Rita Rossa: “Ricandidarmi sindaco? Abbiamo davanti altri due anni di lavoro per rilanciare Alessandria: poi vedremo…”

Rossa Rita 22Non si è ancora spenta l’eco della polemica che, nella pausa natalizia, l’ha vista contrapposta, proprio sul nostro magazine, al suo alleato di giunta, il coordinatore provinciale dei Moderati Cesare Miraglia, e vedremo se l’aspro confronto avrà ripercussioni politiche sul futuro della maggioranza di Palazzo Rosso, e quali.

Certaumente il 2015 si preannuncia per Rita Rossa (sindaco di Alessandria, ma anche presidente della Provincia, ed esponente di primo piano all’interno degli organismi locali, regionali e nazionali del Partito Democratico) come un campo di battaglia, ricco da subito di emergenze e preoccupazioni. Dalla sanzione di quasi 15 milioni di euro per il mancato rispetto, da parte del comune di Alessandria, del patto di stabilità nel 2012 (“sono in stretto contatto con il sottosegretario Delrio, e cercheremo una soluzione: si tratta dell’ennesimo regale della precedente amministrazione, questo vorrei fosse chiaro a tutti”), all’incandescente situazione della Provincia, con i dipendenti di Palazzo Ghilini sul piede di guerra e preoccupati per il loro futuro, e gran parte del territorio provinciale ancora ‘martoriato’ a causa delle alluvioni autunnali, e in attesa di interventi concreti. Rita Rossa ha dimostrato, sino ad ora, di saper indossare l’elmetto di trincea, e di saper ‘reggere’ lo stress della prima linea, e del doppio ruolo. E difende a spada tratta, in questa ampia intervista, il suo operato e quello della sua squadra, “e soprattutto il fatto che ci stiamo impegnando senza risparmio nell’assoluto disinteresse personale: i miei incarichi attuali non sono trampolino verso qualche altro obiettivo, mi creda, ma un servizio che cerco di rendere al meglio alla mia comunità”. Ma cosa succederà allora ad Alessandria nei prossimi due anni? Ci sono gli spazi per sperare davvero in un rilancio della città, e del territorio, di cui fino ad ora si è solo discusso sulla carta, e sul web?
Sindaco Rossa, dati gli altri suoi importanti incarichi sarà inevitabile gettareDelrio nuova anche uno sguardo sulla Provincia, e sul Pd. Ma partiamo dal comune di Alessandria: il 2015 ricomincia con l’ennesima ‘spada di Damocle’, ossia la sanzione da quasi 15 milioni di euro per il mancato rispetto del patto di stabilità del 2012: questo cosa comporterà, per gli alessandrini già assai ‘provati’ da crisi e tasse?
Appena appresa la notizia ho immediatamente scritto a tutte le autorità statali competenti, a cominciare dal sottosegretario Delrio. E proprio da lui dovrei avere chiarimenti in questi giorni: mi auguro si tenga conto di quel che ha fatto il comune di Alessandria in questi ultimi anni. Uscire da una pesantissima situazione di dissesto, e risanare l’ente senza fare macelleria sociale, credo che rappresenti un modello per tante altre realtà che oggi si trovano in situazioni non molto diverse da Alessandria. Gli alessandrini, lo so bene, hanno sopportato e stanno sopportando costi elevati, non solo in termini di tassazione diretta, ma anche legati al fatto di vivere in un comune che ha zero risorse su quasi tutti i capitoli. Per cui è impensabile che sostengano altri sforzi: anzi, con l’assessore Abonante stiamo lavorando per arrivare in tempi stretti ad una riduzione, per quanto possibile, della tassazione comunale. A partire dalla tassa rifiuti.

 

Miraglia Cesare nuovaParliamo di Multiutility sindaco Rossa, che è stata anche la causa scatenante della recente querelle con Cesare Miraglia. Il leader dei Moderati parla di scarsa trasparenza, e solleva dubbi sull’efficacia di progetti come il teleriscaldamento, ma soprattutto sugli obiettivi di medio lungo termine: dove vuole andare a parare insomma la Grande Amag?
A Miraglia credo di aver già risposto esaurientemente, per cui i Moderati faranno le loro valutazioni, e nel caso la questione politica sarà affrontata nelle sedi ufficiali, ossia in consiglio comunale. Per quanto riguarda il teleriscaldamento, che parte al Cristo e potrà successivamente essere esteso ad altre zone della città, si tratta di un progetto innovativo, che porterà vantaggi sia ad Amag, sia all’utenza coinvolta, con tangibili vantaggi in bolletta: quindi dov’è il problema?

Ma il vero futuro della Multiutility quale sarà? Miraglia non è il solo a sollevareDe Capitani Stefano perplessità, e ha anche chiesto, esplicitamente, l’allontanamento del presidente De Capitani, in effetti ‘corpo estraneo’ rispetto ad Alessandria, e secondo alcuni evidente ‘portatore di interessi’ torinesi….
Il ruolo di Stefano De Capitani (nella foto), come quello dell’amministratore delegato Mauro Bressan, non è in discussione, e sono stati scelti proprio per la volontà di sviluppare un progetto ambizioso e di alto profilo: per cui abbiamo individuato persone dotate di profonde competenze, e anche naturalmente di adeguate relazioni. Ma davvero qualcuno pensa che, su mercati sempre più globali, mentre Renzi giustamente pensa ad esempio di bandire selezioni a livello internazionale per il rilancio del nostro sistema museale, Alessandria possa fare il contrario, e rinchiudersi nel suo piccolo recinto identitario, per morirci? Ma per favore: dobbiamo fare esattamente il contrario se vogliamo dare un futuro a questa città: aprirci all’esterno, essere attrattivi, e dove serve ricorrere anche alle competenze qualificate di chi viene da fuori.

Amag AlessandriaMa con quale vero obiettivo, sindaco Rossa: costruire una Multiutility acqua, gas, energia, rifiuti per poi trovare un socio, un partner industriale? E quale?
Un passo alla volta. Vorrei che fosse chiaro che ci siamo ritrovati a dover ripartire da aziende a partecipazione pubblica in condizioni disastrose. Amiu è fallita, Amag ci è stata lasciata in eredità dal tandem Repetto Fabbio con una tale situazione debitoria nei confronti delle banche, e di crediti non riscossi sul mercato, che gli istituti di credito ci avevano chiuso i rubinetti. Merito dell’attuale management se il 2015 parte con ben altri presupposti: la fiducia delle banche è tornata, il recupero crediti procede spedito, e siamo riusciti a salvare con la costituzione di Amag Ambiente il servizio di raccolta rifiuti e, non dimentichiamolo, anche 190 posti di lavoro. Così come, tra l’altro, abbiamo appena rinnovato in Amag, per altri sei mesi, il contratto agli ex dipendenti del Tra. Perché davvero per noi, nei limiti di una realtà difficilissima, non lasciare indietro nessuno è stato ed è non uno slogan elettorale, ma lo spirito che ci ha guidati in questi due anni e mezzo di mandato.

Anche Aral, sui cui conti e debiti si leggono numeri inquietanti, entrerà a far parte della Multiutility?
La situazione Aral negli ultimi mesi, con la nuova presidenza Delucchi e con una forte collaborazione del nostro comune, sta migliorando. Sicuramente l’obiettivo a medio termine rimane quello di concentrare anche tutta la filiera dei rifiuti (dalla raccolta allo smaltimento) all’interno della Multiutility, perché è evidente che un’unica azienda consentirà una ottimizzazione di gestione, e una serie di economie di scala, grazie alle quali sarà possibile essere più competitivi sul mercato, e offrire ai cittadini/clienti servizi di miglior qualità, a prezzi concorrenziali. Non dimentichiamoci poi che, sia pur con modalità e tempistiche diverse, nei diversi comparti (gas, rifiuti, acqua) si va verso un modello di gare per l’assegnazione dei rispettivi servizi, per cui arrivarci con alle spalle una struttura aziendale di un certo tipo, e con una adeguata massa critica, sarà fondamentale. E Amag a regime sarà una holding da almeno 180 milioni di euro di fatturato, e le potenzialità per crescere.

Un bel ‘bocconcino’ anche per player più grandi: a quel punto si cercherà un socio sul mercato?
E’ davvero presto per dirlo, un passo alla volta, ripeto. Comunque smentisco chi sostiene che ci sia un disegno già predeterminato: non è assolutamente così, e si opereranno le scelte migliori e più convenienti, nell’interesse dell’azienda, dei suoi soci e della clientela.

Torniamo al comune sindaco Rossa: mancano poco più di due anni alla fine del suoComune di Alessandria 3 mandato. C’è qualcosa che non rifarebbe, o che farebbe diversamente? E cosa devono aspettarsi gli alessandrini?
Rifarei tutto quello ho fatto finora, sinceramente: a partire dall’accettare di fare il sindaco non certo per ambizione personale, ma per senso di responsabilità verso la mia città, che era nel baratro, e che faticosamente ne sta uscendo. Lo so bene: oggi gli alessandrini sono scontenti, perché pagano tante tasse, e hanno l’impressione di avere servizi ridotti al ‘lumicino’. E so anche che il sindaco, in situazioni così, è il ‘parafulmine’ su cui si scaricano tensione e malcontento. Mi è capitato di incontrare, nell’ambito dei miei impegni con l’Anci, il mio collega Pizzarrotti, sindaco 5 Stelle di Parma, e non si creda che per lui la situazione sia tanto diversa. Per non parlare di De Magistris a Napoli, o dello stesso Marino a Roma, pur con tutti i privilegi, spesso esagerati, di cui gode la capitale. Insomma, lo scenario di crisi e difficoltà attraversa tutta l’Italia, credo che questo gli alessandrini lo capiscano bene. Quel che posso garantire loro è che mi impegnerò a fondo, insieme a tutti i membri della squadra di governo della città, per fare in modo che il percorso di risanamento dell’ente sia completato, e che si torni a parlare di sviluppo, e di futuro. Oggi su tanti capitoli, dalla cultura al sociale, alle emergenze abitative, stiamo lavorando a budget praticamente zero, ma continuando a crederci: per dare una speranza alla nostra città, a cominciare dalle generazioni più giovani, che meritano di poter tornare a vivere in un clima più sereno e positivo. E’ chiaro poi che se per il Capodanno spendi 3.500 euro, e in passato si spendevano centinaia di migliaia di euro, la differenza si vede, chi lo nega? Così pure sul fronte cultura: però questa è la situazione, e dobbiamo fronteggiarla con realismo, senza demagogia e senza disperazione.

C’è chi sostiene però che dal tunnel non si stia uscendo, e che proprio mentre si stanno saldando (con i soldi della Cassa Depositi e Prestiti, che andranno restituiti) i debiti vecchi, se ne stanno accumulando di nuovi…
Non, smentisco queste voci. Vero è che, grazie ai circa 50 milioni di euro provenienti da Roma (e che gli alessandrini restituiranno in forma di mutuo trentennale, ndr) stiamo saldando tutti i debiti pre dissesto, con cifre che vanno a seconda dei casi dal 40 al 60% del capitale dovuto. E stanno accettando praticamente tutti, a parte alcune realtà come i consorzi, per ragioni tecniche di cui si è già discusso a lungo. Stiamo anche pagando i debiti del 2012, e la situazione dei debiti recenti, diciamo così, è assolutamente sotto controllo: appena prima di Natale abbiamo saldato conti per circa 5 milioni di euro.

Pista pattinaggio alessandriaCoi i commercianti la tensione è sempre alta? A molti la questione ‘pista di pattinaggio’ è parsa la spia di un rapporto già logoro da tempo…..
La parola d’ordine non può che essere dialogo e confronto, con i commercianti (che soffrono particolarmente la crisi di questi anni) come con tutte le altre categorie. Il muro contro muro mediatico non vedo a cosa possa servire: prima di Natale ho proposto alle associazioni di categoria di sederci, all’inizio del 2015, attorno ad un tavolo, per affrontare le questioni vere. A partire, senz’altro, dalla viabilità in centro, che è oggettivamente un problema, da sempre rinviato. Ma le pare possibile che ancora si sia qui a discutere di un parcheggio sotterraneo che tutti ritengono indispensabile, ma che per tanti ragioni negli ultimi trent’anni nessuno è stato in grado di realizzare, in piazza Matteotti come in piazza Garibaldi? E le pare logico che oggi gli automobilisti attraversino le vie del centro per passare da una parte all’altra di Alessandria? Non è certo così che si rianima il commercio, è evidente. Per cui dico: parliamo di tutto, con chi è disposto a farlo. Ma poi la politica deve assumersi la responsabilità di certe scelte, e deve risponderne davanti ai cittadini.

Insomma sindaco Rossa, ci pare di capire che i prossimi non saranno due anniRossa Rita 23 qualunque. Ma con quale obiettivo finale per lei, a livello personale? I due sindaci che l’hanno preceduta, lo sa bene, si sono ripresentati davanti agli elettori e non hanno fatto una bella fine, dal punto di vista politico…
(finalmente sorride, ndr) Per fortuna ho un lavoro che amo, quello di insegnante, e faccio politica per passione, non per mestiere. Intendo guidare Alessandria, per il resto del mandato, con la risolutezza necessaria, ma anche con la consapevolezza che il ruolo di sindaco, oggi, logora oltremodo il consenso personale, anziché farlo crescere. Ce lo siamo già detti: è così praticamente ovunque. Con molta serenità, e nei tempi giusti (il che significa realisticamente un anno prima della fine del mandato, ndr), chiederò al mio partito di fare le verifiche necessarie, e ci regoleremo di conseguenza: l’ambizione personale deve esserci sempre, in politica come nel lavoro e nella vita, perché è una leva importante di crescita, e una spinta a dare il meglio. Ma verranno prima altre valutazioni, che saranno fatte in maniera condivisa, perché nel Partito Democratico per fortuna funziona così. Anche se, non lo nego, essere rieletta sindaco della mia città sarebbe la mia più grande soddisfazione sul piano politico.

Pd 3A proposito di PD: tra qualche settimana lei sarà tra gli 89 elettori del nuovo segretario provinciale: Daniele Coloris e Claudio Scaglia risultano, ad oggi, i candidati in pista, a meno di sorprese. Per chi voterà?
Fra le tante emergenze e difficoltà di questi mesi tra Comune e Provincia, ho avuto davvero poco tempo per occuparmi della questione. E, come sindaco del capoluogo, credo che mi avvarrò della facoltà di non fare dichiarazione pubblica di voto, essendo lo stesso a scrutinio segreto. Tuttavia, date le tensioni del recente passato, e considerate soprattutto le questioni sul tappeto (una su tutte, la riorganizzazione sanitaria territoriale). Il Partito Democratico deve dare un segnale di coesione e di unità: che non vuol dire per forza pensiero unico. Ma significa che, chiunque vinca, sarà davvero il segretario di tutti, e dovrà affrontare la situazione con equilibrio e determinazione.

Le vicende della Provincia meriteranno certamente un’intervista ad hoc, ma nonPalazzo Ghilini nuova possiamo evitare un messaggio almeno rivolto ai dipendenti di Palazzo Ghilini, in queste settimane comprensibilmente allarmati e sul piede di guerra….
(sospira, ndr) E’ davvero una questione che non possiamo esaurire in poche battute. Sicuramente aveva ragione Paolo Filippi, quando già negli anni scorsi lanciò l’allarme sullo scenario che si stava prefigurando, e fu inascoltato o sottovalutato. Penso anche ai sindacati, che sul fronte Comune (e lo dico anche da controparte, almeno da un certo momento in poi) hanno saputo condurre una battaglia anche aspra, mentre ho l’impressione che il versante provinciale, dall’altra parte della piazza, lo abbiano vissuto con meno trasporto, o comunque si siano mossi in ritardo. Comunque è evidente che oggi, giusta o sbagliata che sia, la strada che è stata intrapresa a livello nazionale non si può più percorrere al contrario. Per cui già nei prossimi giorni dovremo sederci al tavolo con Prefettura e Regione, e passare al lavoro operativo, per stabilire in base alle ridottissime risorse disponibili per il 2015 come distribuire il personale, chi potrà assorbirlo, da quando e in quali ruoli. E’ naturale che i dipendenti di Palazzo Ghilini siano preoccupati, ed è giusto che chiedano garanzie concrete, al di là degli slogan e delle affermazioni di principio. Oggi io posso solo aggiungere che, prendendo atto delle risorse limitatissime, il nostro lavoro comincerà dall’alto, ossia dai dirigenti, che nonostante recenti pensionamenti rimangono comunque 10: troppi, per la situazione attuale dell’ente. Purtroppo però c’è anche l’altro aspetto, che riguarda i cittadini: perché, diciamolo chiaramente, una Provincia così depotenziata, su un territorio vasto come il nostro, e con 190 comuni perlopiù di piccole dimensioni, è davvero un disastro. (ndr: mentre usciamo dall’ufficio del sindaco Rossa, dopo di noi c’è in sala di aspetto proprio il primo cittadino di uno dei tanti piccoli comuni, presumibilmente con i suoi grandi problemi….)

Ettore Grassano