Palla al centro? [Controvento]

Barosini 11di Ettore Grassano

 
Cosa cova sotto la cenere del centro destra alessandrino? Qualcosa (finalmente, verrebbe da dire) comincia a muoversi, dopo quasi tre anni di ‘intontimento’, causati dal brutale epilogo dell’era Fabbio, ma anche dal disorientamento per le vicende nazionali?

Così parrebbe, a leggere le cronache degli ultimi giorni, e a misurare i sospiri e le mezze frasi dei diretti interessati. E se finora l’attività di quell’area politica a casa nostra è stata sorretta ed alimentata quasi esclusivamente dalle iniziative personali del consigliere comunale (ancora Fratelli d’Italia o no?) Emanuele Locci, ora a tessere la tela, su un piano non solo cittadino e provinciale ma anche regionale e nazionale pare essere Gianni Barosini. Attuale consigliere comunale di opposizione a Palazzo Rosso, Barosini è anche, non scordiamocelo, segretario regionale dell’Udc, ma a Palazzo Rosso il suo gruppo già si chiama Area Popolare, e guarda con forte interesse alla riorganizzazione di un ‘grande centro’, attento a quel che succede con Tosi in terra veneta, ma anche alle grandi manovre (si fa per dire) in corso a Valenza, in vista delle prossime elezioni comunali di giugno.

Barosini, che abbiamo intervistato più volte nel corso di questi anni, e che solitamente nonPalla al centro si sottrae al dialogo diretto e trasparente con i nostri lettori, non ha mai nascosto le proprie ambizioni alla carica di sindaco di Alessandria, anche se certamente oggi risponderebbe (come del resto ha fatto ieri Abonante nella nostra intervista, e come fanno tutti: è troppo presto per esporsi) che andranno valutate condizioni, programmi, alleanze.

Intanto però Barosini costruisce, in silenzio, relazioni e progetti. E’ da qualche mese presidente della commissione nazionale Politiche istituzionali e Riforme (“dove stiamo elaborando norme stringenti a favore di una maggiore trasparenza negli enti locali, prevenendo la corruzione e le pericolose incrostazioni”), ma anche del Comitato museale di indirizzo e valorizzazione di Cittadella, Marengo Museum e Museo del Cappello Borsalino. Terreno dove certo il lavoro non gli manca, data l’inconcludente ignavia di questi anni. Per cui vedremo se davvero saprà dare un segnale di concreta ripartenza, e con quali risultati.

E, a Palazzo Rosso? Lì Barosini sembra ritenersi sempre più alternativo alla giunta Rossa, e come presidente della commissione Programmazione e Bilancio incalza: “ho intenzione di audire i vertici di Aral, Farmal, e poi ancora Amag, e tutte le altre partecipate ove il Comune abbia anche una minima quota per conoscere con chiarezza e trasparenza i loro bilanci, le loro prospettive, le loro criticità e che ricadute hanno o avranno sui cittadini nel prossimo futuro”.

Ma è quando guarda allo scenario politico generale che Barosini si infiamma: “C’è uno spazio enorme tra Renzi e Salvini – dichiara -, e dai larghissimi orizzonti, che credo possa e debba essere colmato, a livello nazionale come locale, dal nostro progetto di Area Popolare. Una bella sfida, lo so: ma per me le sfide sono adrenaliniche”.

Palla al centro dunque, guardando a destra?