Repetto (Fiaip): “Gli immobili privati riacquisteranno valore solo in una città accogliente: i nostri amministratori lo sanno?”

Repetto Franco 2Recentemente abbiamo ospitato sul nostro magazine un suo intervento, centrato sul concetto di rigenerazione, e sulla necessità di trasformare e recuperare buona parte del patrimonio edilizio alessandrino, per dargli nuovo valore, e per farne un volàno del rilancio della città.

E già lo scorso anno nella conversazione con Franco Repetto, presidente provinciale della Fiaip, la Federazione italiana delle agenzie immobiliari (circa 200 titolari di agenzia in provincia, per complessivi 450 intermediari), ristrutturazioni e Monferrato erano emerse come leve fondamentali su cui fare perno per dare nuovo vigore all’economia locale. Mentre la presentazione dei dati dell’Osservatorio Fiaip di qualche giorno fa ha tracciato un quadro aggiornato, critico ma con qualche sprazzo di luce, sul mercato immobiliare di casa nostra. In questa nuova conversazione ‘a tutto campo’ con Franco Repetto cerchiamo alora di capire se, dopo anni di stagnazione, qualcosa sta per ripartire, e cosa è lecito attendersi per l’autunno, e per il 2015.

Presidente Repetto, lo scorso anno lei fu buon profeta: parlammo delInfernot Monferrato come risorsa da valorizzare, e qualche settimana fa, grazie in particolare ai suoi ‘infernot’, una parte del nostro territorio provinciale è diventato Patrimonio dell’Umanità…
Quella arrivata da Doha è stata una notizia bellissima, di cui tutti abbiamo legittimamente esultato. Ora naturalmente speriamo e chiediamo che un simile, straordinario riconoscimento sia valorizzato, e diciamo pure sfruttato il meglio possibile. Perché è vero che il focus dell’Unesco è sugli ‘infernot’, ma quel che speriamo possa succedere ora è che sia in arrivo una ricaduta importantissima per tutto il Monferrato. Che è un’area assai vasta, lo sappiamo bene: e che rappresenterà tra pochi mesi, per milioni e milioni di persone in arrivo da tutto il mondo per Expo 2015, un fortissimo richiamo: non sprechiamo l’occasione!

Monferrato paesaggioDal punto di vista immobiliare, questo cosa significherà? Più case in vendita a stranieri, o affittate?
La scoperta non solo del Monferrato, ma un po’ di tutte le nostre colline da parte degli stranieri è già cominciato da qualche anno, e certamente la decisione dell’Unesco non potrà che incentivare il fenomeno. Però attenzione: il mercato quantitativamente più interessante rimane quello interno. Ossia: sempre più persone della classe media e popolare hanno oggettive difficoltà a vivere nei grandi centri, dove la qualità della vita è eccellente solo se non hai problemi di denaro, e puoi permetterti soluzioni di gran pregio, in pieno centro. Per il resto, diciamocelo, vivere in certi palazzoni dell’hinterland milanese o genovese è assai poco gratificante. E la nostra provincia, tutta quanta, offre da questo punto di vista soluzioni abitative di livello, a prezzi assolutamente ragionevoli: sia che si parli di acquisto, che di affitto. E c’è anche la posizione logistica da non sottovalutare: le nostre città sono allo snodo di autostrade importanti, che insieme alle Ferrovie garantiscono una rete di collegamenti di prim’ordine.

Il punto è, presidente Repetto: cosa è mancato finora per farciVendesi case decollare? E se non è successo, perché dovrebbe succedere?
Le ragioni del declino, anche nel settore immobiliare, in questi anni sono state tante: la crisi economica (che si è scatenata nel 2008, ma i cui effetti si sono manifestati pienamente a partire dal 2011) ha pesato tantissimo, ma ci sono anche responsabilità specifiche da parte di chi opera sul territorio: e ci metto dentro tutti, dalla politica alle istituzioni, alle associazioni di categoria. Non c’è stata capacità, e forse neppure volontà, di fare davvero sistema. E, certo, è legittimo chiedersi perché mai dovrebbe esserci in futuro: anche se qualche segnale di cambio di passo mi pare di percepirlo. Ma non basta che a muoversi siano singoli imprenditori coraggiosi: occorre che si crei una cornice condivisa di progetti e di azioni, in cui la rigenerazione del patrimonio edilizio (a cui noi come associazione crediamo moltissimo: e stiamo cercando di stimolare i nostri clienti) deve procedere di pari passo con una ‘mano pubblica’ altrettanto capace di valorizzare ciò che ha, senza lasciarlo andare in malora. Il caso di Alessandria è emblematico, e qualche settimana fa, confrontandoci con l’assessore Barrera sul tema del ‘caro affitti’, abbiamo avuto modo di dirci apertamente come stanno le cose. Non per polemizzare, che non interessa a nessuno: semmai per capire come riuscire davvero a fare un salto in avanti….

Barrera 1E cosa è emerso?
Sul tema specifico dell’incontro, ossia il caro affitti nelle vie del centro, come Fiaip abbiamo ribadito il nostro punto di vista: i prezzi li fa il mercato, e ‘calmierarli’ ci sembra un’operazione che non porta da nessuna parte. Così come, date anche le ristrettezze finanziarie in cui si trova il Comune di Alessandria, ci sembra difficile e anche tutto sommato poco utile pensare a piccoli contributi da distribuire ai singoli esercenti, chissà poi con che logica. A nostro modo di vedere la mano pubblica deve fare altro: ossia creare le condizioni perché il contesto pubblico all’interno del quale il commercio (ma anche l’edilizia privata) opera sia gradevole, accogliente, qualitativo. Solo così rende una città ‘attrattiva’, sia per i negozianti che per i loro clienti.

E oggi ad Alessandria questo non succede? Iniziative come LaPiazzetta Lega Primavera alessandrina, ed altre in rampa di lancio, non servono?
Tutte serve, per carità. Ma prima delle singole iniziative spot e una tantum ci vuole una città bella, pulita, in ordine. E no, oggi Alessandria non si presenta decisamente così: non credo di essere polemico se sottolineo, con rammarico, quel che è sotto gli occhi di tutti. Un centro abbandonato, sporco, le vie che un tempo erano il salotto buono oggi sono semi vuote, o spesso anche mal frequentate. E Piazzetta della Lega, per dire, ha senso utilizzarla come contenitore manifestazioni musicali di quart’ordine? Non è che ad Alessandria manchino gli spazi, in periferia, per organizzare feste a base di musica e birra: ma c’è un luogo per ogni iniziativa: o no?

Parliamo di immobili privati, presidente: anche se un dato preciso e aggiornato scarseggia, la stima è di almeno 5 mila alloggi sfitti solo nel comune di Alessandria. E al contempo si continua a parlare di sfratti per morosità, e di senza casa in aumento…
Distinguerei i due problemi: quello dei senza tetto è un problema sociale che sta alle pubbliche istituzioni risolvere. Non sono espertissimo sul tema, ma che ci si faccia cogliere sul tema costantemente impreparati, come se questi fossero fenomeni assolutamente imprevedibili, non è un bel segnale. Dopo di che, forse anche il fenomeno della casa popolare gratis ‘a vita’ dovrebbe essere ridiscusso: è sacrosanto assistere chi non ha lavoro e reddito, ma quando lo si ritrova, si deve tornare sul mercato (e ad Alessandria ci sono davvero immobili per tutte le tasche…), e lasciare spazio ad altri che ne hanno davvero bisogno. E, ancora una volta, sta al pubblico controllare che tutto il meccanismo funzioni: altrimenti le case popolari, è ovvio, non basteranno mai…

Corso RomaInvece, mettendosi nei panni dei tanti alessandrini che hanno alloggi vuoti, e da un lato non riescono ad affittarli, dall’altro devono pagarci sopra balzelli statali e locali sempre crescenti, che si può fare?
Lì davvero l’unica parola d’ordine è rigenerazione di valore. Ossia fare un investimento adeguato e proporzionato al valore dell’immobile, e renderlo di nuovo appetibile sul mercato: penso agli infissi, al bagno, ad accorgimenti finalizzati al risparmio energetico. Si badi bene: è vero che un immobile che valeva 100 nel 2008 oggi magari vale 60 o 70: anzi, in alcuni casi non vale proprio più nulla, perché non ha mercato. Ma è altrettanto vero che nulla si ferma, il mercato evolve di continuo, e tornerà a crescere: semplicemente non tutto il patrimonio immobiliare crescerà allo stesso modo, e occorre fare le scelte giuste. Ma quando mi fanno la battuta: ‘meglio non avere nulla che avere delle proprietà’ un po’ mi arrabbio, soprattutto pensando a chi è povero davvero. Non scherziamo: oggi gestire un patrimonio (e non solo immobiliare) è davvero più complicato di 10 anni fa: ma non avere nulla è ben peggio!

Ettore Grassano