl e sindaco della città dal 2007 al 2012, per sentire la sua opinione in merito.

 

Consigliere Fabbio, come spiega questo risultato negativo e di chi sono le responsabilità?
Effettivamente Aral è un’azienda che non ha mai dato problemi di disavanzo. Di norma, almeno fino al 2013, l’utile lordo viaggiava intorno ai 100-150 mila euro. Trovarsi di fronte a 2,6 milioni di euro di disavanzo è un fatto straordinario che implica un dovuto approfondimento. Vediamo come si genera il deficit: un milione di euro è costituito da interessi passivi per un factoring acceso nel tempo da ARAL e che difficilmente il Comune, in quanto cliente, può riconoscere. Casomai ARAL potrebbe impiantare una causa al Comune, ma la soluzione non è certo dietro l’angolo e comunque non certa. Sono spese ARAL e tali rimangono. Un altro milione di euro è generato da un paradossale errore di un funzionario della provincia che ha stilato l’autorizzazione allo stoccaggio della plastica nello stabilimento di Castelceriolo. Uno “0” in meno ha dato questo risultato. Se qui ci sono responsabilità o negligenze sarebbe il caso di perseguirle, ma non stanno in casa ARAL. Infine ARAL ha un accordo con Srt di Novi per lo scambio di alcune tipologie di rifiuti. A fine 2014 ARAL era in credito di circa 7000 tonnellate, pari a circa 600.000 euro. Ecco come si è generato il deficit. Mi pare che pensare a qualcosa di irripetibile nei prossimi anni dia il minimo.
In questo momento il mercato consente prezzi migliori che nel recente passato e la convenzione firmata con la Liguria e Genova consente di incamerare rifiuti, che come tutti sanno costituiscono fatturato. Direi che l’ARAL potrebbe tranquillamente riprendere il proprio trend nel 2015, senza necessità di grandi trasformazioni. Ma non mi pare vi sia lo spazio per trasformarla in una società in house. Anzi, da questo punto di vista l’ atto di indirizzo del Consiglio Comunale, votato dal centrosinistra, è sbagliato e va cambiato al più presto.

Qual’è la sua opinione in merito alla proposta della Giunta di procedere alla ricapitalizzazione di Aral con un versamento di 1 milione di euro?
Si può ricapitalizzare anche se non comprendo come lo possa fare un comune in dissesto. Ma al di là di questo, il problema è costituito dagli altri Comuni che compongono la compagine sociale, tra cui Valenza. Nel caso solo Alessandria ricapitalizzasse, gli altri Comuni si vedrebbero ridotte le loro quote ove non seguissero l’aumento di capitale. Un’altra soluzione sarebbe quella di un prestito soci di cui potrebbero usufruire i Comuni della società, fatta salva la loro restituzione al socio Comune di Alessandria. Ma finora nulla è stato chiarito anche alla luce del fatto che gli altri Comuni non hanno ancora deliberato in materia.

Il Consigliere Raica ha nuovamente chiesto spiegazioni in merito ad una sceltaDiscarica nuova politica della maggioranza, che ha deciso un diverso utilizzo di un fondo di 500mila euro, che con delibera 270/2013 erano destinati al ponte e invece sono stati utilizzati per l’Azienda Speciale costruire Insieme. Lei cosa ne pensa?
Il meccanismo parrebbe complicato ma non lo è. 500 mila euro sono stati stornati dal finanziamento del ponte Meier e passati a Costruire Insieme. Facevano parte di un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (che sul ponte ha finanziato 1,4 milioni di euro). Mancavano dunque 500 mila euro sul ponte che sono stati ricostituiti attraverso l’utilizzo di parte di un mutuo orientato all’ampliamento del Cimitero urbano. È chiaro che ciò che si spende da una parte non si avrà più dall’altra.
Il problema però è politico: a noi è stato spiegato che la Fondazione sosteneva Costruire Insieme e a chi si opponeva appariva come un’illecita ingerenza. In realtà non era così: Fondazione non stanziava nessun euro in più, lasciava solo che il Comune spostasse le stesse risorse. In questa verosimiglianza di fatti, ne sortiva una mistificazione comunicativa che poteva mettere in difficoltà l’opposizione e le sue convinzioni. Non mi pare che una maggioranza, che già ha più forza e voce di una minoranza, possa usare anche questi mezzucci per farsi forza di fronte all’opinione pubblica, specie quando poi le decisioni non danno i risultati sperati.